venerdì 30 maggio 2014

lunedì 26 maggio 2014

libriliberi in movimento



Movimento ContaminArte e l'Associazione I ragazzi della Barca di Carta vi presentano la prima libreria itinerante di Napoli! Andiamo in giro per le strade della nostra città ad “offrire” libri, chiunque può avvicinarsi e sfogliare o leggere un libro in modo gratuito e può anche scambiarli con i suoi o donarci altri libri. In questo modo sono i libri ad andare verso i lettori e anche i più restii ad entrare in libreria avranno la possibilità di leggere. Noi siamo nei posti più inusuali, nei quartieri considerati dormitorio o esclusi dagli itinerari turistici, in quei luoghi dove non ti aspetteresti di trovare dei libri! Vogliamo far diventare la nostra piccola libreria itinerante un luogo di incontro, aggregazione, scambio di idee, informazioni.

domenica 25 maggio 2014

d: poesia





Questo atto solitario

Posso creare qualunque cosa
 quando mi immergo
 in questo atto solitario

e con “creare” intendo
 che posso restar seduto e lasciare 
che qualunque cosa si sollevi si alzi e

cada dalle mie dita
sulla pagina. Non si tratta di un trucco,
 né si tratta esattamente di una disciplina.

Mi piace questo star solo. Forse 
più di ogni altra cosa. Più
 persino di te. È come essere

chiaramente vivo 
 e allo stesso tempo morto.
Un ronzio nel mio orecchio

mi ricorda anche che
 persino un robot ha orecchi.
 Sto sulla riva di questo fiume

in una scena naturale
 quanto qualsiasi cosa che spinga
la mia penna 
attraverso l’acqua. Sono anche

sul ponte e sto per saltare. 
Nulla mi può aiutare, e
 lo fa. Atterro nel tempo

da cui ho tanto cercato di fuggire. 
Nulla è rimasto lassù 
che mi spinga in avanti.
  Non posso scrivere

un’altra parola senza baciare 
il fantasma di me stesso sul culo
 nelle tenebre che hanno il sapore

di domani con le mani
 alzate, che si arrende all’alba
con i denti in un bicchiere

di acqua trasparente. Ve l’ho detto: 
posso creare qualunque cosa, 
incluso queste vecchie labbra.


Jack Hirschman







Jack Hirschman,  uno dei maggiori poeti americani contemporanei,  nato il 13 dicembre del 1933, nel Bronx a New York. Poeta, scrittore, pittore, traduttore, attivista politico a favore dei poveri e degli emarginati, ha pubblicato, tra poesia, saggi, traduzioni, antologie, più di 100 libri. Membro trainante della Union of Left Writers, fondatore e redattore della rivista internazionale Compages, redattore di Left Curve, del People’s Tribune, ha anche una ampissima attività di traduttore (Pasolini, Scotellaro, Paul Laraque, Antonin Artaud, Mallarmé, Roque Dalton, Celan, ecc.). Vive tra gli Stati Uniti, l’Inghilterra, l’Italia. Ha pubblicato con la Multimedia Edizioni, Soglia Infinita (1993) e Arcani (1999) e nel 2004 12 Arcani e Volevo che voi lo sapeste.

sabato 24 maggio 2014

L'integrazione attraverso l'arte

 


 Disprezzati e molto spesso segregati dentro le loro case, centinaia di bambini e adolescenti maya con disabilità trovano uno strumento per superare la discriminazione e potenziare la loro creatività nello sviluppo delle loro abilità artistiche e culturali. Nonostante le statistiche indichino che oltre il 10% della popolazione dello Yucatan soffra di qualche tipo di disabilità, molti tra loro sono in grado di maturare opportunità di sviluppo. Grazie ad un gruppo di artisti, medici e pedagoghi, circa 120 piccoli disabili rientrano in un progetto che li motiva a scoprire la loro sensibilità creativa e a utilizzare l’arte come strumento di espressione. Musica, arti plastiche, danza, drammaturgia e letteratura, possono essere un mezzo attraverso il quale un bambino o un giovane fa progressi. La prima parte del programma consiste nell’individuare le persone disabili nei vari distretti municipali; nella seconda sono previsti laboratori e lavori di gruppo che consentono a queste persone e alle loro famiglie di sviluppare attività per riconoscere le diverse espressioni artistiche e interagire con il resto della popolazione. Un terzo passo consiste nel cercare di far si che questi bambini vengano sensibilizzati verso le diverse discipline artistiche che in futuro possono utilizzare come mezzi di comunicazione e opportunità di sviluppo personale. Attualmente i 120 piccoli maya appartengono a tre comunità ma è previsto che, entro quest’anno, il programma si estenderà anche ad altre aumentando anche il numero dei partecipanti. I laboratori sono totalmente gratuiti.





