domenica 31 luglio 2011

Preconcetti

MANGIARE I BISCOTTI DEGLI ALTRI


"Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. 
Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla.
Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un signore che stava leggendo il giornale. Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l'uomo ne prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro.Tra se pensò: "Ma tu guarda se solo avessi un po' più di coraggio gli avrei già dato un pugno..."Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò: "Ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!!" 
L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà! "Ah!, questo è troppo" pensò e comincio a sbuffare indignata, si prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa.
Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed evitare altri dispiaceri. 
Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando... nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno. Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quell'uomo seduto accanto a lei che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o superiore,al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell'orgoglio."

Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti di un altro senza saperlo?
Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensare male delle persone, GUARDA attentamente le cose, molto spesso non sono come sembrano!!!


Esistono 5 cose nella vita che non si RECUPERANO:

Una pietra dopo averla lanciata
Una parola dopo averla detta
Un'opportunità dopo averla persa
Il tempo dopo esser passato
L'amore per chi non lotta

venerdì 29 luglio 2011

Fino alla fine del mondo


Fino alla fine del mondo,(Wim Wenders 1991) ambientato in un futuro ipertecnologico in cui, tra le altra cose, è possibile registrare e rivedere i propri sogni. Claire è la ragazza affetta da "mania onirica", drogata dei propri sogni. Sam è il suo uomo, drogato anch'egli di tecnologia e immagini.


Wenders dichiarava: "trovo straordinario che l'immagine, diversamente dal pensiero, non imponga alcuna opinione alle cose. In ogni operazione del pensiero è sempre implicito anche un giudizio sugli oggetti, sugli uomini, su una città o su un paesaggio. Il vedere, invece, trascende dalle opinioni; guardando una persona, un oggetto, o il mondo noi sviluppiamo un rapporto autentico, un'attitudine sganciata da qualsiasi giudizio, in fondo percepiamo a livello puro. L'atto del vedere è percezione e verifica del reale, ovvero un fenomeno che ha a che fare con la verità, molto più del pensiero, nel quale invece ci smarriamo più facilmente allontanandoci dal reale. "


La malattia di Claire è la malattia delle immagini, curata da un'arte molto più antica e più semplice, con una narrazione, con la parola. E Eugene, lo scrittore che segue lo sviluppo del morbo, non ha altri strumenti se non mostrarle la sua immagine riflessa usando il linguaggio. Le sue parole effettivamente guariscono Claire: leggendo la propria storia lei si libera della malattia delle immagini.


giovedì 28 luglio 2011

Sissi-Daniela ha perso il treno



Presente all'ultima Biennale di Venezia, Sissi è nata a Bologna nel 1977, vincitrice del premio Furla-Querini Stampalia nel 2002, insignita del Premio Francesca Alinovi nel 2003, Artista dell’anno nel 2005.


Addosso, è personale di SISSI alla Fondazione A. Pomodoro
L'artista tende a identificare l’opera con il suo stesso corpo, modificato da abiti che lei stessa cuce e trasforma, un costante work in progress, quasi un diario di bordo della sua vita. 
Usando la macchina da cucire anche poco prima di uscire di casa, l'abbigliamento non è un modo di apparire, ma solo un dare evidenza alla sua sostanza, al "sentirsi", portarsi addosso con leggerezza o pesantezza, un'esistenza ricca di sensibilità e forza vitale per affrontare le avversità.
In questo modo la vita personale di Sissi - non a caso usa lo pseudonimo - si manifesta in un continuo scambio fra scenario privato e pubblico.



La performance per cui è diventata famosa, “Daniela ha perso il treno” (1999): lei, alla stazione di Bologna, vestita di consunti copertoni di macchine, che tenta di salire sul treno, intrappolata in una forma ingombrante che non le consente di oltrepassare le strette porte di accesso. Ivestiti e gli accessori realizzati con materiali di recupero e indossati dall’artista negli ultimi 12 anni di vita vengono appesi e catalogati in 15 famiglie con nomi propri e specifiche caratteristiche di riconoscimento. Rispondendo ad una intima esigenza di offrire una “casa” agli “abitanti” del proprio guardaroba, l’artista ha quindi ideato una serie di costruzioni abitative realizzate in bamboo, che permettono all’abito di tornare dentro a quel corpo che gli abiti stessi hanno lasciato.



...PhoTO...


