giovedì 30 giugno 2011
Ryan Trecartin - Any Ever
mercoledì 29 giugno 2011
Da nord a sud alla ricerca di volti, storie
Nel mese di marzo 2011 è partito un camper molto particolare perchè non va in cerca di luoghi ameni ma ricerca volti e storie particolari come quella di Ursula – transessuale di Genova – oppure Piera e la sua casa fatta di mura ”trasudanti, unti, crepati, lividi, marcescenti, verminosi”. Numerose sono le città già attraversate dal camper e altre ancora saranno raggiunte, il viaggio è lungo…fino a marzo 2012. Tutto ciò rientra nel progetto denominato: Itaca. Storie d’Italia. Fatto per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Tale progetto è stato affidato al fotografo Giovanni Marrozzini.
Siamo sicuri che al termine di questo viaggio nei sentimenti, nell’animo umano verrà fuori una Italia non sempre “visibile” ma che pulsa e chiede giustizia una giustizia comprendente solidarietà, sensibilità. Forse, anzi sicuramente, dovremmo essere impegnati tutti noi a ricercare la suddetta giustizia.
Mirko Bratuša
"Nel lavoro che presenterò torno a cimentarmi con due importanti attributi della materia, troppo spesso trascurati: la presenza, e di riflesso l'assenza di calore"
Lo scultore Mirko Bratuša presenta al pubblico il progetto Caloriferi per calde emozioni, un’installazione di sculture composta da dieci corpi, alcuni antropomorfi ed altri attinenti il mondo vegetale, collegati in rete mediante condutture. L’alimentazione interna, invisibile, riscalderà, umidificherà e raredderà le statue in terracotta. Con la refrigerazione delle componenti antropomorfe il calore sarà convogliato alle altre per riscaldarle, instaurando così una rete di collegamenti quale sistema dei corpi artistici, che indica una mutua dipendenza.
Il messaggio metaforico del sistema artistico così instaurato è universalmente applicabile alla società moderna, nella quale tutto accade come risultato di mutue relazioni: l’arricchimento di una parte del mondo significa povertà da un’altra parte, lo sfruttamento della natura causa catastrofi naturali, i tumulti sociali, sostenuti dai social network cambiano i sistemi politici.
Le statue sono apparizioni scultoree fantastiche e stravaganti dall’umorismo sottile. Per raggiungere un grado più alto di empatia sono composte da terracotta, materiale estremamente tattile e fuori mercato. Sono tattili e calde, ed illustrando la psicosi del quotidiano narrano del nostro senso di smarrimento nella cultura contemporanea, quando pare di non poter più influire sulla politica e sui rapporti sociali di forza, ed anche dell’impossibilità di arrestare il processo di distruzione della natura. Per questo Bratuša suggerisce di ritornare alla percezione elementare, al mondo della sensibilità perduta.
54. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia
Padiglione della Repubblica di Slovenia, fino al 27 novembre 2011
martedì 28 giugno 2011
...PhoTO...
Punti di vista .
Una visitatrice passeggia davanti all'opera di Maurizio Cattelan esposta nel padiglione della fiera "Art 42 Basel" a Basilea.
lunedì 27 giugno 2011
Sui sentimenti
Cindy Sherman Doll Clothes (1975)
sabato 25 giugno 2011
Diane Arbus
Quelli che nascono mostri sono l’aristocrazia del mondo dell’emarginazione… Quasi tutti attraversano la vita temendo le esperienze traumatiche. I mostri sono nati insieme al loro trauma. Hanno superato il loro esame nella vita, sono degli aristocratici. Io mi adatto alle cose malmesse. Intendo dire che non mi piace metter ordine alle cose. Se qualcosa non è a posto di fronte a me, io non la metto a posto. Mi metto a posto io. (D. Arbus)
Fotografa atipica,(New York 1923 muore, suicida, nel 1971) mito, suo malgrado consapevole della ambiguità della sua fotografia che da un lato possiede una carica di violenza che si esercita contro i soggetti nella misura in cui ne viola l’intimità, dall’altra è una specie di lasciapassare a penetrarne la corazza difensiva. Ha cercato di mitigare questa violenza, di stemperarla attraverso la ricerca della conoscenza diretta dei futuri soggetti delle sue fotografie, attraverso la loro frequentazione pur senza apparente pathos.
