domenica 30 marzo 2014

d: poesia


Per evolversi la vita deve fare male.
Il dolore è una terraferma.
L’uomo sicuramente può contare sul dolore perchè è l’unica cosa,
da sempre.
La gioia è errabonda.
Da tempo ho una febbre insolita,
una febbre che brucia.
Sono diventata adiposa e grassa come una qualsiasi donna ansiosa,
e non so più fare miracoli,
proprio perchè non so più soffrire.
E’ il dolore che ci fa crescere ed è il dolore che ci fa morire.
Se togliamo il dolore,
togliamo il tavolo sul quale mangiamo ogni giorno.
Senza dolore finiremmo costretti a mangiare per terra…

Alda Merini

martedì 25 marzo 2014

L'anno inizia a primavera . Norouz persiano


Un bassorilievo dell'antica Persepoli : un leone che attacca un toro


L'anno  inizia a primavera . Norouz persiano
Now Ruz è il giorno in cui l’Angelo della vittoria incoraggiò lo spirito umano a creare cose sempre nuove,  la ricorrenza esprime una grande ricchezza di benedizioni, in questa notte - racconta Birouni citando Sayd Ibn Fazi - dal monte Damavand, l’altissima cima che domina Teheran, si sprigionano scintille.
NowRuz o "nuovo giorno", nella tradizione, nella cultura e nella mentalità persiana, da quattromila anni rappresenta la vittoria sull’inverno , una vittoria che nessuna circostanza storica è mai riuscita ad oscurare nel cuore degli Iraniani. 
NowRuz cade il primo giorno del mese di farvardin, in una data corrispondente al 21 marzo del calendario cristiano (la data si mantiene fissa grazie all’introduzione dell’anno bisestile nel calendario solare persiano), giorno considerato in Occidente come l’inizio della primavera perché segnato dall’equinozio ascendente.
Nella lingua Farsi, Now significa “nuovo”, Ruz “giorno”; e il termine Ruz è il risultato della contrazione del nome di Hormozd, a sua volta derivante per contrazione dal nome di Ahura Mazdah, il “Signore Saggio” unico Dio della Avesta di Zarathustra, l’Entità positiva del Mazdeismo (prima religione monoteistica, nata sull’altopiano iranico quasi tremila anni orsono): spiegazioni, queste, fornite già in epoca medievale da Abu Reyhan al-Birouni, grande storico, scienziato, matematico, astronomo e letterato persiano nato a Kharazm nel 983 d.C. e morto nel 1061.
 La tradizione del Now Ruz è oggi più che mai vitale in Iran, dove dà vita ad una delle festività più care alla popolazione.
Recita la Sura 2, versetto 164, del Sacro Corano: "Nella creazione dei cieli e della terra, nell’alternarsi del giorno e della notte, nella nave che solca i mari carica di ci? che è utile agli uomini, nell’acqua che Dio fa scendere dal cielo, rivivificando la terra morta e disseminandovi animali di ogni tipo, nel mutare dei venti e delle nuvole costrette a restare tra il cielo e la terra, in tutto ci? vi sono segni per la gente dotata di intelletto."
Ciò che rappresenta meglio il Nowruz è la tradizione delle Haft Sin (che in farsi significa “le sette S”); sul tavolo di casa, preparato con estrema cura e dedizione, vengono messi 7 alimenti (il cui nome inizia, appunto, con la lettera “S”) considerati fondamentali per la vita:
il simbolo più importante è forse dato dal Sabzeh, cioè germogli di grano o di lenticchie fatti crescere in un piatto. Rappresenta la rinascita
la Sib (mela) è simbolo di bellezza e salute
 il Sir (aglio) è simbolo di medicina
 il Serkeh (aceto) è simbolo di pazienza
 il sumac è simbolo dell’alba
 il Senjed (oleastro) è simbolo dell’amore
 e infine Samanu, una sorta di budino, è simbolo di abbondanza e ricchezza
Spesso nel tavolo Haft Sin ci sono anche libri sacri o di poesia, uno specchio, monete, uova colorate, candeline, un acquario con un pesce rosso e frutta secca. Un tripudio di colori!
fonte : http://www.mahmag.org/