Forse la giovinezza è solo questo
perenne amare i sensi e non pentirsi
Sandro Penna

mercoledì 27 luglio 2011

L'inatteso della vita


Le meraviglie della vita quotidiana sono emozionanti.

Nessun regista cinematografico sarebbe capace di comunicare

l’inatteso che si incontra per le strade.
Robert Doisneau

martedì 26 luglio 2011

l'arte incompiuta-Igor Mitoraj

Igor Mitoraj (1944) scultore polacco.
Grande conoscitore del mondo classico arcaico, Mitoraj si ispira per le sue opere a personaggi mitologici facilmente riconoscibili: Eros, Venere, Icaro, il Centauro... che traduce in sculture che sono come reperti, nessuna delle sue opere presenta infatti una forma intatta. Sono immagini frammentate, mutilate, attraversate da vuoti che stimolano l'immaginazione a completarne le parti mancanti. La frammentarietà delle figure richiama il Surrealismo, il Simbolismo e il non finito michelangiolesco.

domenica 24 luglio 2011

...PhoTO...




Immagini sovrapposte, in cui volti umani si mescolano tra di loro. Una riflessione sulla labilità delle identità personali, nata da un’osservazione del riflesso del viso dell’artista sullo schermo acceso di un televisore. “I miei non sono ritratti o auto-ritratti – dice l’artista – ma nemmeno stereotipi; piuttosto sono momenti di con-fusione e di ricerca emotiva:"
Nel suo lavoro si avverte un costante slittamento tra anonimato e individualità; tra pubblico e privato, tra sé e altro da sé. La linea di distinzione tra” l’uno” e “ l’altro” è in continuo movimento.
Olimpia Ferrari (Roma, 1980)





Lucian Freud


"Voglio che la pittura sia carne"

È morto nella sua casa a Londra Lucian Freud, considerato uno dei massimi pittori realisti dei nostri tempi, aveva 88 anni.
Opere figurative e realistiche, ispirate ad una sensibilità neo-espressionista, evidenziano i segni che l'esistenza lascia sui corpi umani, soffermandosi anche sui particolari più impietosi e brutali. I nudi, sensuali e tragici al tempo stesso, mettono in luce appieno questo trionfo di una fisicità spesso eccessiva e debordante. D'altra parte, era stato lui stesso a dichiarare che, ad un quadro, chiedeva di «stupire, disturbare, sedurre, convincere». Non certo di essere ameno o di allietare lo spettatore….

Antonio López


Antonio Lopez, nato nella Mancia nel '36, è considerato il maggiore esponente dell’arte figurativa spagnola contemporanea disegnatore , scultore e pittore.

Dipinge la vita quotidiana, i volti e i paesaggi che lo circondano con una fedeltá e profonditá comparabili . Antonio López massimo esponente dell’Iperrealismo del XX secolo, ha affermato che la fonte maggiore di creativitá è data dalla libertá, e questo vale anche per quei popoli schiavi di tradizioni e religioni opprimenti perché è sempre possibile una forma di libertá espressiva.



sabato 23 luglio 2011

Sono un camminatore

Sono un camminatore.
Nessuno mi fermerà:
illusione sono le gioie e i dolori.
Senza casa sempre camminerò;
la zavorra che mi trae in basso
cadrà dispersa per terra.

Sono un camminatore.
Per la strada canto a piena voce,
a cuore aperto,
libero dalle catene dei desideri;
attraverso il bene e il male
camminerò tra gli uomini.

Sono un camminatore.
Svanirà ogni fatica.
Un canto sconosciuto
dal cielo lontano mi chiama;
una soave voce di flauto
mattina e sera incanta l'anima.

Sono un camminatore.
Un mattino sono uscito,
a notte ancora,
ancor prima del canto degli uccelli.
Sopra l'oscurità, immobile
vegliava una pupilla.

Sono un camminatore.
Una sera arriverò
dove brillano nuove stelle,
dove olezza un nuovo profumo;
dove due occhi sempre
mi guardano dolcemente.

Rabindranath Tagore




venerdì 22 luglio 2011

22 LUGLIO: GIORNATA MONDIALE DELL'ABBRACCIO 

Un abbraccio infinito a tutti gli esseri viventi !!
Un abbraccio a tutti gli individui che l'accettano !!
Un abbraccio a tutto il mondo ... con tutto il cuore !!