La posa dei soggetti ripresi è sempre frontale. Nel linguaggio fotografico conferiche dignità e importanza al soggetto, per questo viene usata nelle foto di cerimonia, come matrimoni, foto scolastiche ecc.
La Arbus sembra, in questo modo, conferire le stesse caratteristiche a persone che la società tiene al margine, come volesse ricordarci che ciò che noi scacciamo o evitiamo come diverso è, in realtà, dentro di noi. Il mondo dei mostri non è mai esterno a noi ma interno. I diversi sono li, tranquilli, nostra immagine speculare. Anche in situazioni estreme, non sembrano mai dare segni di sofferenza o di angoscia, quella stessa sofferenza che invece appare in certe foto di persone cosiddette normali, come la barista che agita il suo peluche in un gesto di disperato aggrapparsi alla fanciullezza perduta, nell’ agitare il feticcio della sua solitudine.
Conosco delle barche
La vita è come un battito d'ali: delicata ma meravigliosamente colorata...
Non sono nessuno per spiegare la vita poiché io vivo con le ferite del mio passato e sorrido del mio presente e del percorso tortuoso che mi ha portato sino a qui, facendomi diventare la persona che sono oggi.
Posso dire ciò che ho capito dall’esperienza e condividerlo con te mio lettore, con la speranza che queste modeste parole potranno aprire una nuova prospettiva in te,una strada più luminosa e meno dolente della mia .
Dalla vita ho capito che: se vuoi qualcosa, non esitare, vai e conquistala.
Ho capito che se il mondo va nel senso opposto al tuo, non devi disperare perchè tu il tuo mondo lo giri come lo desideri tu.
Ho capito che dopo la pioggia c'è l'arcobaleno che aspetta di essere ammirato.
Ho capito che la felicità ti accoglie quando meno te l'aspetti, non dura più di poche ore perchè ti scivola come una saponetta bagnata ma lascia il suo profumo, la sua essenza.
Ho capito che il dolore non è più tanto doloroso se lo si vede da un'altra prospettiva.
Non avere paure delle "cicatrici"che ti regnano sull'anima perchè sono il segno di aver vissuto veramente. .
La meraviglia della vita è la semplicità, l'attendere di un amore, il tramonto, il volo di un gabbiano.
Cogli l’essenza della vita e tutto ti apparirà nuovo, più bello, più colorato.
La vita ti sorride proprio quando tu piangi ed è proprio allora che trovi la forza di rialzarti, trovi un segno che ti indirizza nella retta via: seguilo e ascolta sempre il cuore .
A volte è difficile trovare la forza di andare avanti, la vita ti dà mille motivi per spezzarti, ma tu non demordere, lotta fino a quando hai la linfa che ti scorre nelle vene: vivi .
Se hai cento motivi per piangere tu trovane cent uno per sorridere.
La vita: una parola astratta,non la vediamo, non la tocchiamo ma la percepiamo: respirala.
Ci onora di emozioni, ci fa piangere, ci fa ridere, ci fa stupire, ci fa incontrare, ci fa battere il cuore.
Si, perchè la vita è come un battito d'ali di una farfalla, delicata ma colorata; aspetta solo di prendere il volo per librare nel cielo.
L'amore è nell'aria: respiralo, percepiscilo;
La vita è amore, noi siamo amore.
I momenti sono fugaci, non si ripresentano mai due volte o comunque non saranno mai uguali.
Siamo come dei pittori impressionisti dobbiamo dipingere sulla nostra tavolozza della vita tutti i momenti e non deve esistere il bianco o il nero ma solamente i colori puri che accostati formeranno altri colori, altre emozioni.
Non temete l’impossibile perchè nulla è impossibile se ci si crede fino infondo.
Arcobaleosplendente- Silvia
App/Arte
“La realtà è più forte dell’arte. Come artista non voglio riflettere la realtà ma interrogarla. Il mio background sociale non abbraccia una linea d’azione razionale. Affronto il mondo e la vita guidato da un istinto primordiale.” Napoli – Museo Madre – Via L. Settembrini 79 – Orario di apertura : tutti i giorni 10.30/14.30 chiuso il martedi.