lunedì 24 marzo 2014

Caffè per tutti






Edlira Nasi insieme ad altri soci ha deciso di aprire a Tirana la caffetteria " Ejona" (Albania) un locale veramente per tutti! L'impresa è nata grazie ad un finanziamente avuto dalla "Yunus Social Business" (Ysb), ovvero alla società che aiuta a reperire i fondi per le "start- up" e fornisce consulenza ad aziende , governi , fondazioni e organizzationi non governative . Ysb è stata co -fondata dal premio Nobel per la pace, Muhammad Yunus , Saskia Bruysten , Sophie e Hans Reitz Eisenmann. La società, che ha iniziato le operazioni in Albania a metà del 2012 , è collegata alla "Grameen Creative Lab" , fondata nel 2011 per concentrarsi sui fondi incubatori e servizi di consulenza,  "Ejona" ha ricevuto 42.700 euro dal Ysb al fine di affrontare i costi di caffetteria e affrontare la gestione per per i primi quattro mesi di attività. Sembra un locale come un altro e invece non è così! Nella caffetteria in questione tutto il menù può essere ordinato nel linguaggio dei segni inoltre la caffetteria accoglie opere d'arte di artisti disabili , organizza proiezioni di film e sta progettando serate teatrali , tuttavia Nasi dice che l' obiettivo principale è quello di lavorare come piccolo centro di formazione per i giovani con disabilità e rompere il pregiudizio che non siano occupabili . "Vogliamo dimostrare che le persone con disabilità possano ricoprire molti posti di lavoro e non devono avere delle limitazioni , " dice Nasi. " Qui, quando i clienti acquistano una tazza di caffè cominciano a rendersi conto di questo fatto ", conclude .









domenica 23 marzo 2014

d:poesia




IO SONO

I tuoi occhi non mi possono vedere,

la tua mano non può toccarmi,
eppure io sono.

Io sono nella luce e nel buio.

Sono nel caldo e nel freddo.
Sono nelle nuvole e nel sereno.
Sono tra le piume degli uccelli e nel volo.
Sono nel soffio che gonfia le vele.
Sono nel palloncino sfuggito di mano.

Io sono nell’aquilone e nel suo incanto.

Sono nell’aereo a motore e in quello di carta.
Sono nella banderuola che gira e gira e gira.
Sono nella musica e nel rumore.
Sono nel canto e nel tuono.
Sono nella voce del vento e nella danza delle foglie.

Io sono nel lampo e nella goccia di pioggia.

Sono nel chicco di grandine e nel cristallo di neve.
Sono nel ciclone e nell’uragano.
Sono nell’arcobaleno e nei colori.
Sono nel fumo lento che sale e sale e sale.
Sono nella nebbia umida e grigia.

Qualcuno mi ha chiesto: “ Tu sei l’aria?”

No, ho risposto, non sono l’aria, sono nell’aria.
Sono nell’aria,
come sono nell’acqua,
come sono nel fuoco
e nella terra.
Sono dentro di te e tutt’intorno a te.
Spezza un ramo e io ci sarò,
solleva una pietra e mi troverai.
Io,
Io sono.

(Alberto Benevelli

sabato 22 marzo 2014

ALESSANDRO - SHOUT- GOTTARDO

Illustrazione per l’America’s cup a Napoli 
in occasione della mostra al museo PAN ©Shout


Alessandro Gottardo, in arte Shout, fumettista italiano molto apprezzato negli Stati Uniti lavorando con Disney e realizzando storie di supereroi e fumetti underground.


Alessandro Gottardo, esempio di immagine che lui definisce surreale


"...non mi sono mai ritenuto un artista, non riesco a considerare ciò che faccio su commissione una forma d’arte o un’espressione del mio sentire, in quanto i limiti della commessa, e le tematiche che mi trovo ad affrontare non le scelgo io ma sono dettati dal cliente. E’ un lavoro senz’altro creativo ma pur sempre un lavoro." Alessandro Gottardo


Apocalypse 2.0

Alessandro Gottardo è nato a Pordenone nel 1977. Vive e lavora a Milano, collabora con case editrici, magazine, giornali, studi di animazione, design brand e agenzie pubblicitarie tra cui: The New York Times, The New Yorker, The Wall Street Journal, TIME, Esquire, Newsweek, National Geographic, Wired, The Saturday Evening Post, Le Monde, The Economist, Financial Times, Random House, Süddeutsche Zeitung, Penguin Books, Simon & Shuster, GQ, BBH UK, DDB, Young&Rubicam, Fallon, BDM, TWBA, Minimum Fax. Il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali tra cui tre Gold Medals e tre Silver Medals dalla Society of Illustrators NY e la Gold Medal dalla Society of Pubblication Designers. Le sue opre sono state esposte a Milano, Napoli e Los Angeles. Nel 2010 ha pubblicato Mono Shout (27_9 edizioni) una monografia con quasi 200 illustrazioni realizzate in dieci anni di carriera. Sempre con 27_9 ha pubblicato Jetlag V. 1 (2006), Jetlag V. 2 (2007) e Dazed (2011). Di recente è uscito C’era una voce (Topipittori, 2012), vincitore del Premio Napoli per la letteratura per l’infanzia 2012. 





mercoledì 19 marzo 2014

FRIDA KALO


"Pensavano che anch'io
fossi una surrealista,
ma non lo sono mai stata.
Ho sempre dipinto la mia realtà,
non i miei sogni."
(Frida Kahlo, Time Magazine,

"Mexican Autobiography" 1953)


