lunedì 30 aprile 2012

Una sambuca con Ferlinghetti

Vi propongo la lettura di un mio incontro con Lawrence Ferlinghetti. Penso
che un centro sociale come il nostro meriti questo tipo di testimonianza. Il
testo che segue è la trascrizione integrale dell’articolo pubblicato dal
Quotidiano di Calabria del 26 luglio del 2000
Incontro a cuore aperto con il poeta-editore che ha reso celebre la Beat
generation – Una sambuca con Ferlinghetti
COSENZA – Sapevo di andare incontro al mito. Mi era capitato già altre
volte. Al tavolo di un bar di Venezia lido, per generosità di sua maestà il
Caso, avevo trascorso un’intera mattinata a discutere di poesia, cinema,
storia e sesso con Rafael Alberti. In un altro bar, questa volta della
splendida Ravello, ho avuto modo di conoscere Gore Vidal. Nella mia città,
Cosenza, che negli anni ’80 tutti i seguaci di Kerouac e Bukowski
chiamavano Cosengeles, ho vissuto momenti beat con Gregory Corso. Lo
accompagnavo in ospedale a prendere metadone. Avevo seguito una sua lezione
nel campus di Arcavacata condita di strepiti e parolacce.
Purtroppo non sono Nada Pivano. L’emozione di incontrare mister Lawrence
Ferlinghetti si attacca al contatto telefonico dell’organizzatore italiano,
Antonio Bertoli. E’ lui che ha messo insieme una cospicua pattuglia di
³beati² portandoli in giro per la penisola, e per merito della premiata
coppia Ardenti & Dionesalvi si è potuta ammirare nel corso dell’ultimo
festival Invasioni. Il poeta, libraio, editore la sera precedente ha
accusato dolori all’orecchio. Si trova in ospedale per una visita. “Abbiamo
finito con l’otorino, dobbiamo cercare una bottiglia di sambuca. Ci vediamo
in albergo fra poco”. L’Excelsior è set adatto per l’incontro. Ad un tavolo
finto liberty siedono John Giorno, Ed Sanders e Ferlinghettii. I primi due,
dopo qualche domanda spariranno verso altri luoghi di ricovero mentale e
fisico. Da una busto di plastica estraggo una Molinari magnum, mezza vuota
- mezza piena concessami da un amico barista e che mi dovrebbe consentire
di accordarmi sulla giusta frequenza con questo signore che lo scorso 24
marzo ha compiuto 81 anni. Ferlinghetti il primo al mondo ad aprire una
libreria di tascabili che si chiama City Lights Book. Invoco l’ispirazione
dallo spirito di Primo Moroni e apro il microfono del Recorder voice.
Lawrence, l’editore che ha avuto il merito di pubblicare autori come
Corso, Kerout, Lamantia, McClure ha sangue italiano in quelle vene che
hanno visto scorrere di tutto nel corso di questo straordinario mezzo
secolo “Mio padre era di Brescia. E’ partito dall’Italia credo nel 1890,
non so esattamente. Era un battitore d’asta” ride divertito rievocando
chissà quale antica suggestione. Vado fuori pista perché nel furore
tricolore la mia domanda vorrebbe imparentarlo con De Lillo e Talese,
scrittori che oggi molto furoreggiano negli States. Al poeta che forse di
più ha contribuito a fare incontrare un gruppo di letterati che ha
modificato il modo di pensare e di vivere, poco frega dei miei teoremi
patriottardi e invece confida ³Ho trovato 13 Ferlinghetti nella regione del
lago di Como². Forse a causa della sambuca preferisce raccontare: “Ho
scritto una poesia sui vecchi italiani morenti di San Francisco”. Provo a stimolare
i suoi ricordi citandogli l’infanzia in orfanotrofio e la giovinezza in
Marina e il grande vecchio proferisce: “Sono stato marinaio in Francia, in
Normandia. Ho partecipato al D-day. Mia madre era franco-portoghese, ebrea