venerdì 23 maggio 2014

giovedì 22 maggio 2014

Partita a quattro nella dark room

X x X x
PARTITA A QUATTRO NELLA DARK ROOM

Linda Canova
Gianluca Capozzi
Ambra Lorenzetti
Antonello Matarazzo

a cura di
Bruno Di Marino

Venerdì 23 maggio 2014
Galleria Allegretti
Torino

La rappresentazione del corpo continua ad esercitare nell’arte contemporanea un fascino indiscusso. Un corpo sospeso tra erotismo pornograficizzato e pornografia eroticizzata, in un’epoca “liquida”, per citare Bauman, in cui i confini si fanno sempre più labili e il concetto di oscenità è diventato fin troppo sfumato, lontano ormai dalla provocazione e dall’épater les bourgeois.

I quattro artisti che prendono parte a questa collettiva lavorano anche su un altro confine, quello tra le diverse forme espressive e rappresentano, anche dal punto di vista del dispositivo artistico, un ventaglio di possibilità e mescolanze in campo creativo.

Non a caso sono stati scelti due uomini e due donne, in modo da creare un confronto tra maschile e femminile, una vera e propria partita a quattro giocata negli spazi della galleria Allegretti, dominata dal colore nero delle pareti che assorbe la luce e dona ai segni, alle forme, ai colori e soprattutto ai corpi, una maggiore forza e risoluzione visiva.

Pittore, fotografo e in alcune occasioni videomaker, Gianluca Capozzi nelle stampe digitali in mostra ci mostra corpi femminili decomposti da un caos controllato di chiazze digitali che esplodono o si spandono sulla superficie.

Un erotismo caleidoscopico ben controbilanciato dalle visioni di Ambra Lorenzetti, che invece utilizza esclusivamente il medium fotografico e che in XXXX ci invita a una riflessione sul corpo colto nelle sue derive erotiche e congelato nelle sue perversioni feticistiche.

Nella conversazione intermediale interviene Linda Canova – che alterna il lavoro di fotomodella a quello di artista visuale – allestendo la serie Microsolchi, ovvero vecchi vinili su cui vi ha ridipinto immagini stilizzate, fortemente infantili, con atti sessuali molto espliciti, rappresentazioni violente e ingenue al tempo stesso, dai colori accesi, che aggrediscono lo spettatore con la reiterata riproposizione di pompini e penetrazioni varie.

Ma la Canova diventa protagonista con il suo corpo anche di Sex Machine, l’installazione video che Antonello Matarazzo ha concepito appositamente per questa mostra. In questo lavoro l’artista allude alla riduzione del corpo femminile ad oggetto di piacere mediatico, un piacere maschile solipsistico soddisfatto soprattutto attraverso la rete.

I quattro stadi di cui si compone la collettiva XXXX incarnano altrettante modalità di messa in forma dell’osceno, un topos tanto rimosso quanto ricorrente nella storia dell’arte fin dall’antichità. Tra pop e fetish, colore e bianco e nero, naif e iperrealismo, materico e digitale, macchinico e organico, il viaggio nella dark room della Galleria Allegretti può essere visto come un rito di passaggio, un’esplorazione delle nostre fantasie sessuali più recondite che l’arte rende visibili, lasciandole affiorare dall’oscurità.


GLI ARTISTI

Linda Canova (Asolo, 1985) artista visuale. Ha iniziato nel 2007 ad intraprendere la professione di modella, avvicinandosi al contempo a sperimentazione ed a realtà artistiche. Dal 2008 è impegnata nella sua ricerca attraverso disegni ed espressività corporea, con l'ausilio di immagini e video. Canova pone al centro della propria riflessione i temi della sessualità, della pornografia e degli attuali status sociali.

Gianluca Capozzi (Avellino 1973. Studia all'accademia di Belle Arti di Firenze e alla Facoltà di Belle Arti di Granada, Spagna. Tra le recenti mostre personali “The Passenger”,
Bulart Gallery, Varna, Bulgaria, “East of Eden”, Palazzo Ducale, Genoa, Italy, Città “Brownian Motion”, Velan Art Center, di Torino, “Frame Store”, Galleria Artra, Milano. Ha partecipato a mostre collettive tra cui “Time is Love” Talmart gallery, Paris; Pink Gallery, Seoul; Torrance Art Museum, California, Photon, Slovenia, “Premio Cairo”, Palazzo della Permanente, Milano, “The Name, The Nose”, Museo Laboratorio, Città S. Angelo, “Under the Volcano”, Andromeda Contemporaneo, Costa Rica, “Spam”, Fondazione Pastificio Cerere, Roma “But no one ever”, Spazio Natta, Como, “ArtWiki project” 7th Berlin Biennale, “Imagine and Create” galleria Artra, Milano, “Impresa pittura”, CIAC, Roma, “Urban jealousy” Biennial of Tehran, curata da Amirali Ghasemi, Serhat Koksal.