Frida-Khalo "Autoritratto con collana di spine " 1940

 
Alle Scuderie del Quirinale di Roma una grande mostra sull'artista messicana di Frida Kahlo (1907-1954), simbolo dell'avanguardia artistica e icona indiscussa della cultura messicana novecentesca. L'esposizione indaga il rapporto della Kahlo con i diversi movimenti artistici della sua epoca e resterà aperta al pubblico fino a domenica 31 agosto 2014.
Presenti   oltre quaranta ritratti e autoritratti, tra cui l' Autoritratto con collana di spine, del 1940, mai esposto prima d’ora in Italia e immagine della mostra. Inoltre saranno esposti anche alcuni disegni della pittrice, tra cui lo schizzo a matita per il dipinto Ospedale Henry Ford (o Il letto volante), del 1932. Complessivamente le Scuderie del Quirinale ospiteranno circa 130 opere dell'artista . La mostra rientra in un progetto più ampio che prevede un'ulteriore esposizione  a Genova  dal 20 settembre al 15 febbraio 2015.


FRIDA KALO-Ospedale Henry Ford (o Il letto volante), del 1932

"... E’ la prima volta nella storia dell’arte che una donna esprime con totale sincerità, scarnificata e, potremmo dire, tranquillamente feroce, i fatti e particolari che riguardano esclusivamente la donna. La sua sincerità, che si potrebbe definire insieme molto tenera e crudele, la portò a dare di certi fatti la testimonianza più indiscutibile e sicura; é perciò che dipinse la sua stessa nascita, il suo allattamento, la sua crescita dentro la sua famiglia e le sue terribili sofferenze, e di ogni cosa senza permettersi mai la minima esagerazione né divergenza dai fatti precisi, mantenendosi realista e profonda, come lo é sempre il popolo messicano nella sua arte, compresi i casi in cui generalizza fatti e sentimenti, arrivando alla loro espressione cosmogonica ..." 
Diego Rivera (riferendosi a Frida Kahlo)


Frida Kahlo, nel 1938/39 circa,
fotografata dal suo amante
Nickolas Muray

"Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io." Frida Kahlo



Frida Kahlo
20 marzo - 31 agosto 2014
Scuderie del Quirinale, Roma
info: http://www.scuderiequirinale.it/

Artistica – Mente "SAGOME"






" SAGOME"un progetto della Cooperativa Progetto Promozione Lavoro di Olgiate Olona (VA) che  da anni si occupa delle autonomie relazionali e manuali di persone diversamente abili e della loro integrazione, realizzato grazie  Patrocinio del Comune di Albizzate e alla collaborazione dell’associazione MEGA di Albizzate, il Bastone Onlus e ARTEriografia .
In una  ZT,  dove ogni cosa è stata espressa in maniera libera  e con parole proprie: affetto, amore, pregiudizio, paura, dolore, ricordi, emozioni, condizioni, capricci, gioia, solidarietà e molto altro ancora,
66 artisti diversamente abili hanno dato vita a delle opere meravigliose che fanno riflettere, che aprono la mente. 
La mostra sarà accompagnata da uno spettacolo molto emozionante che concluderà  questo bellissimo percorso. Il mio nome è “NOI” vuole sottolineare maggiormente il lavoro di SAGOME e potrà essere fruito sempre in maniera totalmente gratuita. 


Artistica – Mente "SAGOME"
Palazzo Comunale di Albizzate - Varese
Dal 31 Marzo al 12 Aprile 2014 
fonte : 3.varesenews.it.cultura


martedì 18 marzo 2014

Il ragazzo sta bene cosi



“Per me e per i miei amici del quartiere – dice lo scrittore Carmine Amato - la scuola è sempre stata un dettaglio del nostro vivere quotidiano. Sotto la pseudosupervisione dei fratelli maggiori, le nostre madri ci avevano "sciolti" in mezzo alla strada alla tenera età di cinque anni. E nella strada trovavamo tutto quello che ritenevano interessante”.
Oggi Carmine Amato ci racconta nel suo libro la sua esperienza di educatore di strada e ci dice che si è ispirato a Marco Rossi Doria che ha anche disegnato delle vignette presenti nel libro. Il quartiere di riferimento è Barra - popoloso e difficile più di altri di Napoli - , il libro è scritto in maniera ironica e ripercorre l'infanzia di Carmine che oggi ha fondato una cooperativa sociale "Il tappeto di Iqbal", l'impegno sociale ha salvato Carmine ed ha salvato anche tanti minori che sono stati attratti dagli educatori di strada come Carmine, come Marco. Ma purtroppo questa figura sta scomparendo il sociale non fa notizia è impegnativo per i politici e quindi si preferisce abbandonare i minori al loro destino lasciarli alla mercè di persone senza scrupoli  che li porteranno  sicuramente a delinquere e poi sarà troppo tardi per pensare al recupero. Noi diciamo che ci vogliono più persone che come Carmine si impegnano nel sociale siamo convinti che solo queste attività porteranno i nostri figli aldilà del guado consapevoli che la seconda opportunità va offerta a tutti!!!