sefardita. Conoscevo il francese”. Insisto con la guerra, mi aspetto
ricordi da Salvate il soldato Ryan ma il letterato mi blocca con questa
frase: “La guerra poetica, (ridacchia) la lotta poetica contro le armi. La
lotta alla società dei consumi e al mondo capitalista. L’impero americano è
più grande di quello romano (nuova risatina). La lingua inglese è il latino
del nostro tempo”. Gli rammento un suo aforisma “La parola stampata ha reso
la parola silenzios
a” e lo trasferisco al tempo di Internet per vedere come
reagisce il Vate di fine millennio: “I poeti della Beat generation hanno
cambiato tutto questo. Sono fuggiti dalla parola silenzio per fare poesia
in alto”. Tento la via dello scontro. Propongo la tesi che la tecnica libera
l’uomo,
mentre la sua generazione letteraria ha visto la modernità come una grande
gabbia delle coscienze. Serafico il poeta replica: “Oggi il mondo ha maggior
bisogno del messaggio dei beat. Che è sempre uguale. Pacifismo, buddismo,
antimaterialismo, contro il militarismo. Un messaggio per l’uomo e il suo
privato”. Chiedo se citando il
titolo di una splendida poesia. Favorevolmente soddisfatto Lawrence
risponde “Si. Spero di leggere questa poesia stasera. Vedo che l’hai
letta”. Confesso al poeta che l’ho conosciuta navigando su Internet
interrogando i motori di ricerca sulla voce Ferlinghetti. “Ah (ridacchia
sempre più divertito) io neanche lo sapevo”. E’ il momento della Storia.
Cito Lorenzo Monsanto, Larry O’Hara., personaggi che nei libri di Kerouac
sono stati ispirati da questo vegliardo signore che ho davanti insieme ad
una bottiglia di sambuca. “Monsanto era il cognome di mia madre. In
Portogallo c’è un piccolo paese che si chiama Monsanto”. Una forte risata e
poi la domanda”. Sei contento di essere un personaggio letterario? “No
perchè in quel romanzo (Big Sur) Kerouac mi ha ritratto come un uomo
d’affari. Non mi piace”. E si continua a ridere.
A questo punto diventa obbligato chiedere notizie di Big Sur, uno dei
luoghi più cari all’immaginario ribelle del XX secolo. “Esiste. Non è
cambiato. E’ come qui, come Cosenza, circondato dalle montagne”. Lo sfido
sulla sua celebrità. Quella della sua città, San Francisco dove gli hanno
dedicato anche una strada evitando di dover aspettare brutte notizie. “No,
qui sono più famoso che in America. Negli Stati Uniti la stampa non ci
tratta come qui”. Anche i miti si rintanano nella modestia. Sposto
l’attenzione su “Howl”. A Ferlinghetti aver stampato quel poema di Ginsberg
è costato carcere e tribunali, ma anche la fama internazionale per quel
dirompente movimento culturale. “Ero certo della reazione. Prima di
pubblicare Howl avevo già mandato il manoscritto agli avvocati per
preparare la difesa”. Lo chiamano Prevert d’America e lui senza veli:
“Questo è un giudizio superficiale. Ho tradotto Prevert quando ero studente
alla Sorbona, poi sono andato oltre”. Domando se i beat si sono divertiti e
lui senza pensarci “Certo, ci siamo molto divertiti. Forse troppo”. Le
risate ora sono fragorose. Ne approfitto per frugare nelle sue letture
“Tabacchi, sai che ha tradotto un mio appello. Leggo molti manoscritti,
troppi. Non ho tempo per gli altri libri. Come tutti gli editori”.
Battuti o beati? Senza esitazioni questo arzillo vecchietto propende per
la beatitudine. E il mito forse per essere ancor più mitico mi confessa che
in giro per l’Italia con questi suoi amici si sente come “La commedia
dell’arte. On the road. Con poesia”.

