venerdì 30 agosto 2013

FOTO









Splendide fotografie scattate da Jen Osborne al Centro Salute e Riabilitazione Bellingham di Washington per Colors Magazine.Torna il sorriso, almeno per un pò, ai pazienti che stanno tentando di guarire dalle loro malattie. 
Dagli ultimi studi scientifici appare oramai certificato come le cure funzionino meglio sui pazienti con il sostegno degli animali. Si deve ringraziare per ciò David Lee, un operatore sociale che nel 1975 ebbe l'intuizione di regalare piccoli animali ai detenuti di un manicomio criminale di Lima in Perù. Gli effetti furono subito immediati: violenza calata drasticamente e più serenità per i pazienti.
fonte : http://www.huffingtonpost.it

giovedì 29 agosto 2013

VIDEO

L'anima degli esseri è racchiusa nel loro odore. 


"Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell'apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l'aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c'è modo di opporvisi." 
(Patrick Süskind, 1949, dal romanzo 'Il profumo', 1985)

lunedì 26 agosto 2013

Hilma of Klint - A Pioneer of Abstraction




"A Pioneer of Abstraction"  grande mostra dedicata alla pittrice svedese pioniera dell'arte astratta , realizzata dal Moderna Museet di Stoccolma , in collaborazione con la Galleria Nazionale e Museo Nazionale  di Berlino . Per la prima volta sono state raggruppate ed esposte quasi 200 opere dell’artista .
Hilma af Klint è stata una delle prime donne a frequentare l’Accademia delle Arti di Stoccolma , ha creato più di un migliaio di dipinti, disegni e acquerelli, ma per tutta la sua vita non espose  mai i suoi lavori astratti, Scrisse espressamente nel suo testamento che le sue opere dovevano essere esposte al pubblico non prima che fossero passati 20 anni dalla sua morte perché lei era convinta che i suoi contemporanei non fossero ancora in grado di cogliere il loro significato. Invece è stato solo a metà degli anni 1980 che i suoi lavori sono stati finalmente esposti e premiati per la prima volta. 

The Ten Largest, No. 1
1907



Hilma af Klint (1862 – 1944) è stata una pittrice svedese e pioniera nell'ambito dell'astrattismo pittorico. Iniziò la sua educazione artistica presso l'Istituto Tecnico di Stoccolma (oggi Konstfack), seguendo contemporaneamente anche lezioni di ritratto. Tra il 1882 e il 1887 fu allieva presso l'Accademia d'Arte. Dopo gli studi, fino al 1908, dipinse ed espose ritratti e paesaggi in stile naturalistico. In seguito abbandonò questo linguaggio tradizionale. Hilma  of Klint credeva nell'esistenza di una dimensione spirituale del quotidiano e voleva rappresentarne il contesto che si trova al di là di ciò che gli occhi possono percepire.  Ricercò attraverso la sua pittura le diverse dimensioni dell'esistenza umana.


What a Human Being 


"Le opere hanno un ottimismo incredibile. Sono piene di luce e di speranza. E raramente quest’arte è così, specialmente l’arte tedesca che spesso è oscura e pesante. Sono opere ricche di speranza, anche per il 21° secolo"Udo Kittelman, direttore del Museo Hamburger Bahnhof

Hilma  of Klint - A Pioneer of Abstraction
Museo Hamburger Bahnhof di Berlino
fino al 6 ottobre 2013. Poi sarà allestita al Museo Picasso di Malaga, in Spagna. Cinque opere di Hilma af Klint sono esposte, fino al 24 novembre, alla Biennale di Venezia.
info:http://www.hamburgerbahnhof.de/
http://www.hilmaafklintinberlin.de/

domenica 25 agosto 2013

POESIA




Nessuno che ascolti

Gridare e non avere
voce…
È inutile urlare,
qui ogni cosa
è lenta e uguale.
Nella sconsolazione
dell’attesa
mi siedo accanto
agli anni miei
perduti
e mi trascino
dietro tante
cose.
La volontà
dentro la debolezza
delinea territori
di paura.
Forse ci morirò
tra queste mura,
recluso, vecchio,
ammalato.
Tra offese e bisogni
comincia
un nuovo giorno
ed ignorato esisto.
La divisa che passa
mi dà l’idea dell’ordine,
ma il loro sguardo
riversa gelo su di noi.
Chissà che vita grama
e sordida faranno…
Nessuno che domandi:
Perché hai freddo
e tremi?
Nessuno, nessuno
che ascolti la mia voce
redenta.
Non sanno
chi cessai di essere,
che ho estinto
tutto il veleno
del mio sangue,
che ho bruciato
i sacri templi
del denaro
sul fuoco
di poche verità
ma buone
e tutto il male fatto
sarà il bene
che farò,
che ho imparato
a dipingere l’amore
col gesto
di una semplice carezza,
ad amare la poesia
come una pace
per unire amici e nemici
in un unico abbraccio.
Cos’altro si può fare
che abbia peso?
Le parole che scrivo
sono un suono represso,
sono io.

