lunedì 30 gennaio 2012
Dino Buzzati - quarant'anni dalla scomparsa
Tutte le anime della fotografia
Addio a Ilario Fioravanti
domenica 29 gennaio 2012
Zingari in posa
Voglio consigliarvi uno stupendo libro fotografico: Zingari di di Josef Koudelka (Contrasto 2011) contiene 109 fotografie scattate nell’ex Cecoslovacchia (Boemia, Moravia e Slovacchia), in Romania, in Ungheria, in Francia e in Spagna tra il 1962 e il 1971. Il volume è la versione aggiornata di Cikáni (zingari in ceco), un libro che non fu mai pubblicato perché Koudelka lasciò la Cecoslovacchia nel 1970. Le foto sono accompagnate da un testo del sociologo Will Guy.
sabato 28 gennaio 2012
BAMBINI CON UN FALSO SE'
Con il termine “falso sé” s’intende una personalità di copertura che nasconde quasi completamente la reale struttura della personalità.
Il falso sé rappresenta una sorta di maschera o di ruolo teatrale nel quale la personalità finisce per identificarsi completamente e, poiché occulta il carattere naturale, è vissuto come se fosse un’autentica individualità.
Il falso sé si costruisce, di solito, come risposta alle richieste dell’ambiente familiare.
Come già è stato detto, i bambini che hanno una personalità creativa colgono anche le emozioni inespresse e modellano se stessi in modo da rendersi funzionali ai bisogni profondi degli adulti che per loro sono importanti.
Per questo, possono arrivare a costruire un falso sé.
Primogenita di una famiglia numerosa e poco abbiente, fin da bambina Silvia ha dovuto occuparsi degli altri rinunciando ai propri bisogni di sicurezza e protezione.
Quando conosce Antonello, s’innamorata soprattutto dei suoi modi risoluti e sicuri di se.
Con Antonello, Silvia può finalmente soddisfare il desiderio infantile di sentirsi protetta e guidata da qualcuno capace di pensare a lei.
Ma, nel corso degli anni, anche grazie al rapporto col marito, Silvia è cresciuta e, dopo la nascita di Alice, emerge in lei un bisogno di emancipazione e di maggiore autonomia.
Anche se ha solo quattro anni, Alice percepisce inconsciamente l’insofferenza della mamma nei confronti del papà e, interpretando il suo bisogno di ribellione, sfida Antonello ogni volta che le capita.
Inutile dire che le disubbidienze della bambina non incontrano il favore della mamma.
Al contrario, Silvia la rimprovera e la biasima per quegli atteggiamenti spavaldi e competitivi.
Alice soffre in silenzio, ma non cambia i suoi atteggiamenti. Sente istintivamente che dietro ai rimproveri, la mamma è anche soddisfatta di lei.
“E’ proprio una ribelle“ racconta Silvia alle amiche, con tono compiaciuto, “magari ce l’avessi anch’io un po' della sua temerarietà!”.
Alice ha imparato che non si deve essere ribelli e temerari, ma sente che questo suo comportamento rende la mamma orgogliosa.
E ciò che più desidera… è far contenta la mamma!
Per questo continuerà a dar voce alla sua insofferenza.
Per questo continuerà a contestare il papà.
Per questo continuerà a sentirsi inadeguata e cattiva.
Per questo, col tempo, identificherà se stessa in quel ruolo di bambina spavalda e aggressiva (il falso sé che gli adulti le hanno attribuito) colpevolizzando il suo istintivo e altruistico impulso di dar voce alla ribellione negata della mamma.
Alice approda in terapia da grande, per problemi di alcol-dipendenza, e così mi descrive se stessa durante il primo colloquio:
“Ho un pessimo carattere, m’infurio per niente, alzo subito la voce e per questo motivo faccio soffrire le persone che mi amano, ma soprattutto mia madre che è tanto dolce, buona e gentile con tutti”.
venerdì 27 gennaio 2012
I GHETTI NAZISTI
Giorno della Memoria - Primo Levi
Nel giorno della memoria -Al mio fantastico amico
giovedì 26 gennaio 2012
E' morto Peter de Francia
Adolfo Wildt
Pelle di donna- una rassegna tra arte e scienza
mercoledì 25 gennaio 2012
Date e ricevete
martedì 24 gennaio 2012
Il bambino Bruno, parole e immagini per raccontare diversità e fantasia
Miracoli della mente - Parabola indiana
lunedì 23 gennaio 2012
UN MODO MULTIFORME DI LEGGERE IL MONDO...