 paride  leporace
http://wordsocialforum.wordpress.com

domenica 29 aprile 2012

tempo

Il mio tempo non è prima o dopo ma adesso
non abuserò del tempo
perché molti sono morti tentando di sconfiggere questo tempo
un uomo libero sta ancora facendo il suo tempo
nella mente imprigionata
la sua sposa si chiama depressione
ma il tempo non gli ha lasciato mostrare l’orgoglio della sua cultura
le mani che ci legano al giorno e alla notte
il giorno e la notte non cessano mai di muoversi
anche se smetto di respirare
sentirai lo stesso ticchettare l’orologio
molto tempo dopo la mia esistenza
la terra muterà volto ma non le mani
perciò il mio tempo brilla solo ora
e, attraverso te, lo farà anche in futuro.
Il tempo è il padre che ci fa comprendere l’età
e nel tempo dovremo imparare ad assassinare l’aids
se il tempo si potesse riavvolgere
chiederei a mio padre di spiegarmi questo tempo
che risveglia la mente di un giovane nero di Soweto
ho parlato al tempo dei minuti della mia vita
e lui mi ha detto di tirarne fuori il meglio
perché lui non aspetta nessuno.
Questo tempo inarrestabile, che ticchetta senza sosta
non ha pietà, ma offre comunque una seconda occasione
a quelli che non ballano la danza della pigrizia
e la loro lingua assaggia il successo
il mio tempo è diverso dal tuo
è uguale solo nei numeri
e moriremo in tempi diversi
una volta una donna pensò che fosse arrivato il suo tempo
con una tale eccitazione negli occhi
non vedeva che aveva speso metà del suo tempo
e il tempo si riprese tutta la fama e i milioni
e lei morì senza un centesimo
non v’è uomo nato da donna che possa gabbare il tempo
perché in questo tempo
il tuo tempo, il mio tempo
dipende da come viviamo questo splendido tempo.
 Mak Manaka
 Da I nostri semi- Peo tsa rona. Poeti sudafricani del post-apartheid, di Raphael d’Abdon, Napoli, Michele Di Salvo editore, 2007

sabato 28 aprile 2012

d : video


app / arte

CONCORSO CULTURALE
ASCOLI PICENO
dal 10/04 al 15/08

FESTIVAL DEI DUE PARCHI
"A spasso nei sentieri...dell'arte e della cultura dei popoli"
3° Concorso nazionale di poesia

L'obbiettivo del concorso è quello di
"proporre l'utilizzo dell'arte e dei linguaggi artistici universali come veicolo d'incontro e di dialogo tra le persone e tra i popoli; sensibilizzare giovani e adulti alle tematiche ambientali e culturali; educare alla salvaguardia del territorio, delle sue bellezze e tesori;
la scelta del linguaggio della poesia vuole essere poi una risposta al processo di desensibilizzazione che avanza negli ultimi decenni con l'intento di tornare a dare valore espressivo alle parole per una rinnovata e profonda comunicazione"


 EVENTI/MOSTRE
NAPOLI
fino al 27/04
Galleria PrimoPiano
 di Antonella Raio

INNESTI

  RIVISITAZIONI DEL CUORE
l'organo umano piu' citato e nascosto, rielaborato riemerge ad essenza dell'essere umano
 attraverso fotografie, sculture, video e installazioni

DANZA
ROMA
TEATRO RUSKAJA 28/04
FESTIVAL DELLA DANZA



danza con me_14.04_roma
 dei quattro appuntamenti dedicati ai giovani coreografi
che trovano giusta collocazione per mettersi alla prova e mostrare il proprio talento davanti a pubblico e esperti del settore. ognuno è invitato a portare un proprio lavoro, nello stile che piu' gli confà e esprimendo cio' che di questo lavoro e passione amano
ingresso libero fino ad esaurimento posti