domenica 16 marzo 2014

d : poesia











Con la tua mano tocchi
il linguaggio sovrano
Vi è un sogno
oltre ogni forma di violenza
L’architettura del mondo sotterraneo risplende
di raggi scuri
Di fronte alla paura
hai solo la compassione, che vede

*
Quando Cantor dice che la libertà
è l’essenza della matematica, capisco cosa intende
Quella non ha limiti né fine
Ma è di per sé anche il limite
dell’indeterminato. Ho anche visto la matematica
come un cristallo, che cresce. E perciò,
come un carcere Il supercarcere che cresce
Tutti vi sono rinchiusi La differenza non esiste
E tuttavia, la sensazione che ogni formalizzazione
mi rinchiuda, benché la ragione dica
che così dev’essere, se dobbiamo capire
qualcosa Sempre più profondo nel logos
profondo Il suo sottosuolo Il suo cielo Nemmeno qui
ci sono differenze. La formalizzazione
ultima? Non esiste Come ogni giorno
è l’ultimo giorno Seguiamo la libertà a cui ci costringe


 Goran Sonnevi

sabato 15 marzo 2014

più si è diversi e più si è ricchi?








Lesbiche ultra-ortodosse, rabbini bisessuali, omosessuali sopravvissuti all'Olocausto e attivisti transgender diciamo che come diversità ce ne è abbastanza, viene da chiedersi come vivono queste diversità i diretti interessati, visto che viviamo in un mondo che nella migliore delle ipotesi a stento sopporta un tipo di diversità?! Nell'ambito del "mese della storia LGBT" che si celebra a Londra le varie identità ebraiche saranno in mostra nel Rainbow Jews, un progetto unico caratterizzato da una varietà di eventi : foto, rappresentazioni orali, circuiti da visitare.

venerdì 14 marzo 2014

d: foto






Lynn Bianchi vive a New York, lei interpreta con una coreografia da sogno la cultura culinaria del 20 ° secolo. Le sue opere mostrano, non senza ironia donne nude che mangiano spaghetti, bevono il tè, telefonano, e ridono, ridono molto.
fonte : http://www.lynnbianchi.com/


mercoledì 12 marzo 2014

KLIMT , alle origini di un mito


Giuditta II


 "Klimt alle origini di un mito" il titolo della  mostra a Palazzo Reale di Milano  organizzata dal comune  in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna presenta  una straordinaria collezione di oltre 100 opere provenienti in gran parte dal Museo del Belvedere di Vienna, tra i quali "Adamo ed Eva", "Giuditta II", "Girasole" e "Acqua mossa" e ripercorre  tutta la carriera dell’artista austriaco, dagli anni della sua formazione con gli studi di arte applicata all’istituto di Art and Craft a quelli della Secessione Viennese (1897) che auspicava un rinnovamento artistico, per concludere il percorso con la ricostruzione del famoso Fregio di Beethoven , fregio lungo 34 metri,  esposto a Vienna nel 1902, nel Palazzo della Secessione, in occasione della XIV esposizione del gruppo dedicata a Beethoven.


Fregio di Beethoven 


"Si tratta di un numero rilevante di dipinti, solo alla mostra organizzata nel 2012 al Belvedere per il 150/o anniversario della sua nascita siamo riusciti a presentarne 40 Klimt, in confronto ad altri pittori, non è stato molto prolifico, di lui si conoscono 250 lavori in tutto, ma molti sono andati perduti o distrutti e in definitiva quelli accessibili per le esposizioni temporanee sono un centinaio".   Alfred Weidinger,  curatore della rassegna e vice direttore del museo viennese


Adamo ed Eva, particolare, 1917-1918


Klimt, Gustav. Artista austriaco (Baumgartner, Vienna, 1862 - Vienna 1918); è stato il principale esponente della Secessione viennese. Figlio dell'incisore e orefice boemo Ernst, incominciò a lavorare seguendo la professione paterna. Nel 1867 si iscrisse alla Kunstgewerbeschule, dove nel 1878 fu suo maestro F. Laufberger, che esercitò su di lui una profonda influenza. Fu Laufberger a procurargli, nel 1880, la commissione di decorare il palazzo, appena costruito, dell'architetto Sturany sullo Schottenring a Vienna. In quest'opera, che durò due anni, K. ebbe come aiuto il fratello Ernst junior e il più anziano F. Matsch. Con gli stessi decorò nel 1882 il soffitto del teatro di Reichenberg; l'anno dopo i tre artisti lasciarono la scuola e crearono un proprio studio. Nello stile del loro maestro, che risentiva del gusto decorativo di H. Makart, produssero un numero notevole di decorazioni: teatro di Fiume, 1883; Kurhaus e teatro di Karlovy Vary (Karlsbad), 1886-88; scalea del Burgtheater di Vienna. Nel 1891 cominciarono a dipingere le lunette sopra la scalinata del Kunsthistorisches Museum. Sono i primi lavori in cui l'opera di K. si distingue da quella degli altri due membri del gruppo, la cui attività fu interrotta in seguito alla morte del fratello Ernst nel 1894. Gli anni immediatamente successivi furono per K. ricchi di esperienze e di ricerche volte verso le problematiche del post-impressionismo (Musica, 1895, Monaco, Neue Pinakothek). Sempre più in contrasto con le autorità accademiche, nel 1897, seguendo l'esempio di quanto era già avvenuto a Monaco nel 1892, con altri 19 artisti fondò la Secessione viennese (Vereinigung bildender Künstler Österreichs, Secession), della quale fu presidente fino al 1905. 