di G.C. 

 G.C. è un detenuto che  vive nel carcere di Opera , i suoi versi sono   il risultato di anni di laboratorio di scrittura e lettura portato avanti da un ex insegnante  Silvana Ceruti che da 19 anni fa amare la poesia nelle carceri.

sabato 24 agosto 2013

Il secolo di Boris Pahor - Solo un sopravvissuto può passare le sue giornate meditando immagini e pensieri d’amore





"Lungo la strada solitaria, un po’ in salita verso il fitto bosco di abeti, crescevano dei meli. Solo di tanto in tanto si udiva il cigolio di un carro, altrimenti nulla. Soltanto il silenzio del sole e dell’erba, e l’indifferente maturare dei frutti semiverdi. Fra l’erba l’inebriante raschiare delle cicale, instancabile e monotono, quasi esprimesse il perenne e impercettibile germogliare della terra, buona e immensa.
Forse è meglio che non ci sia, si disse. L’amicizia con la natura è essenzialmente diversa da quella che si instaurerebbe se lei fosse qui. Perché la natura, come tutte le madri, è gelosa; e si comporta in maniera del tutto diversa con il proprio figlio, se non è presente colei che si è impossessata del suo corpo di giovane maschio. Tanto più se questo figlio era destinato a morire ed è tornato miracolosamente a giacere nel suo grembo. Tutta la crescita delle viti e dei meli è per lui. Tutto il calore del terreno fertile è per le sue membra che hanno dormito con la morte scheletrica. Tutta la linfa degli steli entra in lui. Tutto lo zucchero scorre dai grappoli dorati e violetti nelle sue vene. In particolare, è tutto per lui l’infinito e incontaminato silenzio, dove poter raccogliere i propri pensieri infranti. E il sole. Il sole adesso è il meglio. È morbido e caldo. Caldo tutt’attorno e caldo su ogni singolo centimetro quadrato di pelle. E da ogni cellula evapora un freddo nascosto e insidioso. Da ogni citoplasma e da ogni nucleo fuoriesce l’alito del nulla. Sotto i raggi del sole nascono nuove unioni e trasformazioni, come la clorofilla nella fotosintesi. Il sole. Buono come il pane. Necessario come l’acqua. Bisogna inspirarlo, lentamente e profondamente, perché penetri ovunque e si diffonda in tutte le direzioni. Così. E così. L’uomo potrebbe vivere sempre con la natura, in modo saggio e ragionevole, certo, dovrebbe usare le proprie scoperte solo al fine di tramutare i deserti in oasi. A beneficio dell’uomo. Perché non ha senso avere il sole, se poi ti danno il crematorio. Non ha senso scoprire i sulfamidici, per poi dare alla gente Hiroshima. Nessun senso. Eppure ci hanno dato Goethe, Mozart, Beethoven, dopodichè hanno rilegato i libri con pelle umana e concimato i vasi di fiori con ceneri umane. La natura non fa queste cose. La natura non è così crudele verso l’uomo. Segue semplicemente le leggi che la guidano. E tuttavia l’uomo è diventato tale solo nel momento in cui si è separato con il pensiero dalla natura, anche se non ha smesso – né smetterà mai – di esserne parte. Perciò deve mostrarsi solidale con tutti gli esseri che, come lui, si sono innalzati al di sopra della natura e hanno cominciato a costruire il loro mondo su di essa e accanto a essa. Per lui questa è legge. La prima legge. La legge di tutte le leggi. Nessuno ha il diritto di alzare la mano su un altro uomo. Nessuna scusa può giustificare un tale peccato, né la coscienza della propria forza e singolarità, né il benessere della maggioranza, né la preparazione di un bel futuro. Non è possibile tenere in considerazione la comunità e uccidere il singolo. Non è possibile. Bisogna rispettare l’uomo. A ogni costo. Ecco. Questa è l’unica legge. L’alfa e l’omega di tutto". Una primavera difficile di Boris Pahor ©  Zandonai Editore

