lunedì 11 luglio 2011

Sebastiao Salgado



La sua fotografia e' un esercizio di reportage militante, in cui impegno sociale e civile, ricerca di perfezione tecnico-stilistica e la puntuale "firma" su ogni sua immagine una sorta di imprinting inconfondibile.
Salgado ha conquistato una fama planetaria di fotografo "umanista", una sorta di neorealismo globalizzato, in cui il suo enorme talento tecnico-creativo e' al servizio della realta' drammatica, tragica, straziante eppure misconosciuta di profughi, perseguitati, emarginati, poveri, lavoratori sfruttati e alla condizione umana dei deboli in generale.




"Quello che voglio è che il mondo ricordi i problemi e la gente che fotografo. Quello che voglio è creare un dibattito intorno a quello che accade nel mondo e provocare qualche discussione con queste immagini. Niente di più di questo. Io non voglio che la gente le osservi e apprezzi la luce e il gusto per le tonalità. Io voglio che loro guardino dentro e vedano ciò che l'immagine rappresenta, e il tipo di persone che fotografo".



E' uno dei più noti fotografi contemporanei, nasce ad Aimores, in Brasile, nel 1944. Consegue la laurea in economia nel 1968 all’Università di Sao Paulo and Vanderbilt University (USA) e approfondisce i suoi studi nell’università di Parigi; fino al 1973 lavora come economista per International Coffee Organization.



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