The Sunflower (1907)


Dal 1900 al 1903 fu incaricato di dipingere tre composizioni, ispirate alla Filosofia, alla Medicina e alla Giurisprudenza, per l'università di Vienna, tutte rifiutate e aspramente criticate perché ritenute oscene. In una alternativa di crudo naturalismo e di astratto decorativismo, K. aveva infatti cercato di esaltarvi la natura e la vita in antitesi con le convenzioni sociali. Intanto si maturava il suo stile più personale e inconfondibile, impostato su una preziosità inesauribile, raggiunta con l'uso di materiali diversi (oro, vetri), in un continuo svolgersi di forma dal reale all'astrazione decorativa. A formare la cultura figurativa di K. concorrono motivi bizantini e giapponesi e, soprattutto, elementi dello stile "floreale". La pittura di K. mira a un'espressione raffinata, piena di sottintesi letterarî e simbolici, al cui cerebrale estetismo si associano accenti di acuta sensualità. La sua ricerca di sottili ritmi decorativi di linee e di colori ebbe grande influenza per la formazione delle correnti astrattiste, e dello stesso Kandinskij. (www.treccani.it)


Acqua mossa



"KLIMT , alle origini di un mito"
a cura di Alfred Weidinger ed Eva di Stefano
realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna 
Palazzo Reale , Milano
dal 12 marzo al 13 luglio 2014




martedì 11 marzo 2014

Le metamorfosi e il simbolo animale


Vettor Pisani 

"Le metamorfosi e il simbolo animale"la mostra  a cura di Graziano Menolascina presso Spazio Nea di Napoli, quattordici artisti di fama  internazionale raccontano le metamorfosi dell’ "uomo umano". le opere di Vettor Pisani,  Mattew Barney, Robert Gligorov,  Yo Akao,  Franco Menolascina,  Andrea Fogli,  Michele Cossyro, Maurizio Savini, Danilo Bucchi, Matteo Basilè, Urs Luthi, Jan Van Oost, Yasumasa Morimura restituiscono una visione dell’animalità come fenomeno  con  la sua simbologia slegata da ogni preconcetto sociale.



URS-LUTHI

La metamorfosi, ovvero la possibilità di mutare il proprio aspetto fisico e la propria personalità,ha da sempre esercitato un fascino particolare sull’immaginazione dell’uomo,che di volta in volta l’ha interpretata in modi diversi, vedendola ora come spazio di libertà e via di fuga da una condizione troppo rigorosamente definita, ora come disumanizzazione e perdita della propria identità, ora come mezzo per far emergere una parte nascosta del proprio io. Non a caso questo tema attraversa tutte le epoche ed è presente in tutte le manifestazioni del pensiero e dell’immaginazione, dalle arti figurative alla letteratura.


MATTHEW-BARNEY



"... quando anima e corpo sono insieme, all'uno la natura prescrive di servire e di obbedire, 
all'altra di comandare e di dominare. 
Di conseguenza, quale dei due ti pare sia simile al divino e quale al mortale?
 Non pare a te che il divino per sua natura propria sia atto a dirigere e a comandare e 
il mortale a obbedire e stare al suo servizio?" 
Platone, Fedone 


Le metamorfosi e il simbolo animale
Spazio Nea , Napoli 
dal 13 marzo fino al 15 aprile 2014
info: http://www.ilmattino.it





domenica 9 marzo 2014

d : poesia



Stazione

Un treno è entrato in stazione. È fermo, vagone dopo vagone,
Ma nessuna porta si apre, nessuno scende o sale.
Ci sono veramente delle porte? Là dentro un brulichio
Di uomini rinchiusi che vanno su e giù.
E scrutano dai finestrini immobili.
Fuori lungo il treno cammina un uomo con un martello.
Urta le ruote che debolmente risuonano. Tranne qui.
Qui il rumore aumenta incomprensibilmente: un fulmine,
Il rintocco dell’orologio della cattedrale,
Il rumore della circumnavigazione del globo
Che solleva tutto il treno e le pietre umide dei dintorni.
Tutto canta. Ve lo ricorderete. Andate avanti.