Isole dei Beati
venerdì 24 giugno 2011
Mugnano la città dei muri dipinti
Nel borgo, in un`atmosfera quasi surreale, si snoda il percorso alla scoperta dei "muri dipinti"
Vicino a Perugia e poco distante da Magione, nei pressi del Lago Trasimeno, si trova Mugnano, piccolo ma pittoresco centro circondato dalla campagna umbra.
L`abitato trae origine da insediamenti del II secolo a.C. cui fece seguito la costruzione, tra il IX e X secolo, di una fiorente abbazia benedettina i cui monaci furono impegnati nella bonifica dei territori circostanti che di lì a poco divennero tra i più fertili della regione.
A protezione dei beni e della popolazione locale nel XIV secolo fu costruito il castello con le sue mura perimetrali e il maestoso maschio cui si sovrappose, nel XVIII secolo, la torre campanaria. Nel Settecento all`interno dell`antico castrum si insediò la confraternita del Santissimo Sacramento.
All`interno del castello da non perdere la visita alla piazzetta della “pompa” con un profondo pozzo nel quale, le donne, fin dall`inizio del Novecento, attingevano acqua con una pompa azionata a mano.
Nel borgo, in un`atmosfera quasi surreale, si snoda il percorso alla scoperta dei “muri dipinti” realizzati, su idea del pittore Benito Biselli, da artisti italiani e stranieri che rappresentano un`esposizione permanente di grande interesse.
L`originalità delle pitture, i temi trattati, gli stili e le tecniche usate danno voce ai diversi linguaggi dell`arte sconfinando dal figurativo all`informale e regalando alle vecchie mura forme e colori.
"I muri del paese cantano una fioritura improvvisa di opere, una ritmica stesura di sigilli pittorici dove ogni artista ha deposto il succo della sua creatività ."(Mimmo Coletti, 1990).
giovedì 23 giugno 2011
Condividere Inverni
Una intera famiglia di Firenze, Roberto, Gabriella e Costanza Ugolini, ha buttato le chiavi della propria casa ed è andata ad abitare nella Turchia dell’Est, vicino a lago Van, quasi al confine con Georgia, Armenia, Azerbaigian, Iran, Iraq, per condividere la povera esistenza quotidiana di bambini, donne, uomini che vivono nell’indigenza, spesso nella provvisorietà di un’esistenza da profughi, nella precarietà di chi non conosce il proprio domani. Eppure, la grande dignità di ciascuno di loro, la profonda solidarietà tra chi non ha altro che la nuda esistenza e l’amicizia, fa scoprire “riserve di senso” a chi viene dal ricco Occidente, in cui gli oggetti inutili sembrano a volte soffocarci. La famiglia Ugolini racconta il senso della loro esperienza.
"Nonostante qualche difficoltà, queste cose ci rendono felici. Sappiamo infatti di condividere con chi ci sta intorno lo stesso tipo di stufa, lo stesso inverno, la stessa neve, il medesimo ghiaccio, una casa costruita con lo stesso materiale: madre terra."Roberto Ugolini
martedì 21 giugno 2011
Tiina Itkonen
Tiina Itkonen," Dorsoduro,Venice",2011 foto esposta all'Abbazia di S.Giorgio Maggiore sull'omonima isola veneziana fino al 30 settembre .
lunedì 20 giugno 2011
SABURO TESHIGAWARA
Artista giapponese,danzatore, coreografo e direttore, Saburo Teshigawara riceve l’attenzione della critica internazionale nel campo delle arti visive, grazie ad installazioni, film e video e progetti di scenografia, luci e costumi che egli realizza per le sue creazioni. Coltiva con forte passione l’interesse per la scultura . Forte senso della composizione, oltre alla padronanza dello spazio i suoi decisi movimenti di danza creano un mondo unico che è soltanto suo. L’interesse per la musica e la ricerca sul tempo e sullo spazio l’hanno portato ad allestire opere in spazi ad hoc e a collaborazioni con vari musicisti.
d : foto
" Colori dell'africa, colori dei luoghi e dei volti di questa gente, che attraverso la loro natura trasmettono emozionati immagini e stati d'animo, nonostante la loro difficile al quanto surreale vita quotidiana, in un mondo che è al confine tra il digitale ed il virtuale e l'assurdo di un terzo mondo."