ABBRACCIAMO OGNI INDIVIDUO E AMIAMOCI



L’abbraccio
La mamma lo tenne stretto a sé.

Sentiva il cuore di Ben che batteva.
Anche Ben sentiva il cuore della mamma
e l’abbracciò forte forte.
“Adesso non sono solo” pensò mentre l’abbracciava, “Adesso non sono solo. Adesso non sono solo!”
David Grossman

Anche i più forti ogni tanto hanno bisogno di un abbraccio!

Alexander Calder- l'arte in movimento



"Perché non rappresentare le forme in movimento? Non un semplice movimento di traslazione o rotativo, ma una composizione di diversi moti di vario tipo, velocità e ampiezza. Così come si possono comporre colori o forme, così si può comporre il movimento».

Alexander Calder (Lawton, Pennsylvania, 22 luglio 1898 – New York, 11 novembre 1976)
Famoso per l'invenzione di grandi sculture di arte cinetica mobili . I mobiles ,definiti così da Marcel Duchamp (l'accalappiacani del vento), nascono quando Calder visita lo studio del pittore olandese Piet Mondrian ,decide che quelle forme non possono e non devono rimanere bidimensionali.
L'assenza di significato e il vuoto sono caratteristiche portanti delle opere di Calder ,un infinito senza dimensioni ove l'illimitatamente grande e l'immensamente piccolo convivono pacifici.
Calder anticipò la performance art di almeno quattro decadi creò universi nei quali ogni elemento può muoversi autonomamente, oscillando in libertà .

SUSAN HILLER -La trama provvisoria della realtà


poiché viviamo in una società che ha un concetto molto superficiale di quello che è un essere umano, abituati come siamo ad essere dei consumatori mordi e fuggi; ma forse appartengo solo a una generazione passata e ho una visione diversa della vita”.


The Provisional Texture of Reality (La trama provvisoria della realtà) è il titolo della conferenza stampa di apertura della mostra per la prima volta in Italia dell’installazione Psi Girls del 1999 .
Cinque schermi con effetto monocromo blu, giallo, rosso, viola e verde, proiettano le immagini senza audio di film che hanno come protagoniste ragazze con poteri paranormali; la colonna sonora è stata sostituita con un concerto di voci gospel. psi Girls è un indagine sull’identità femminile e sulla condizione di straniamento che pervade soprattutto l’età adolescenziale.
Parallela all'installazione la mostra fotografica “The Aura: Homage to Marcel Duchamp” del 2011, dove si approfondiscono sempre di piu gli aspetti del mondo psicanalitico e onirico.
La società ci vorrebbe consumatori, ma gli uomini non possono fare a meno di continuare a sognare.”


Fino all’8 settembre 2011,allo Spazio Culturale Antonio Ratti nell’ex chiesa di San Francesco di Como.

giovedì 21 luglio 2011

App/Arte

-daL 26 Luglio 2011- al 27 Luglio 2011

Un'estate speciale all'Odeo Cornaro di Padova
Quest'estate Padova offre iniziative culturali d'alto livello presso la Loggia e l'Odeo Cornaro

Martedì 26 luglio
I SOLISTI VENETI diretti da Claudio Scimone
Il Virtuosismo strumentale da Vivaldi a oggi.

mercoledì 27 luglio
A CASA DI ALVISE - Visite guidate a tema: letteratura e mitologia , due filoni che si alterneranno in ciascuna visita: l'aspetto mitologico, un mondo avventuroso di divinità ed eroi classici che tanto affascinavano la fantasia di Alvise e dei suoi colti amici e il circolo letterario creato dal Cornaro, le cui illustri personalità, artistiche e letterarie, solevano riunirsi proprio nelle sale dell'Odeo.
http://pdeventi.blogspot.com/2010/06/loggia-e-odeo-cornaro-lo-spettacolo.html



- da sabato 23 luglio 2011 a sabato 30 luglio 2011-

l Comune di San Pier d'Isono e la Pro Loco San Pier presentano la Settimana d'Arte in Villa e la mostra fotografica Vicino... Lontano dalla Bisiacaria al Mondo.
Sede designata Villa Sbruglio/Prandi in località Cassegliano.
Mostra fotografica “Vicino... Lontano” dalla Bisiacaria al Mondo illustra i colori, i paesaggi, gli scorci che partono dalla “Bisiacaria” ed arrivano alle terre più lontane ed affascinanti e sono i protagonisti della suggestiva mostra. La realtà è immortalata secondo diversi punti di vista seguendo le tematiche e i soggetti che gli autori hanno sentito più vicini al loro modo di esprimersi attraverso l’obiettivo fotografico.
http://www.infriuliveneziagiulia.com


mercoledì 20 luglio 2011

Sette storie di biodiversità


“Sette storie di biodiversità”di Francesco Tomasinelli, una serie di reportage dedicati alla Natura e al rapporto dell’uomo con essa.