Ambra Lorenzetti (Siena, 1983). Nel 2006 inizia ad usare il mezzo fotografico, prima analogico, poi digitale (reflex). Dal 2007 al 2010 fotografa di scena al Sonar la Casa della Musica, Colle val d’Elsa. Nel 2009 partecipa alla mostra Il lavoro e la mercificazione umana e nello stesso anno espone un reportage dal titolo Fashion moments reportage sull’elite modaiola fiorentina. Nel 2010 collabora con la rivista Tag Magazine come fotografa freelance per Pitti Immagine Uomo, seguendo tutti gli eventi. Nel 2010 collabora con la rivista Insound per Disconnect-music festival, tenutosi a Venezia ed espone a Liberaccolarte il lavoro Sacchetti di carne vuota (ritratti e nudi). Nel 2012 vince Blidonkey e partecipa ad una collettiva alla galleria Rita Castellote di Madrid. Nel 2013 viene selezionata come vincitrice del premio Bop Decameron, Premio Celeste: partecipa ad una collettiva ed è in mostra a Palazzo Pretorio di Certaldo Alta (Firenze).

Antonello Matarazzo (Avellino, 1962) è pittore, regista e video artista. Ha preso parte al movimento medialista teorizzato da Gabriele Perretta, grazie alla sua ricerca volta ad integrare i vari media (fotografia, pittura, video ecc.). Dal 2000, data del suo cortometraggio d'esordio, The Fable (18° Bellaria Film Festival) – prodotto da Fuori Orario (Raitre) – i suoi video sono stati accolti da numerosi festival cinematografici nazionali ed internazionali (Mostra Cinematografica di Venezia, Festival Cinéma Méditerranéen Montpellier, Torino Film Festival, Festival des Cinémas Différents de Paris, InVideo, Locarno ecc.), alcuni dei quali come la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro, il Festival Internacional de Cine de Mar del Plata e Signes de Nuit di Parigi hanno proposto sue retrospettive. Il suo lavoro è stato presentato nelle edizioni 2009 e 2011 della Biennale Arte di Venezia.

d : video


mercoledì 21 maggio 2014

Colomba Antonietti: eroina e innamorata....miscela esplosiva!!!


Colomba Antonietti, nata a Bastia Umbra, figlia del fornaio Michele e di Diana Trabalza, giovanissima si trasferì con la famiglia a Foligno.
A Foligno, appena quindicenne conobbe il conte Luigi Porzi, cadetto delle truppe pontificie, con cui condivideva il cortile di casa. I due si parlavano dalle finestre delle rispettive stanze, e si incontrarono più volte scambiandosi una promessa di matrimonio, come rivelerà Porzi molti anni dopo. Tuttavia, il diverso ceto cui le due famiglie appartenevano – ricca e nobile quella di Luigi, originaria di Imola, borghese quella di Colomba – determinava l'ostilità, verso questa unione, tanto dei Porzi che degli Antonietti. Dopo che i giovani furono sorpresi a parlare tra loro dalle finestre, scoppiò uno scandalo in seguito al quale il giovane fu trasferito a Senigallia. Tuttavia, il provvedimento non riuscì ad impedire le nozze.
Nella Chiesa della Misericordia di Foligno, all'una di notte del 13 dicembre 1846 Colomba sposò Luigi Porzi. Alla celebrazione erano assenti quasi tutti i parenti degli sposi (con l'unica eccezione del fratello di lei, Feliciano).
I novelli sposi partirono subito alla volta di Bologna, città in cui abitava la madre di Porzi, ma vi rimasero solo due mesi, prima di trasferirsi a Roma, dov'era di stanza il battaglione di Luigi, promosso tenente. Giunto a Roma, il militare fu arrestato per avere contratto matrimonio senza la necessaria autorizzazione e rinchiuso a Castel Sant'Angelo con lo stipendio dimezzato. L'intervento di un suo zio, prelato, permise di revocare quest'ultima misura, ma Porzi dovette scontare ugualmente la reclusione, alleviata dalle quotidiane visite della moglie.
Nel 1848-1849 il marito aderì alla Repubblica Romana. Colomba, romantica figura, per combattere al suo fianco, si tagliò i capelli e vestì l'uniforme da bersagliere.
Inizialmente affrontò le truppe borboniche nella battaglia di Velletri (18 - 19 maggio 1849) e di Palestrina, dimostrando coraggio, valore ed intelligenza, tanto da meritarsi l'elogio di Giuseppe Garibaldi.
Venuta a Roma, si impegnò nel soccorso dei feriti pur continunando a combattere; nell'assedio di Porta San Pancrazio morì sotto il fuoco dell'artiglieria francese, in difesa della Repubblica Romana. Colpita in pieno da una palla di cannone il 13 giugno, spirò pochi istanti dopo tra le braccia del marito; la tradizione vuole che morendo avesse mormorato: “Viva l'Italia”.
Della sua tragica fine scrive Giuseppe Garibaldi nelle sue Memorie:
La sera successiva Luciano Manara e lo svedese Hofstetter, giunti in città per la cena, si imbatterono nel convoglio funebre:
Fu sepolta dapprima nella , la quale essa pure era sì tranquilla in mezzo al fuoco».
Il marito fuggì in Sudamerica. Visse inizialmente in Brasile, poi in Uruguay e in Argentina, prima di fare ritorno nuovamente in Uruguay, dove morì, nel 1900, a Canas de Montevideo. Nel mezzo secolo trascorso lontano dall'Italia non si risposò.
Due mesi dopo la morte nei combattimenti romani, Luigi Mercantini dedicò a Colomba Antonietti un'ode. 