Le personalità creative sono caratterizzate da un emisfero destro del cervello particolarmente attivo e da un’innata elasticità nello spostare il proprio punto di vista.
Vedere il mondo in tanti modi diversi porta ad avere una molteplicità d’informazioni, osservazioni, atteggiamenti e stati d’animo e, di conseguenza, fa crescere la creatività e l’empatia.
Possiamo dire, perciò, che le personalità creative hanno sempre:
tanti punti di vista
creatività
empatia
Ma un emisfero destro attivo porta con sé anche altre abilità e le personalità creative solitamente possiedono anche:
intuizione
capacità di sintesi
- a-temporalità (cioè concentrazione sul presente)
facile accesso all’inconscio
attenzione alle relazioni
ascolto dei sentimenti
Analizziamo queste loro caratteristiche una per una:
E’ la conseguenza di un contatto profondo con l’inconscio, cioè con la sede di quello che non è consapevole, perché, appunto, non raggiunge la soglia della nostra coscienza.
Nell’inconscio, secondo Carl Gustav Jung (psicologo allievo e contemporaneo di Sigmund Freud) sono conservate tutte le memorie; quelle personali, ma anche quelle familiari, del proprio paese e della propria etnia.
Le personalità creative sono dotate di un sesto senso che le informa su diversi argomenti (e che, purtroppo, spesso non ascoltano perché la loro logica si ribella!).
La capacità di sintesi è la qualità che permette di avere una visione d’insieme.
Ciò che ci fa cogliere l’armonia anche tra cose apparentemente molto diverse tra loro, i nessi che stanno dietro alle parole, i legami che uniscono le persone.
La creatività utilizza spesso questo meraviglioso talento e l'empatia se ne avvale per comprendere l’apparente illogicità delle relazioni affettive.
L’a-temporalità è la conseguenza di un’attenzione focalizzata sul momento presente.
Quando siamo talmente assorbiti in ciò che stiamo facendo da perdere completamente la percezione del tempo, dei nostri bisogni (fame, sete, sonno, ecc.) e di tutto ciò che ci succede intorno, stiamo vivendo uno stato di a-temporalità.
I creativi parlano di “ispirazione”, gli innamorati invece la chiamano “estasi”. In entrambi i casi non ci si rende conto del tempo che passa!
Nei sogni, ma anche in tutti quei momenti in cui lasciamo che i nostri pensieri fluiscano liberamente senza esercitare un controllo razionale, l’inconscio ci invia dei messaggi sotto forma d’immagini, sensazioni, stati d’animo e consapevolezze improvvise.
Le personalità creative utilizzano spesso “informazioni” che emergono dall’inconscio come una visione improvvisaquando sono soprappensiero.
Può succedere alla fermata dell’autobus, o quando stanno lavando i piatti, o mentre guidano.
Di colpo arriva una soluzione o appare un nesso che non si era visto fino a quel momento.
Le personalità creative si trovano facilmente in situazioni di ascolto e relazione con gli altri.
Si tratta di persone che hanno un’innata abilità nel comprendere gli stati d’animo e nel saperli ascoltare.
Sono quelli che tutti cercano per “sfogarsi”.
Ma anche quelli cui facilmente ci si dimentica di chiedere: “Come stai?”, proprio perché la capacità di ascolto è tale da far scomparire completamente i loro problemi agli occhi dell’interlocutore.
ATTENZIONE ALLE RELAZIONI
E’ ciò che ci permette di capire cosa tiene insieme le cose e le persone.
Riguarda l’abilità nel creare armonia anche fra realtà apparentemente incompatibili e appartiene alle persone creative.
Chi è empatico ne fa largo uso quando mette d’accordo le persone in conflitto tra loro.
In aggiunta alle abilità elencate sopra (che dipendono tutte da un emisfero destro attivo) le personalità creative di solito hanno anche:
molti interessi
curiosità
autonomia
originalità
cooperazione
ma anche:
discontinuità
dispersività
Le personalità creative sono caratterizzate da una pluralità d’interessi che le porta a saper fare molti mestieri.
La loro innata curiosità le spinge a interessarsi a cose diverse, anche se, spesso, le rende discontinue e dispersive.
Sono persone che partono piene di entusiasmo e che si perdono strada facendo, catturate da nuove attività che a loro volta lasceranno il posto ad altri affascinanti richiami… in una catena senza soluzione di continuità.