I protagonisti non sono i grandi mammiferi e gli uccelli dei parchi delle Alpi e degli Appennini. Si tratta piuttosto di specie meno conosciute, spesso endemiche del nostro territorio, come gli organismi che vivono nel profondo delle grotte o le rane temporarie, capaci di incredibili raduni nei gelidi laghetti delle nostre montagne. Sono ormai pochi i casi come questi, di animali isolati nei loro ecosistemi lontani dall’uomo. La nostra ingombrante presenza, infatti, influenza la vita della maggior parte delle specie in modi molto diversi: alcune vengono trasportate da un continente all’altro, diventando pericolosi invasori, mentre altre si adattano a vivere nelle nostre città. Ma, visto che non tutto l’operato della nostra specie va a scapito delle altre, raccontiamo anche una storia di conservazione andata a buon fine, come quella del Parco Nazionale delle Isole Quirimbas in Mozambico. Quest’ultima è una giovane area protetta africana un po’ anomala: istituita per volere degli abitanti del posto, vuole diventare un modello per conciliare turismo, conservazione e ricerca.




la storia di un'ape speciale, l'Ape blu


Questa è la storia di un'ape speciale, l'Ape blu è un racconto ironico e poetico. Piccoli paradossi esistenziali vengono affrontati con la leggerezza della comicità . L’affascinante mondo delle api è il luogo-metafora in cui incontriamo un essere speciale, unico, un’ape che rispetto ai suoi simili stenta a trovare il suo ruolo. Un essere speciale e inutile in una società dove solo chi produce ha il diritto di vivere. Ma quando l’ape blu riuscirà a spiccare il volo ed affrancarsi dall’alveare allora la magia della vita le regalerà uno scopo ultimo, inatteso e misterioso. “Tutte le api ballano. O meglio, tutte le operaie bottinatrici. E la loro danza ha uno scopo ben preciso. Indicare alle altre api nell’alveare dove trovare il nettare da raccogliere. La loro danza ha un codice così preciso che le api possono dire quanto dista un fiore, in che direzione andare, l’odore del polline, il sapore del suo nettare e la quantità di sostanza zuccherina. Tutto questo è meraviglioso. Infine sorprenderà un gruppo di feroci calabroni intenti a progettare un invasione proprio nel suo alveare. Riesce così a ritornare a casa e salvare l'alveare dall'attacco dei calabroni grazie ad un'astuta trovata. Scoprirà così che “nella convivenza è forza la differenza”.
(Serena Di Blasio)


La constatazione della differenza può anche indurci a migliorare noi stessi. Una delle molle principali dell’apprendimento è l’imitazione dei comportamenti del mondo animale .
Di fronte a un problema comune, può darsi che più persone elaborino soluzioni diverse. Il confronto con la natura puo' dimostrarsi estremamente utile.

martedì 19 luglio 2011

ANDREA MARTINELLI


Non bisogna temere la lentezza. La lentezza È uno dei valori che l’uomo deve saper riconquistare. Lentezza significa aver voglia di capire e noi tutti dobbiamo sentire il bisogno di capire. Solo così possiamo rinascere.



Il titolo di questa prima mostra retrospettiva incentrata sugli ultimi dieci anni di lavoro: Presente! riprende una usuale formula di risposta ad un appello e vuole rimarcare, nella sua ambiguità, la partecipazione dell’artista alla scena artistica di oggi oltre a evocare la chiamata diretta delle figure ritratte nei suoi dipinti e riunite tutte insieme per quest’occasione. Principalmente i suoi ritratti, che occupano quasi interamente la tela, emergono da un fondo neutro e opalescente in cui non sono riconoscibili ambienti di vita come in molta ritrattistica rinascimentale e sono assimilabili a molta fotografia contemporanea.
Anche se rispetto a questa l’atmosfera è meno algida e marcata da un’assenza di distanza. L’artista, infatti, è in empatia con i suoi soggetti così come con la realtà, tanto che non può essere annoverato nella corrente iperrealista ma piuttosto in quella nuova scena che sta affermandosi a livello internazionale in cui le tecniche tradizionali sono controbilanciate da visioni contemporanee. Potremmo parlare, a ragione, di "realismo esistenziale", ma non c'è alcuna volontà di denuncia sociale in Martinelli, tantomeno ci viene raccontata una storia. Egli si limita a mostrarci la vita così com'è, con le sue luci e le sue ombre, ed è già molto, in questo inizio di millennio.