Boris Pahor ( Trieste il 28 agosto 1913) il maggiore scrittore sloveno di cittadinanza italiana, nato 100 anni fa a Trieste, testimone coraggioso dei crimini perpetrati dal fascismo e voce vibrante di una minoranza linguistica perseguitata, durante la seconda guerra mondiale. Laureato in Lettere nell’Università di Padova, ha insegnato lettere italiane e slovene nella città giuliana. Durante la seconda guerra mondiale ha collaborato con la resistenza antifascista slovena ed è stato deportato nei campi di concentramento nazisti, esperienza che lo ha segnato fortemente e di cui si trova traccia in gran parte della sua ricchissima produzione letteraria, a cominciare da “Necropoli” . I suoi libri, scritti in sloveno, sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, spagnolo e perfino in esperanto.  Lo scrittore festeggia un secolo il 26 agosto e si racconta nell'autobiografia "Così ho vissuto. Il secolo di Boris Pahor"per la collana Overlook di Bompiani  a cura di Tatjana Rojc , un racconto etico e vivo, denso di avvenimenti e aneddoti . Non si tratta solo di una autobiografia ma anche di una storia di Trieste, storia in cui si specchia la storia del novecento europeo,  l'8 settembre è atteso al Festivaletteratura di Mantova.


venerdì 23 agosto 2013

FOTO


 "Non voglio pensarti figlio di Dio ma figlio dell’uomo, fratello anche mio".  Fabrizio De Andrè, La buona novella .

Foto tratta dal lavoro : La nouvelle semence   Camerun 2010




Giovanni Marrozzini nasce a Fermo nel 1971, la prima volta. Rinasce a Malta nel 2001 per merito dell’amico Andrea, che gli regala una poesia. Infine nasce in Zambia, dopo un attacco di malaria cerebrale, nel 2003. All’inizio fotografa per caso; da dilettante fotografa per professione. Da professionista fotografa per passione e per necessità espressiva. Aiuta le storie che incontra a evadere dai labirinti, assecondando le loro richieste. In Argentina conosce la Fata Turchina, in Camerun incontra Mosé. Vive in camper per un anno, senza dar segni rilevanti di instabilità mentale (o almeno così gli pare). È caparbio, istintuale, entusiasta. E possiede tre tesori: Mary, Leone e Francesco, in rigoroso ma provvisorio ordine di altezza. Ulisse, l’amato cane, se ne è andato per sempre quando il suo padrone è tornato da ITAca.

fonte : www.marrozzini.com
info: http://www.itaca.me
http://www.centrofotografia.org


giovedì 22 agosto 2013

VIDEO


"Chi siamo noi? – si chiedono in Monchichi – Cosa ci unisce?". 
"La danza, l’amore, un linguaggio comune costruito nella diversità delle origini"è la risposta.


Coreografia Sébastien Ramirez & Honji Wang
Direzione artistica Sébastien Ramirez
info: www.sebastienramirez.com


Sébastien Ramirez e Honji Wang sono una coppia sia nell’arte che nella vita. Lui francese di radici spagnole,lei di origini coreane nata in Germania, si esibiscono in tutto il mondo e vivono a Berlino, dove lavorano e dove condividono il loro status di "migranti".

Sébastien Ramirez ha iniziato la sua carriera come B-Boy nel 1996, diventando ballerino professionista e coreografo nel 2000. Oggi lavora come direttore artistico, coreografo e ballerino. Ispirato alla cultura hip-hop fin da bambino, la sua attenzione si è concentrata sul B-boying, ma in seguito ha sviluppato un interesse anche per altri generi di movimento, esplorando diverse aree della danza e creando un proprio stile. Il ballerino e coreografo concentra la propria arte sui tre pilastri della creatività, della bellezza e della diversità: l’incontro e l’incrocio di tradizioni e pratiche culturali, elementi imprescindibili della sua quotidianità ed esperienza, producono infatti secondo Sébastien Ramirez uno «scontro» positivo e creativo. Nel 2007 Sébastien Ramirez risultò uno dei 16
migliori B-Boys al mondo e rappresentò la Francia al Mondiale 1 vs 1 Red Bull BC One in Sud Africa, dopo aver vinto il primo posto nelle selezioni francesi. Quest’estate dopo la loro acclamata performance all’Apollo Theatre di Harlem, Sébastien Ramirez e Honji Wang sono stati nominati per i New York Dance and Performance Awards (The Bessies) come outstanting performers.