Tomas Transtromer



 

giovedì 6 marzo 2014

d:Video



 Il Maam, è il museo dell’altro e dell’atrove,  animato da opere di grande interesse e di importanti interpreti, da Losvizzero a Tosatti. Questo  è il trailer del film su Metropoliz  diretto da Fabrizio Boni e Giorgio de Finis. 

(...) è una storia di fantascienza. Ma è anche una storia di convivenza, di condivisione e di impegno politico. È la storia di un'occupazione e di una provocazione artistica, di un'astronave e di un museo.
Metropoliz è una ex-fabbrica di salami abbandonata alla periferia di Roma, quadrante stellare di Tor Sapienza, uno di quei posti dimenticati da tutti che sembrano usciti da un film di Pasolini o di Tarkovskij. Un gruppo (dis)omogeneo di Italiani, Tunisini, Peruviani, Ucraini, Africani e Rom un giorno rompe il lucchetto del cancello della veccia fabbrica e decide di trasformare quel posto nella loro CASA. Ristrutturano, riparano, organizzano e abitano quello spazio, cercando di farne -- eroicamente e talvolta un po' rocambolescamente -- un luogo dove condurre una vita decorosa.
Ma i Metropoliziani sono costretti a lottare, perchè la gente della Terra non capisce come essi possano vivere felici, così fuori dalle regole. In fondo li temono e ne sono invidiosi. Stanchi di essere sempre sotto assedio, un bel giorno decidono di abbandonare le barricate e di sfuggire una volta per tutte alle spinte centrifughe della città che li pone ai margini della società civile, negandogli casa, lavoro, salute e diritti. Il loro progetto è semplice: costruire un razzo per andare a vivere sulla Luna. (...)

d:Video


L'8 marzo a Milano ci sarà l'inaugurazione ufficiale della Casa delle Donne, uno spazio per tutte le donne, aperto a giovani e straniere






martedì 4 marzo 2014

Muse inquietanti - Ritratte da uomini inquieti


Giuseppe Bergomi


"Muse inquietanti. Ritratte da uomini inquieti" la collettiva a curata di  Chiara Gatti per la Nuova Galleria Morone di Milano, ritratti femminili eseguiti da 9 autori internazionali di diverse generazioni: Sylwester Ambroziak, Georg Baselitz, Giuseppe Bergomi , Agenore Fabbri, Lucian Freud, Domenico Grenci, Marco Perroni, Karl Plattner e Giovanni Sesia. Le opere, messe a confronto diretto con un’incisione di Rembrandt, acquaforte di un nudo femminile , indagano sul  rapporto tra artista e modella.
"Madri, mogli, muse, amanti. Nel panorama della storia dell’arte, molti sono i ruoli rivestiti delle donne nelle immagini che ne hanno svelato la storia o rubato un pezzetto di anima. Ma lo sguardo puntato su di loro è stato sempre naturalmente duplice. Da un lato, la prospettiva di donne che hanno raccontato altre donne. Da Artemisia Gentileschi a Käthe Kollwitz, sino a Louise Bourgois, per fare solo qualche esempio. Dall’altro lato, ci sono stati invece uomini che hanno indagato l’universo femminile per farsene interpreti, oppure perché si sentivano protagonisti della vita delle loro donne, avendo avuto l’opportunità di conoscerle intimamente.
Basti pensare al grande Rembrandt (1606-1669) che di donne – fra la moglie, la balia e la domestica – ne ha amate tante e altrettante ne ha ritratte. Oppure a Egon Schiele che, per colpa proprio delle donne, adolescenti disinibite come la sorella Gerti, la prima compagna Wally o la moglie Edith, finì addirittura in prigione, accusato di adescamento. Povero Schiele, colpevole solo di aver descritto, con segni troppo crudi, l’angoscia della vita, appesa disperatamente a un corpo indifeso.
Tanti sono i casi di dipendenza di una donna dal suo interprete al cavalletto, a cui sembra essersi affidata senza veli; ma si tratta spesso di situazioni da leggere al contrario, come forme di dipendenza dell’artista stesso dal suo modello. Cézanne ritrasse la moglie Hortense infinite volte, infliggendole lunghe ed estenuanti sedute di posa. Lei quasi lo detestava! Lui, viceversa, vedeva rispecchiato in lei il suo amore per la natura delle cose. Non poteva fare a meno di osservarla, studiarla, ritrarla, per una questione squisitamente egoistica.
Lette in quest’ottica, la madre, la moglie, la musa, l’amante diventano specchi dell’animo dell’autore che su di loro, nelle loro pose inquiete e contorte, nei tratti di volti spigolosi come aculei, riversano una parte di sé, si mettono a nudo, rivelano se stessi.
Al di là dei luoghi comuni, dei cliché, degli stereotipi che vedono nelle donne “ritratte” i temi classici della fragilità, della dolcezza, della seduzione messe in mostra, ecco allora una mostra che parla stranamente di uomini, attraverso le loro donne. Una mostra di “autoritratti” allo specchio, animata da nove artisti del Novecento, fra maestri storici e giovani emergenti, messi idealmente in dialogo con un capolavoro inciso di Rembrandt, uno dei suoi celebri nudi inghiottiti dall’ombra.
Agenore Fabbri (1911-1998) trasferì nelle sue femmine dagli occhi pesti e i corpi squartati il dramma della guerra, patito in prima linea sul fronte jugoslavo, prima di unirsi alla Resistenza e approdare a Milano nel ’45 dove abitò per mesi fra le panchine della Stazione Centrale e gli interni scassati di una Balilla. Lucian Freud (1922-2011) puntò il proprio obiettivo sull’individuo inteso come pura fisicità, immortalando gli aspetti più labili del corpo, ossessionato per la sua decadenza. Da qui le figure fuori scala, fortemente scorciate, in posizione supina, contorta, sdraiate su pavimenti duri e sporchi. Arrendevoli, osceni nelle loro nudità imbarazzanti, i suoi personaggi alludevano alla sua stessa difficoltà di comunicazione e alla solitudine vissuta all’interno di una coppia.
Un lascito ideale e un sentimento tosto dell’esistenza, condivisi da altri autori intensi come Plattner (1919-1986) o Baselitz (classe 1938) e raccolto anche da artisti contemporanei come Giovanni Sesia (classe 1955) che unisce pittura e fotografia in opere simili a diari di viaggio, scritti sulla pelle nuda delle sue figure; o come lo scultore Giuseppe Bergomi (classe 1953) abilissimo nell’affidare alla terra cruda nudi di femmine volitive, spigolose come quelle di Schiele, anime di un suo mondo raggelato nell’attesa.
Fra i più giovani, Domenico Grenci (classe 1981) è autore di volti acquosi, tenui come la memoria e la dimenticanza; Marco Perroni (classe 1970) è interprete di un corpo spezzato e molesto, sinonimo di affanni interiori espressi a suon di zampate sulla tela; e infine il polacco Sylvester Ambroziak (classe 1964) sembra scolpire le sue forme aspre nel legno con l’accetta, per comunicare la rabbia di creature a caccia di una identità perduta." (testo dal comunicato stampa)