Fino al 29 luglio 2011 al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci , Milano



lunedì 18 luglio 2011

Katharina Fritsch




Un'insolita scultrice , Katharina Fritsch, che ha fatto della "perfezione" tecnica un suo punto di forza.
L'artista realizza, ed ha realizzato, forme, figure e oggetti in cui la "perfezione" pare essere l'elemento primario. Il carattere irritante (talvolta) di queste sculture potrebbe essere definito l'opposto della fotografia.
Infatti, mentre in fotografia il particolare sembra catturare l'attenzione ed è ciò che costituisce la peculiarità dell'opera, il fondamento della sua credibilità, nelle realizzazioni di Katharina Fritsch tende a tramutarsi in un vuoto destabilizzante. Per questa ragione l'impressione più immediata e ricorrente sembra essere di "perfezione".
L'artista, presente alla 54°Biennale di Venezia si fa vistosamente notare per le cinque allegorie ( quasi tarocchi tridimensionali e coloratissimi) di una Madonna , di un teschio, di un uovo,di un vescovo e di un serpente.





Le domande della vita secondo l’arte:“Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?“



Domande tanto antiche quanto attuali;
Domande come: Da dove veniamo?, Dove andiamo? Cosa siamo? sono state al centro di infinite discussioni poiché l’uomo,ricercatore inguaribile di perché, è alla continua ricerca di sé e di risposte.
Non solo la scienza è complice di questa “caccia al tesoro” ma anche le cosiddette “scienze molli" come:la letteratura e l'arte.
A tale proposito mi viene in mente un dipinto di un artista post-impressionista, Paul Gauguin con il suo dipinto dal titolo “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?“ e come si può notare i quesiti che l’umanità si pone ci sono tutti.
I punti focali dell’insieme risultano essere: il neonato che dorme a destra corrisponde alla domanda ”Da dove veniamo?”; la donna anziana sulla sinistra, insieme all’idolo del fondo - allusione all’aldilà - è l’inquietante emblema del quesito ”Dove andiamo?”; infine,la figura centrale simboleggia il presente e risponde alla domanda “Cosa siamo?”
Alcuni significati simbolici sono evidenti: la nascita,la vita e la morte sono rappresentati rispettivamente dal bambino, dalle donne e dalla vecchia.
La figura eretta che coglie un frutto da un albero, la più luminosa e l’unica maschile, può rappresentare l’uomo che coglie il frutto prezioso.

Il dipinto,infatti, sarebbe la sintesi del ciclo della vita.
La vecchia,a destra, appare rassegnata, piena di rimorsi e rimpianti che però, come afferma Gauguin ,non risolvono né i problemi né danno risposte alle angosce della vita.
Gauguin ha voluto dare una giustificazione al suo dipinto dicendo:

"Sognando il mistero della nostra origine e del nostro destino connesso a tutta la natura, io ho dipinto uno scenario senza alcuna allegoria comprensibile. Solo al ridestarmi quando il quadro era già finito, ho trovato il titolo, una riflessione non più una parte del quadro”.

Gauguin trova la spiegazione alla sua opera dopo averla dipinta ;
Ne trova un titolo,un titolo con domande che forse non avranno mai una risposta oggettiva poiché, a volte, è bene accettare la realtà così com’è;
Vivere e basta..
Gauguin sa dipingere con gli occhi dei sentimenti e noi?noi come dipingiamo la realtà?il nostro presente?il nostro futuro?
Per lui, ciò che per noi è oggettivamente rosso, è verde.
Non dipinge la realtà che tutti vedono ma dipinge con i “suoi” occhi che creano "una" realtà: la sua.
Noi, a volte, siamo presi talmente tanto dalla razionalità che non riusciamo a vedere i “veri”colori che ci circondano ed è un vero peccato poichè potremmo scoprire cose che non credevamo possibili , forse,anche un mondo migliore.
S.S

Nathaniel Mellors


Attraverso la scrittura, elemento chiave nel lavoro dell’artista inglese Nathaniel Mellors , è in grado di trasformare il linguaggio in materiale visivo attraverso il quale sviluppare contenuti legati alla storia, alla letteratura e all’aspetto psicologico legato ad esse.