Honji Wang è nata a Francoforte e vive e lavora a Berlino. Dopo una formazione accademica in danza classica, ha sviluppato le sue abilità nel bgirling, newstyle e house dance. Collabora anche con i coreografi contemporanei Arco Renz (Belgio) e Constanza Macras (Berlino).
Ramirez e Wang hanno maturato insieme un nuovo linguaggio coreografico spesso definito "teatrodanza urbano". Le loro creazioni sono supportate e apprezzate a livello internazionale ed entrambi vantano una notevole collezione di riconoscimenti e premi, quali il Red Bull BC One, i concorsi di danza contemporanea di Ludwigshafen e Hannover e il festival di Osaka. Nel 2012 sono stati nominati per il Rolex Mentor & Protégée Arts Initiative Program.
fonte:http://webcache.googleusercontent.com



mercoledì 21 agosto 2013

Francesco Zizola - Uno sguardo inadeguato


Un bambino palestinese gioca in un canale alimentato dalla sorgente di Al-Auja, Cisgiordania. 



Sarà inaugurata il prossimo 15 settembre 2013 la mostra " Uno sguardo inadeguato "di Francesco Zizola al Cifa , Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena. Un’inedita selezione di fotografie che il fotoreporter romano ha fatto negli ultimi 10 anni e in 20 paesi nel mondo. Un lavoro intenso e molto emozionante in cui l’autore analizza la linea di confine tra il guardare e l’essere guardato. Gli autori che affiancano Francesco Zizola nei locali del Centro sono Luca CATALANO GONZAGA, Francesco COMELLO, Ermanno FORONI, Enrico GENOVESI, Daniele LIRA, Antonio MANTA, Antonella MONZONI, Gianmarco PANUCCI, Alessandra QUADRI, Roberto STRANO.


Due ragazzi attendono l’infrangersi di una grande onda contro la spiaggia dell'Arpoador.
 Rio de Janeiro, Brasile, 2008

Francesco Zizola (Roma, 1962)  fotografo italiano, vincitore del World Press Photo of the Year 1996.
Laureato in antropologia, dal 1986 le fotografie di Zizola sono apparse su riviste di tutto il mondo (The New York Times, Stern, Der Spiegel, El Mundo) ed ha ricevuto un totale di sette riconoscimenti World Press Photo, compreso il World Press Photo of the Year per alcuni scatti che documentavano la tragedia delle vittime delle mine antiuomo in Angola.
Mostre fotografiche di Zizola sono state esibite in tutta Europa. Sono stati inoltre pubblicati quattro suoi libri fotografici: Ruas, che ha vinto il MIFAV come miglior libro fotografico del 1994, Sei Storie di Bambini, Stati d'infanzia, Né Quelque Part/Born Somewhere, frutto di un reportage di dodici anni sulle condizioni dei bambini in tutto il mondo. Nel 2008 fonda con altri prestigiosi fotografi l'agenzia Noor.


Due bambini giocano sulle sponde di un affluente del Nilo, 
presso Wau. Sud Sudan, marzo 2011

"La peculiarità della mia posizione sta nell’essermi trovato a percorrere il crinale che separa due mondi: quello che divide il mondo di chi guarda da quello di chi è guardato. Se davvero l’obiettivo della mia macchina è stato gli occhi di coloro che hanno poi visto le mie foto e che hanno così potuto conoscere e formarsi un’opinione su situazioni altrimenti loro precluse dai limiti del loro orizzonte esperienziale e percettivo, la mia responsabilità consiste anche nell’esercitare un costante ripensamento critico della mia posizione di testimone, filtro non-obiettivo (ironia della lingua) alla continua ricerca di un possibile equilibro sul crinale tra quei due mondi. Da dove guardo? Da dove scatto le mie fotografie? Credo che per me sia tempo di aprire la riflessione sul campo dello sguardo, per restituire complessità alle immagini e lasciarle evocare una vicenda che ha viaggiato parallela rispetto a quella di sofferenza, dolore, disperazione, riscatto o rivincita che conosciamo già. Una vicenda in cui chi guarda è ora a sua volta ri-guardato dalle immagini, e chiamato in causa. La storia che ho la speranza di raccontare con queste fotografie è anche quella di chi fino ad ora ha guardato ed è stato a guardare. La storia che ci ri-guarda."Francesco Zizola