Domenico Grenci


Muse inquietanti.  Ritratte da uomini inquieti
Nuova Galleria Morone  - Milano
fino al 30 aprile 2014
fonte : www.nuovagalleriamorone.com/

lunedì 3 marzo 2014

The Face












" Non incontrerai mai due volti assolutamente identici.
Non importa la bellezza o la bruttezza:
queste sono cose relative.
Ciascun volto è simbolo della vita.
E tutta la vita merita rispetto.
È trattando gli altri con dignità
che si guadagna il rispetto per sé stessi "

(Tahar Ben Jelloun)







La mostra e gli eventi - Farfalle


L'aria è brezza e vento ,
è soffio e sospiro, è sussurro e parola...
l'aria è musica e melodia ,
è profumo e incanto...



Dei quattro elementi l'aria è il più delicato. E' invisibile, immateriale , impalpabile. E' spazio intangibile che avvolge l'universo , la linea di demarcazione tra terra e cielo , il punto di contatto tra spiritualità e materia .

ARIA sesta rassegna internazionale di illustrazione " La mostra e gli eventi "
spettacolo teatrale : "Farfalle "
Padova ,Museo Diocesano fino al 3 giugno 2012


"Le coreografie e i movimenti scenici si alternano in un involucro raffinato e immersivo nel quale si susseguono giochi di luce ed azioni teatrali interattive. La “casa delle farfalle”, tutta bianca, è racchiusa tra due pareti che si aprono verso l’alto e sembrano due grandi ali. I bambini sono invitati ad entrare all’interno di un grande bozzolo/culla dove il contatto con le farfalle diventa un sogno avvolgente; da qui, è possibile osservare e percepire il loro mondo in una gioco d’animazione grafica originale e suggestivo.
Lo spettacolo si sviluppa in un’atmosfera delicata, ambientato in un microcosmo nel quale prevale un rispettoso silenzio: le farfalle disegnano nell’aria simpatici giochi di luce e accompagnano i bambini in una grande avventura che è la metamorfosi del nascere.
Il gioco visivo e sonoro prodotto da questo mélange di danza, immagini e musica è creato dai danzatori che intervengono su di un sistema di sensori comandati dal computer engineer Rossano Monti, in un'ambientazione sonora diretta dal sound design Spartaco Cortesi. la caratteristica degli spettacoli del TPO prevede una partecipazione attiva del pubblico; anzi proprio l’azione spontanea crea gli esiti più sorprendenti in questa forma di teatro interattivo.
Le coreografie e i movimenti scenici si alternano in un involucro raffinato e immersivo nel quale si susseguono giochi di luce ed azioni teatrali interattive. La “casa delle farfalle”, tutta bianca, è racchiusa tra due pareti che si aprono verso l’alto e sembrano due grandi ali. I bambini sono invitati ad entrare all’interno di un grande bozzolo/culla dove il contatto con le farfalle diventa un sogno avvolgente; da qui, è possibile osservare e percepire il loro mondo in una gioco d’animazione grafica originale e suggestivo.
Lo spettacolo si sviluppa in un’atmosfera delicata, ambientato in un microcosmo nel quale prevale un rispettoso silenzio: le farfalle disegnano nell’aria simpatici giochi di luce e accompagnano i bambini in una grande avventura che è la metamorfosi del nascere.
Il gioco visivo e sonoro prodotto da questo mélange di danza, immagini e musica è creato dai danzatori che intervengono su di un sistema di sensori comandati dal computer engineer Rossano Monti, in un'ambientazione sonora diretta dal sound design Spartaco Cortesi. Come nelle ultime produzioni della trilogia CCC [Children Cheering Carpet] la caratteristica degli spettacoli del TPO prevede una partecipazione attiva del pubblico; anzi proprio l’azione spontanea crea gli esiti più sorprendenti in questa forma di teatro interattivo."
