martedì 19 luglio 2011

ANDREA MARTINELLI


Non bisogna temere la lentezza. La lentezza È uno dei valori che l’uomo deve saper riconquistare. Lentezza significa aver voglia di capire e noi tutti dobbiamo sentire il bisogno di capire. Solo così possiamo rinascere.



Il titolo di questa prima mostra retrospettiva incentrata sugli ultimi dieci anni di lavoro: Presente! riprende una usuale formula di risposta ad un appello e vuole rimarcare, nella sua ambiguità, la partecipazione dell’artista alla scena artistica di oggi oltre a evocare la chiamata diretta delle figure ritratte nei suoi dipinti e riunite tutte insieme per quest’occasione. Principalmente i suoi ritratti, che occupano quasi interamente la tela, emergono da un fondo neutro e opalescente in cui non sono riconoscibili ambienti di vita come in molta ritrattistica rinascimentale e sono assimilabili a molta fotografia contemporanea.
Anche se rispetto a questa l’atmosfera è meno algida e marcata da un’assenza di distanza. L’artista, infatti, è in empatia con i suoi soggetti così come con la realtà, tanto che non può essere annoverato nella corrente iperrealista ma piuttosto in quella nuova scena che sta affermandosi a livello internazionale in cui le tecniche tradizionali sono controbilanciate da visioni contemporanee. Potremmo parlare, a ragione, di "realismo esistenziale", ma non c'è alcuna volontà di denuncia sociale in Martinelli, tantomeno ci viene raccontata una storia. Egli si limita a mostrarci la vita così com'è, con le sue luci e le sue ombre, ed è già molto, in questo inizio di millennio.

Fino al 29 luglio 2011 al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci , Milano



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