Un campo di canna da zucchero durante un incendio controllato. 
Vitória de Santo Antão, Pernambuco, Brasile.
Novembre 2011


Francesco Zizola - Uno sguardo inadeguato 
Centro Italiano Fotografia d'Autore, via delle Monache 2, Bibbiena
fino all' 8 settembre 2013
http://www.zizola.com

martedì 20 agosto 2013

Andata e ricordo -Souvenir de voyage


"C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo che si viaggi per tornare. L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da sé stessi non si può fuggire. "Andrej Tarkovskij, Tempo di viaggio



Tano Festa "Michelangelo accordino to Tano Festa" 1967 


 "Andata e ricordo -Souvenir de voyage", mostra  di  fotografie dei Grand Tour ottocenteschi, le prime guide dei viaggiatori di inizio novecento, i diari di viaggio dei futuristi, la parabola della pubblicità dall’illustrazione d’autore al kitsch, l’ironia della Pop Art, i linguaggi contemporanei del video e dell’installazione  in una mostra che cerca di capire come è cambiato il modo di viaggiare e di abitare i luoghi sotto la spinta della globalizzazione e del postmoderno di massa. L'esposizione  è  curata da .......   si apre con " Tempo di viaggio" un racconto   per immagini del grande regista russo Andreij Tarkovsky che nel 1983 compiva il suo Grand Tour accompagnato dal poeta e sceneggiatore Tonino Guerra. Un modo di viaggiare, quello di Tarkovsky e Guerra, che non cedeva alle tentazioni della memoria, ma che raccoglieva immagini per appropriarsi di se stessi e del mondo.
Il racconto di questo viaggio introduce in modo critico il tema chiave della mostra: oggi l’industria globale del turismo di massa ci inonda di immagini di luoghi con un “taglio turistico”.Sono “immagini delle immagini”, che alimentano le nostre mappe mentali e che condizionano la nostra immagine del mondo in un senso ben preciso: quello della progressiva sovrapposizione degli spazi turistici e di quelli culturali. (ITALPRESS).


Marcello Dudovich "in spiaggia" - 1920

"Andata e ricordo -Souvenir de voyage"
Mart Rovereto (TN)  
fino all’8 ottobre 2013
http://www.mart.trento.it






domenica 18 agosto 2013

POESIA




by Bo Bartlett


Prima del viaggio si scrutano gli orari,
le coincidenze, le soste, le pernottazioni
e le prenotazioni (di camere con bagno
o doccia, a un letto o due o addirittura un flat);
si consultano le guide Hachette e quelle dei musei,
si cambiano valute, si dividono
franchi da escudos, rubli da copechi;
prima del viaggio s’informa
qualche amico o parente, si controllano
valige e passaporti, si completa
il corredo, si acquista un supplemento
di lamette da barba, eventualmente
si dà un’occhiata al testamento, pura
scaramanzia perché i disastri aerei
in percentuale sono nulla;
prima
del viaggio si è tranquilli ma si sospetta che
il saggio non si muova e che il piacere
di ritornare costi uno sproposito.
E poi si parte e tutto è O.K. e tutto
è per il meglio e inutile.

E ora, che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo.

Eugenio Montale




sabato 17 agosto 2013

DAL TRAMONTO ALL’ALBA


"DAL TRAMONTO ALL’ALBA. Collettiva delle Arti ". In un ambiente suggestivo  un evento suggestivo, arte e musica che si uniscono al paesaggio del Castello di Rocca Imperiale,  molti gli artisti che esporranno le loro opere , dal 17 agosto 2013 dalle ore 18,00 al 19 agosto fino alle ore 04,00 c/o il Castello Svevo di Rocca Imperiale (CS)




programma :

Ore 19.30: Inaugurazione “Incontri di linfe
Mostra personale di Annamaria Panarace
affiancata dalle opere di Mimmo Rotella e Max Kuatty dalla collezione G.Brunacci
con la partecipazione della poetessa Carmen Cospite e
lo scrittore Giuseppe Iannarelli , a cura del Prof. Alfredo Boyer.