domenica 18 maggio 2014

d : poesia


Questo nostro tempo

Questo nostro tempo
fa ronzare le api di rabbia
impregna gli animi di parole smisurate
e prepara il giorno del capestro notturno.

Questo nostro tempo
rode il midollo del muscolo del dolore
gonfia il cuore di amarezza con pose incuranti
e fa della giustizia una opportunità

Questo nostro tempo
s’inchina davanti al sospetto
moltiplica le menzogne nelle poltrone a dondolo
sposa la verità sull’altare del diavolo

Questo nostro tempo
nutre troppo il presente del passato
capovolge ogni immaginazione
e rovina la coscienza con l’ambizione

Questo nostro tempo
graffia il dorso della scimmia
mangia fiamme davanti al pubblico invitato
e tinge la pelle per il proprio sudario

Questo nostro tempo
ascoltare il rumore delle foglie che cadono
guardare i relitti di auto sinistrate
e cedere davanti al compromesso

Questo nostro tempo
affondare i denti in un frutto marcio
bere l’acqua dei pozzi avvelenati e
cantare dei vecchi inni a delle veglie funebri

Questo nostro tempo è solo un poco inquinato.


Sipho Sepamla 



lunedì 12 maggio 2014

Ti vedo....ti sento...



" L'accessibilità è un diritto universalmente riconosciuto e che deve essere tutelato" ci dice Michele Bidetti che ha contribuito a progettare il primo hotel in Puglia accessibile ai ciechi e si chiama : Eos Vestas hotels e Resort di Lecce.




Brochure, cartine, mappe tattili, numeri di stanza e menù in braille, spazi comuni sensoriali e anche il personale formato per accogliere al meglio le persone disabili e rendere le vacanze più accessibili e serene.





sabato 3 maggio 2014

Il segreto è l' amore


  Jean Vanier



"L'amore è non fare cose straordinarie o eroiche, ma fare cose ordinarie con tenerezza. Davanti ad un malato grave di Alzheimer, per esempio, quando non è più possibile fare nulla per lui se non prendergli la mano e restare in silenzio. La debolezza non è felicità se non si è amati. Altrimenti diventa l'inferno. Davanti questo malato, dunque ci si deve inginocchiare e aspettare. Il calore della mano, nel silenzio impotente, gli trasmetterà dritto al cuore che lo si ama per quello che è diventato. Tutto qui. Questo è amore ."
                                                                                  Jean Vanier




Jean Vanier (Ginevra, 10 settembre 1928) il filosofo e filantropo canadese , Fondatore di L'Arche (L'Arca) e ispiratore del movimento Foi et Lumiere (Fede e Luce in Italia) è stato membro del Pontificio Consiglio per i Laici. Oggi ci sono 137 comunità dell’Arca nel mondo. Nel 1997 Jean Vanier ha ricevuto il premio Paolo VI per la sua opera a favore dello sviluppo e del progresso dei popoli.