Danno vita a tante idee che non sempre portano a compimento, ma tutte le iniziative intraprese arricchiscono il bagaglio della loro esperienza e amplificano la loro indipendenza.
Sono autonome e originali per natura, perché la capacità di cambiare e il desiderio di conoscere le spingono a sperimentare sempre nuove possibilità di se stesse.
Sono spontaneamente portati alla cooperazione e del tutto disinteressate alla competizione.
Per queste persone creare è molto più divertente che vincere.
Creare significa dare forma a un progetto che le appassiona e per la cui realizzazione desiderano impegnarsi.
Mentre la competizione le lascia sempre inappagate, per loro è sempre molto avvincente realizzare qualcosa di nuovo, diverso e… possibilmente migliore!
Felicità respirabile
domenica 22 gennaio 2012
Storie
Il fuoco
"Sei persone, colte dal caso nel buio di una gelida nottata, su un'isola deserta, si ritrovarono ciascuna con un pezzo di legno in mano. Non c'era altra legna nell'isola persa nelle brume del mare del Nord.
Al centro un piccolo fuoco moriva lentamente per mancanza di combustibile. Il freddo si faceva sempre più insopportabile.
La prima persona era una donna, ma un guizzo della fiamma illuminò il volto di un immigrato dalla pelle scura. La donna se ne accorse. Strinse il pugno intorno al suo pezzo di legno. Perché consumare il suo legno per scaldare uno scansafatiche venuto a rubare pane e lavoro? L'uomo che stava al suo fianco vide uno che non era del suo partito. Mai e poi mai avrebbe sprecato il suo bel pezzo di legno per un avversario politico.
La terza persona era vestita malamente e si avvolse ancora di più nel giaccone bisunto, nascondendo il suo pezzo di legno. Il suo vicino era certamente ricco. Perché doveva usare il suo ramo per un ozioso riccone?
Il ricco sedeva pensando ai suoi beni, alle due ville, alle quattro automobili e al sostanzioso conto in banca. Le batterie del suo telefonino erano scariche, doveva conservare il suo pezzo di legno a tutti i costi e non consumarlo per quei pigri e inetti.
Il volto scuro dell'immigrato era una smorfia di vendetta nella fievole luce del fuoco ormai spento. Stringeva forte il pugno intorno al suo pezzo di legno. Sapeva bene che tutti quei bianchi lo disprezzavano. Non avrebbe mai messo il suo pezzo di legno nelle braci del fuoco. Era arrivato il momento della vendetta. L'ultimo membro di quel mesto gruppetto era un tipo gretto e diffidente. Non faceva nulla se non per profitto. Dare soltanto a chi dà, era il suo motto preferito. Me lo devono pagare caro questo pezzo di legno, pensava. Li trovarono così, con i pezzi di legno stretti nei pugni, immobili nella morte per assideramento. Non erano morti per il freddo di fuori, erano morti per il freddo di dentro."
Bruno Ferrero
Marian kolodziej- L'uomo che sfidò l'inferno
Il titolo della mostra è : Labirinti un'opera mastodontica , un installazione -mostra . Il disegno , rigorosamente in bianco e nero è un insieme di migliaia di piccolit tratti precisi , un' esplosione di numeri e facce, senza tempo,senza speranza e senza colore. Il dolore è incontenibile è Auschwitz
Nasce il 6 dicembre 1921 a Raszkov in Polonia.
Arrestato per motivi politici dopo l'occupazione nazista, viene trasferito nel Lager di Oswiecim (Auschwitz 1) con il primo gruppo di deportati. È il 14 giugno 1940.
Il 29 luglio 1941 è presente all'appello durante il quale il deportato 16.670 (Padre Massimiliano Kolbe) dà la sua vita per salvare quella di un altro deportato.
Prima della fine del 1944, per l'evacuazione forzata del Lager di Auschwitz 1, viene trasferito prima a Gross-Rosen, poi a Buchenwald, a Dora, a Sachsenhausen ed infine a Mauthausen.
Qui viene liberato dall'esercito americano il 6 maggio 1945: Marian pesava allora 36 chili.
Nel 1950 completa gli studi all'Accademia di Belle Arti e lavora come scenografo fino al 1991. E' autore dell'altare eretto a Danzica in occasione di uno dei pellegrinaggi di Giovanni Paolo II in Polonia.
Colpito da una gravissima malattia nel 1993, per riabilitare la mano, inizia a creare The Labyrinths; fino a quel momento non aveva mai raccontato la sua deportazione.
E' scomparso a Danzica il 14 ottobre 2009.