Ore 21.00 LA MAGIA DELL’ISPIRAZIONE
Performance di Pittura e Musica con la collaborazione della ballerina Silvia Sorano
e il musicista Saverio Marino. Massimo Di Leo,le proposte del FranCouture Project
dello Stilista Francesco Corrado

Ore 22.00 AUDIOPOESIA di Domenico Donaddio e Mone Rolek

Ore 22.30 Trio Rag, concerto di musica Folk, Scozzese, Americana

Ore 24.00 ballerini ospiti Gaetano De Biase e Rossella Dattoli spiral movement CFA

Ore 24.30 "L'abbraccio del Sud" di Alessandra Marturella con Yuli Romero.
Esecuzione di danze tradizionali del Sud Italia. Per non dimenticare le nostre origini.
Ore 01.00 Alfjo Greco e ‘Nduja Soul Project in concerto

Ore 02.00 Katanga Family in dance hall style.
Ore 04.00 Colazione all’Alba con Federico II


Esposizioni di Romina Giordano ,Marco Corrado e Parblè Art– Ecò.

domenica 11 agosto 2013

POESIA


 Ernst Haas, 1963


LASCIO QUESTI VERSI COME UN ADDIO


Lascio questi versi come un addio
inghiottito dalla nudità della memoria
sapendo che il mondo non ne ha bisogno.
Del mio saluto con la mano che trema
giù nel fondo stellato
nessuno si accorge.
Orizzonte precario
mi appoggio alla tua acqua fredda
e scavo la tua fronte di cielo oscuro
abbandonato nella nebbia fitta
non so da dove vengo e dove vado
assedio nevi che mi assediano
in balia di neri uccelli
voglio sapere chi mi separa da una terra impazzita
e che fine faranno la mia Ombra oltre l'acqua
la pioggia che cade nella pioggia e gli Dèi fra gli alberi
in fila accanto al freddo e al destino
attendo che mi chiamino all'alba dalle pietre
volti pallidi di voci arrochite
il mio nome è una linea che divide
la luce dall'oscurità
il mio corpo misura tra la sabbia e il cielo.

Gezim  Hajdari , da Stigmate, Besa Editore, 2002


Gezim  Hajdari è nato il 25 febbraio 1957 a Hajdaraj, Lushnje, nel centro di Albania da una famiglia di ex proprietari terrieri perseguitata dal regime comunista ed a cui furono confiscati i beni durante la dittatura di Enver Hoxha. A Hajdaraj città dove durante l’autunno e l’inverno si scatenano lampi e tuoni tremendi e tira sempre vento, ha finito le elementari, proseguendo poi gli studi a Lushnje conseguendo la maturità di ragioniere, per poi laurearsi in Lettere Albanesi all’Università “A. Xhuvani”di Elbasan e in Lettere Moderne a "La Sapienza" di Roma.
Nella vita ha fatto di tutto. Nel suo paese ha lavorato come operaio, guardia di campagna, magazziniere, ragioniere, operaio di bonifica, insegnante di letteratura dopo il 1990. In Italia pulitore di stalle, zappatore, manovale, aiuto tipografo. 
Nel 1991 è stato tra i fondatori del Partito Democratici e del Partito Repubblicano della città di Lushnje, ricoprendo la carica di segretario regionale. Fonda un settimanale di opposizione e scrive su quotidiani a carattere nazionale. Nella sua attività di opposizione al regime, non ha mai mancato di denunciare i crimini commessi dal vecchio e dai nuovi regimi, per questo ha dovuto lasciare il paese nel 1992. 
Riparato in Italia, viveva da solo nelle rovine di un edificio abbandonato fino a quando nel 1997 ricevette il prestigioso Premio Montale per la poesia inedita, ed il Consiglio Comunale di Frosinone gli offrì un appartamento e la cittadinanza onoraria per meriti letterari.
Attualmente vive di conferenze e lezioni presso l’università in Italia e all’estero dove si studia la sua opera, ma nel suo paese la sua opera è ignorata. 

venerdì 9 agosto 2013

lunedì 5 agosto 2013

Mario Schifano 1960 - 1970



"La pittura è la mia maniera di esistere"
Mario Schifano


Paesaggio TV, 1970 


Ottanta opere di Mario Schifano, realizzate nel decennio 1960-1970, tra i più prolifici e significativi della produzione dell'artista, in mostra al Castello Pasquini di Castiglioncello fino al 6 ottobre. L'iniziativa è promossa dal Comune di Rosignano Solvay in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano, da cui provengono le opere esposte. Cura la mostra Luciano Caprile.
La mostra prende avvio dai monocromi realizzati a partire dal 1959, smalti su carta in cui il colore compatto occupa totalmente o in parte la superficie delimitata da un riquadro.