www.icoloridelsacro.org

Eadweard Muybridge- 182° anniversario della nascita



Eadweard Muybridge (1830-1904) il fotografo inglese considerato il padre della fotografia in movimento.
"A Muybridge fu chiesto da Leland Stanford, governatore della California e uomo d’affari di verificare se fosse vero il sospetto che durante una corsa di cavalli ci fosse un istante in cui l’animale si trovasse con tutte le zampe staccate dal suolo. Attraverso 24 macchine fotografiche Muybridge riuscì con successo e “The Horse in motion” (così furono denominate le sequenze fotografiche) permise di osservare che gli zoccoli si sollevavano dal terreno completamente ma non come solitamente veniva rappresentato dai pittori, nella posizione di completa estensione. La tecnica del fotografo inglese fu sempre più utilizzata da scultori e pittori che rivoluzionò il mondo degli artisti nel loro approccio con le opere da raffigurare, soprattutto quelle in movimento.
Muybridge progettò anche il Zoopraxiscopio, un dispositivo ottico per visualizzare immagini in movimento molto simile al Zootropio e fu l’antesignano dell’uso della cronofotografia per registrare in un’unica immagine e in un’unica lastra le varie posizioni di un qualcosa in movimento secondo diversi momenti temporali."(Soverato News)

Ad Eadweard Muybridge nato a Kingston upon Thames il 9 aprile 1830 e deceduto a Kingston upon Thames l’8 maggio 1904, il gruppo musicale U2 ha dedicato in passato la canzone Lemon.

domenica 2 marzo 2014

d: poesia


Paolo Domeniconi


C’è chi insegna 
guidando gli altri come cavalli 
passo per passo: 
forse c’è chi si sente soddisfatto così guidato. 

C’è chi insegna lodando 
quanto trova di buono e divertendo: 
c’è pure chi si sente soddisfatto 
essendo incoraggiato. 

C’è pure chi educa, senza nascondere 
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni 
sviluppo ma cercando 
d’esser franco all’altro come a sé, 
sognando gli altri come ora non sono: 
Ciascuno cresce solo se sognato 

                              Danilo Dolci



Danilo Dolci (Sesana, 28 giugno 1924 – Trappeto, 30 dicembre 1997), sociologo, poeta, educatore e attivista della nonviolenza.
Per tutta la vita Danilo Dolci ha cercato connessioni e comunicazioni possibili per liberare quella creatività nascosta in ogni persona e ha chiamato questa ricerca maieutica,  prendendo il termine dalle strutture filosofiche per incorporarlo in una pratica sociale, educativa e civile. Durante la sua vita, Danilo  Dolci ha lavorato a strettissimo contatto con la gente e le fasce più disagiate ed oppresse della Sicilia occidentale al fine di studiare possibili leve al cambiamento e le potenzialità per un democratico riscatto sociale. Costituisce una caratteristica importante del lavoro sociale ed educativo di Danilo Dolci il suo approccio metodologico: piuttosto che dispensare verità preconfezionate, ritiene che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento e dalla partecipazione diretta degli interessati. Egli infatti parte dalla profonda convinzione che le risorse per il cambiamento, in Sicilia come nel resto del mondo, esistono e vanno ricercate ed evocate nelle persone stesse. In questo senso, Danilo Dolci considera l’impegno educativo e maieutico come un elemento necessario al fine di creare una società civile più attiva e responsabile. Info: http://danilodolci.org