Giovanna Scarpuzza
domenica 19 giugno 2011
Katarzyna Kozyra
Artista forte e provocatoria, i cui lavori hanno spesso suscitato scandalo, Katarzyna Kozyra (Varsavia 1963).
Attivo e passivo, salute e malattia, vita e morte. Kozyra sfiora con forte dolcezza antinomie terrificanti. Tra provocazione e ambiguità. Ecco il gioco sottile fra concetti opposti che si ricongiungono. Nelle opere dell’artista polacca, come in The Bathhouse (1997), dove corpi femminili pingui e imperfetti sono colti alle terme in atmosfere alla Renoir e alla Ingres, e nel complementare Men’s Bathhouse (1999), per il quale l’artista si è camuffata ed è entrata nella sezione maschile facendo riflettere sul concetto di privacy. Nel suo secondo lavoro, The Rite of Spring (1999-2002), raffinatissimo video di animazione umana, fra le sei proiezioni si può passeggiare osservando anziani uomini e donne dotati di sessi opposti posticci che, come in un cartoon artigianale, si muovono sulle note di Stravinski.
In Art Dreams Come True (2004, work in progress), nel quale Kozyra si trasforma in una Maria Callas che è anche drag queen. Perché non è la provocazione che conta. È l’ambiguità, il gioco sottile fra concetti opposti che si ricongiungono. Perché la trasgressione è un limite individuale che si forma nell’interazione ogni volta diversa fra l’opera e il fruitore. Kozyra non impone nulla, sfiora con forte dolcezza antinomie terrificanti: attivo e passivo, salute e malattia, vita e morte…
In Art Dreams Come True
Monstrua
Juan Carreno de Miranda – Monstrua
Ritratto di Antonietta Gonzalvus - Lavinia Fontana
Dipinto di Velàzquez – Don Sebastián de Morra, uno dei nani alla corte di Filippo IV, in questo dipinto con espressione seria, rappresenta tutta l’ingiustizia riversata sui buffoni.
Théodore Géricault, Alienata con monomania dell’invidia, 1822-1823, Lione, Musée des Beaux-Arts
Il ritratto fa parte di una serie di dieci raffigurazioni di alienati, di cui cinque sono andati perduti e i restanti sono oggi conservati in vari musei europei e americani, realizzati da Géricault forse su invito del medico parigino Georget, che si stava interessando alla follia. Il pittore si è accostato ai suoi modelli con partecipazione, tanto più straordinaria se si tiene conto del periodo: in questo ritratto, infatti, così come negli altri quadri di alienati, emerge non il gusto del grottesco, ma la sensibilità dell’artista, profondamente rispettoso delle sue figure.
La sala delle agitate al San Bonifazio in Firenze è un dipinto del pittore macchiaiolo Telemaco Signorini, eseguito nel 1865. Il soggetto rappresenta un reparto psichiatrico femminile dell'Ospedale Bonifacio di Firenze, il termine 'agitate' del titolo in particolare indicava le malate di mente in preda ad una forte eccitazione. Il crudo realismo dell'opera è enfatizzato dall'impostazione obliqua della prospettiva, dall'ampiezza e l'altezza dello stanzone, dai forti contrasti chiaroscurali in cui le anonime figure si stagliano sulla nuda parete di fondo. L'opera richiama il metodo scientifico sostenuto dal Naturalismo: il pittore dipinge il nudo e bianco stanzone senza sentimentalismi, senza nessuna partecipazione drammatica ed emotiva. Al tempo stesso, la scelta del soggetto può avere un forte significato di denuncia sociale.
Dwarf from Naples (2006) Joel-Peter Witkin
sabato 18 giugno 2011
La tempesta nella foresta
L'evento rientra nel programma di Il Bosco e la Duna, le eco giornate nella foresta regionale di Cuma dell'Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania. Spettacoli oggi e domani 19 giugno - ore 18.30