FIERE
CORCIANO (PG)

nell'ambito della manifestazione
corciano primavera.jpg
Laboratorio creativo per bambini
mostra dell'artigianato con dimostrazioni nell'esecuzione
premio "Artigianato per amore!"
per promuovere la progettazione di  nuove opere che attingono dalla tradizione, ma espresse in chiave moderna per rivolgersi ai giovani

venerdì 27 aprile 2012

SUHUB NUVOLE

foto di Monica Di Brigida WO-MA'N

sabato 21 aprile a Roma si è inaugurata la mostra SUHUB/NUVOLE dell'artista Monica di Brigida
WO-MA'N è la prima home gallery dedicata alla fotografia
il progetto è nato nel 2010 grazie ad un'ispirazione di Auronda Scalera e dalla passione dei fotografi Marta Rossato e Wolfango De Spirito e consiste nel fondere il concetto di galleria con quello della loro casa.
infatti la mostra si svolge tra le pareti di una casa: la cucina, gli armadi, la cabina doccia potranno di volta in volta essere utilizzati dagli artisti per esporre le proprie opere, in modo da rendere l'evento informale e semplice come una cena tra amici
Un esperimento insolito, che gli ideatori si augurano possa trovare diffusione e seguito.

  L'allestimento della mostra inaugurale è particolare: le foto infatti sono state stampate su voile, che sfioreranno i visitatori e si animeranno.
Monica di Brigida è attratta dai processi di ossidazione che avvengono in natura e che danno quindi mutevolezza alle immagini in base al tempo trascorso. processi irreversibili che tirano fuori aspetti latenti e sconosciuti che danno vita nuova, se non almeno una nuova visione.
utilizza la tarlatana che è un tessuto semi-rigido di cotone che si utilizza in ambienti artistici nei processi di stampa per pulire le lastre di ferro dal colore in eccesso e ogni volta si colorano di sfumature diverse. cosi' come alle foto il tempo dona colori diversi e fa emergere nuovi particolari.
Le immagini  raccontano cosi' " Mille e una storia" 
storie che si intrecciano e si mostrano semplicemente uniche ogni qual volta un nuovo occhio le osserva in un nuovo attimo.
Come la nuvola, le immagini cambiano, a seconda di chi e di come le osserva e da come la natura interviene nei processi di ossidazione dei materiali utilizzati.



giovedì 26 aprile 2012

GUARDARE NON E' VEDERE

 
ALBERTO CRISTOFARI
 fotografo

Alberto fa un mestiere davvero invidiabile: osserva il mondo la sua gente, i suoi luoghi, la vita, la sopravvivenza..ha un notevole privilegio: è testimone del tempo che scorre e ne ferma le immagini preziose, gli attimi degni di nota e di un ricordo eterno.
Molteplici le genti che ha incontrato e tanti gli eventi..sul suo sito puoi trovare le foto dell'anima di Cuba!
come i ritratti di volti famosi attori, personalità della nostra società, a cui Alberto dona piacevolezza e realtà
Ma la cosa che colpisce oltre la professionalità è la semplicità con cui esprime arte, quasi ne fosse  inconsapevole, e per questo cosi' naturale e spontaneo
niente di artefatto o camuffato per travisare, ma solo per esprimere al meglio la verità 
Nella lunga chiacchierata tra di noi molti gli argomenti trattati. come poteva essere diverso? 
Alberto vive e conosce la realtà sa come siamo finiti in questo buio sociale, conosce i meccanismi.
ne è stato osservatore speciale.
Tra le sue foto ho trovato delle immagini che esprimono chiaramente il nostro punto d'arrivo: siamo esseri privi di meta la superficie è il posto che riusciamo a raggiungere...e poi niente piu' la società dell'apparire, piuttosto che dell'essere siamo sguardi proiettati oltre, come se dovessimo raggiungere un puntino che si allontana sempre di piu' da noi. è cosi lontano che non sappiamo com'è, cos'è  ma solo come fare per arrivarci: andare senza sosta la nostra vita è una corsa continua, sfiancante, una lotta cotro il tempo e al di la dello spazio: le forme , i colori, i profumi ma chi li nota piu'? Viviamo un grigio spento in cui le immagini si sovrappongono si superano e vengono rimpiazzate e dimenticate.


 
quanto c'è da guardare!