L’assurdo e originale The Seven Ages of Britain Teaser , tratta del controllo del linguaggio e dell’invenzione dell’alfabeto riflettendo sull’importanza dei media e della TV cosi come della figura del presentatore televisivo nella cornice della Storia.
Una giunonica donna in dorati abiti futuristici litiga e lotta con una sorta di nano medioevale dal nome Kadmus (nome che deriva da King Kadmus, inventore dell’alfabeto fonetico) per il controllo di una faccia di plastica-calco perfetto del viso del presentatore Dimbleby-attraverso la quale credono di poter “controllare l’era moderna”. Come nella migliore tradizione comica inglese, i due perdono ridicolarmente l’equilibrio e la faccia precipita rovinosamente nel vuoto, attraverso il cielo e le nuvole.




L' artista è pesente alla 54° Biennale di Venezia con la scultura animatronica dal titolo "hippy dialectics", la proiezione si sviluppa in due stanze «gemelle», intervallate dalle teste di due automi che, unite dalla stessa lunga barba, riproducono le fattezze del protagonista e intrattengono un dialogo sconclusionato. E' fra le opere da non perdere in una Biennale che annovera molte opere sul linguaggio. La folle soap-opera dell' artista sui rapporti familiari, un teatro dell'assurdo straordinariamente recitato e intervallato dal divertente dialogo tra due automi.


domenica 17 luglio 2011

Amore e Diversità


‎L'AMORE: puro,casto,violento,dolce, bastardo...
L'Amore parola così astratta quanto concreta: amara e dolce nello stesso tempo.
Fa volare in posti inesplorati poichè l'Amore si dona sempre,in ogni circostanza, oltre ogni limite possibile ed immaginabile. L'Amore è un bacio inaspettato; l'Amore è l'abbraccio di un amico che con un semplice gesto dona il suo mondo,ricaricandoti.
Qualcuno ha detto che se non ami te stesso non potrai mai amare gli altri.
Quant'è vero!
Credo che il primo gesto d’amore,infatti, non sia verso gli altri ma verso se stessi.
Quando ci guardiamo allo specchio e vediamo solo le nostre imperfezioni, quando non ci sorridiamo, quando preferiamo piangerci addosso e cadere nello sconforto non stiamo amando,ci stiamo solo auto-lesionando poiché l’Amore non è amare le perfezione ma sapere amare le imperfezioni.
‎Chi ci sa amare non ha bisogno di grandi spiegazioni,non ha bisogno di gesti esemplari o eclatanti; Chi ci sa amare veramente sa cogliere l’essenza,la luce che ci domina;non si ferma davanti a ciò che è scontato e banale poichè saprà amare quel tocco d'originalità non ritrovabile in nessun altro. E' il dettaglio che rende unica un opera d'arte e noi siamo l'unico originale creato da un artista ignoto e, il dettaglio sono le nostre imperfezioni che possono diventare perfezioni per gli occhi di chi ci ama.
Amare significa accettare la diversità dell’altro e da ciò saperne fare il punto d’unione, il punto di forza.
Diversità:parola che può spaziare dalla diversità fisica ad uno stile d’abbigliamento o di vita diverso dal resto della comunità e ciò ci contraddistingue,ci rende unici . Mi piace immaginare la diversità come l’armonia colorata del mondo;il mondo ha bisogno di colore e l’unico vero colore è dato dall’ amore dei cuori,visto non con gli occhi ma con il linguaggio invisibile di un battito .
Allora perché, a volte, non si sa amare la diversità dell’altro?
Ho riflettuto molto su ciò e credo che per molti amare il "diverso" è come privarsi di una proprio libertà, essere vincolato da qualcosa che si riflette in paura e talvolta condiziona talmente tanto da rinunciare all’unica fonte che ci tiene in vita:l’amore.
Molta strada è stata fatta ma c’è ancora da lavorare e lottare.
Ho fiducia nel prossimo e nel mondo,ho fiducia nell’Amore che potrà vincere ogni forma di pregiudizio .

S.S