Paseaggio anemico, 1965 


Sono presenti quadri che ben mostrano l'immersione dell'artista nella realtà del suo tempo e la sua partecipazione e preoccupazione per i problemi che assillavano la sua epoca: la guerra, il pericolo nucleare e poi c'è la televisione con la sua invadente ed ingombrante presenza. "Erano gli anni dell’informale o uno andava nelle strade e guardava i cartelloni pubblicitari o andava nelle gallerie a vedere i quadri informali. Stranamente per me e altri pittori era quello che si trovava all’esterno delle gallerie che ci sollecitava."Mario Schifano



Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno alla società, 1968 



Mario Schifano 1934  Homs, Libia; Roma 1998. Ritenuto dalla critica il maggiore talento della Pop Arte italiana. Esordisce nel 1959 alla galleria Appia Antica a Roma con opere informali ad alto spessore materico, caratteristica che si ripresenta anche nel successivo ciclo dei Monocromi che comprende opere realizzate su carta da imballaggio e poi incollate su tela, quasi una sorta di schermo nel quale si annullano tutti gli eventi e gli oggetti.Nell’anno 1962, cruciale per la sua formazione artistica, si reca in visita negliStati Uniti entrando così in contatto con la corrente Pop americana e con i lavori di Dine e Kline. Alcune delle sue opere saranno esposte in questi anni alla Sidney Janis Gallery di New York.
L’esperienza americana influenza profondamente il suo immaginario artistico, tanto da essere riscontrabile non solo nelle dissacranti rielaborazioni di noti marchi pubblicitari (Coca Cola, Esso), ma anche nelle  rivisitazioni della storia dell’arte che si concretizzeranno, nel 1965, nel noto ciclo dedicato al Futurismo.
Sul finire degli anni ’60 Schifano rivolge la sua attenzione critica  al cinema e alla televisione. Questa esperienza lo porterà a sperimentare nuove tecniche (collage, fotomontaggio, fotoimpressione), riportando su tele emulsionate immagini estrapolate dall’ininterrotto flusso prodotto dalla civiltà tecnologica .
"alla fine degli anni Sessanta conferirà non a caso allo schermo del televisore il ruolo di finestra sul mondo o di specchio in cui intingere lo sguardo" Luciano Caprile 



Il cielo, 1965 


"…era molto veloce, senza ripensamenti. Era meraviglioso quando già alla prima stesura del colore di base sulla tela vedevi con chiarezza che sarebbe uscito un quadro pulito. Era pericolosa quella felicità di esecuzione, ti dava l’illusione che anche tu avresti potuto esprimerti così semplicemente. Mario non leggeva mai quello che i critici scrivevano sulla sua pittura, diceva: “Spero sempre di fare quadri senza inutili volontà di spiegazioni”... Vivere il suo lavoro era assolutamente diverso che osservarlo poi oggettivamente in una galleria o in un museo, e Mario era la sua pittura".  Monica De Bei ,vedova di Schifano.

domenica 4 agosto 2013

POESIA



by Martin Andreasson 



Ma questo non è sonno


Ma questo non è sonno. Io dormo
Nove ore ma non dormo
Non mi accoglie il risveglio
Perché anche se dormo io veglio

La notte non mi stringe 
E non mi chiude a letto,
anche se ho il corpo steso
non mi toglie al mio peso.
I miei non sono sogni
Ma sono spiegazioni 
Pedanti e laboriose,
repliche scialbe e oziose
delle mie poche azioni.

E i suoni ampi e lontani 
Non aprono il mattino
Diversità del fuori,
ma sono lo spavento
del giorno e dei rumori


Patrizia Cavalli

venerdì 2 agosto 2013

FOTO



Julio Cortázar Autoritratto 1975



"Non vivo avventure come Hemingway mi tocca inventare tutto dal nulla". Julio Cortázar , Epistolario

giovedì 1 agosto 2013

VIDEO




"Manichini, il silenzio ammazza", singolo realizzato dal gruppo per raccogliere fondi in favore dell’Associazione fondata da Don Ciotti la canzone di questo videoclip, realizzato da Gigi Piana, e proposta sul sito di XL