 
attenzione, consapevolezza


 
fermare l'attimo

 
significa fermarsi a riflettere


se guardi troppo lontano non vivrai il tuo tempo appieno, ma verrai trascinato senza poter decidere di te

"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne sogni la tua filosofia."
W. Shakespeare "Amleto"
"Se un filo tiene insieme queste immagini,questo non può essere che il gioco di intersezione tra luci e ombre che ci conduce al disvelamento di quanto è sotto i nostri occhi e che noi non riusciamo a vedere perché costantemente impegnati in attività che ci costringono a vedere ma non a guardare.
Perché guardare implica fermarsi,interrompere la corsa,posare lo sguardo,l’attenzione, la sensibilità su cose che abbiamo visto migliaia di volte ma che non abbiamo mai guardato profondamente nella loro essenza.
Perché il bello può essere ovunque, se solo ci soffermiamo un po’ a osservare.
Che poi è osservare un po’ noi stessi.
E’ riscoprire la capacità di riuscire ancora a sorprenderci di fronte a delle nuvole in cammino,a un cumulo di spazzatura,guardando un'altalena lontana o dell’acqua che scorre, da sempre uguale ma sempre diversa.
Talvolta,queste emozioni si riesce a fermarle per sempre.
E diventano fotografie."
Alberto Cristofari





mercoledì 25 aprile 2012

LA PERSONALITA' CREATIVA: ISTRUZIONI PER L'USO



La personalità creativa è una personalità sana e capace che possiede molte qualità e riguarda, a mio avviso, persone un po’ “speciali”.

Uomini e donne che è bello incontrare, conoscere e avere vicino perché la loro disponibilità a voler bene e a creare armonia rende più bella la vita e fa del mondo un posto migliore.

Ritengo che questa struttura di personalità sia caratterizzata da un più attivo funzionamento dell’emisfero destro e che, in conseguenza di ciò, possieda una serie di risorse che la rendono capace di adattarsi in ambienti diversi.



Perché possa esprimere le qualità che possiede è necessario, però, che le sue caratteristiche siano comprese.

Infatti, quando le personalità creative non sono riconosciute, o peggio, sono fraintese, la loro creatività le porta a costruire un falso sé “normalizzato” per adattarsi alle richieste dell’ambiente.

Questo falso sé, nascondendo la personalità autentica, causa un malessere psicologico che in alcuni casi può arrivare fino alla depressione o agli attacchi di panico.




Vediamo qui di seguito i punti di forza e i punti deboli di questa struttura di personalità:


Sanno vedere le cose in modi nuovi


La caratteristica principale di queste persone è la capacità di spostare il loro punto di vista, che le porta a sperimentare opportunità, cose e situazioni sempre diverse.



Sono empatici


Ascoltare, comprendere e condividere i sentimenti sviluppa in loro l’altruismo e l’emotività.

Chi possiede una personalità creativa è attento ai bisogni degli altri, sensibile, accomodante e disposto a sacrificarsi per il bene comune.




Sono creativi


La creatività li rende poliedrici, pieni d’interessi diversi, pronti a fare progetti e a trovare soluzioni per affrontare la vita e le difficoltà di tutti i giorni.



Molteplicità di sé


Sperimentare le emozioni (proprie e altrui) senza censurarle, si trasforma in ricchezza interiore e nella possibilità di usare parti diverse di se stessi in momenti e situazioni diverse.

Questa molteplicità di sé permette alle personalità creative di essere persone diverse secondo le circostanze.



Altruismo


Comprendere gli altri li spinge a considerare l’interesse di tutti, a volte anche contro il loro stesso interesse.

Questo costituisce, probabilmente, il loro requisito meno compreso.



Sempre pronti a cambiare


Le personalità creative sono emotivamente ricche e spontaneamente portate al cambiamento.

Cambiano facilmente abitudini, gusti, idee e progetti.



Leadeship poco appariscente


Poco propense a mettersi in mostra, le personalità creative possiedono un carisma naturale che le porta a trovarsi al centro delle situazioni.

Sono quelli cui tutti fanno riferimento, anche se spesso si tratta di leader poco appariscenti.



Intuizione


Anticipazioni di fatti che non sono ancora successi, conoscenza istintiva dei pensieri degli altri, percezioni che non sono attribuibili ai cinque sensi, sesto senso…

Le personalità creative possiedono una naturale sensitività, cioè utilizzano spontaneamente e istintivamente queste risorse.



Radar inconscio


Le personalità creative sono dotate di una sorta di radar inconscio e captano gli stati d’animo degli altri.

Questo fenomeno avviene in loro spontaneamente e involontariamente.

Può succedere che si sentano “male”, “a disagio” o “tristi” senza nessun motivo; perché, inconsapevolmente, stanno sentendo “il male”, “il disagio” o “la tristezza” di qualcun altro.



Piccoli gruppi


Proprio perché la loro attenzione è sempre totale, preferiscono dedicarsi a poche persone alla volta e, di solito, prediligono i gruppi poco numerosi o le relazioni individuali.




Discontinui e dispersivi


La loro innata curiosità li rende poliedrici e originali, ma anche tendenzialmente discontinui e dispersivi perché il bisogno di cambiare si scontra con la costanza necessaria per portare avanti i progetti.



Eccessiva razionalità


In alcuni casi, la paura della propria “diversità” le spinge a costruire una rigida razionalità, cioè un potente emisfero sinistro, con cui tenere a bada le attività dell’emisfero destro, considerate responsabili di tutte le loro sofferenze.



Insicurezza


Gestire una molteplicità di sé può portare a sentirsi insicuri e incoerenti e può generare idee di auto svalutazione e bassa autostima.

La plasticità, infatti, non è sempre facile da condividere e, purtroppo, a volte può essere interpretata come incoerenza e mutevolezza del carattere.



Camaleontismo


Davanti alle incomprensioni, possono costruire un falso sé, apparentemente ben adattato, che nasconde abilmente l’apparato emotivo e lascia trapelare la propria sofferenza solo in forma criptata.



Isolamento


La necessità di ritrovare se stesse, dopo aver esplorato altre “realtà”, spinge le personalità creative ad aver bisogno di isolarsi periodicamente.



Selezionare i climi emotivi


Per questi caratteri, sempre partecipi e attenti al presente, non fa differenza che si tratti di un film o di una realtà e devono selezionare i contenuti in cui s’immergono per evitare di soffrire inutilmente.




A-temporalità


La loro attenzione è totale, perciò perdono la percezione del tempo che passa quando s’immergono in ciò che stanno facendo. Questo rende difficile la programmazione…



Con questo elenco ho voluto mostrare soltanto una panoramica molto sintetica della personalità creativa, ma nei prossimi articoli approfondirò queste "Istruzioni per l’uso" illustrando, uno per uno, tutti i punti descritti sopra.

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venticinque aprile

di dino buzzati

 

Ecco, la guerra è finita.
Si è fatto silenzio sull'Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia, nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?
Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio, tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano, i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori le case non saranno mai più così immobili e nere.
Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno qua uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell'aria, notte e dì capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici

 

d : foto


martedì 24 aprile 2012

quartieri....

Nasce a Napoli, nei famigerati quartieri spagnoli il progetto "Socialemente pericolosi" che si prefigge di creare lavoro attraverso la creazione di film. Detto così sembra un progetto tra i tanti rivolti alle fasce deboli o socialmente pericolosi. Credo, che invece questo progetto ha in se una valenza maggiore perchè nasce in un contesto pericoloso e difficile. Il giornalista Fabio Venditti negli anni '70 incontrò nel carcere il boss dei quartieri Mario Savio il quale era terrorizzato per il futuro del figlio. “Savio dice che a far parte della camorra si finisce in carcere o uccisi. Perciò si sta impegnando per cambiare le cose nel quartiere e creare opportunità di lavoro per noi giovani”- racconta Genny, uno dei 10 ragazzi coinvolti da “Socialmente pericolosi”. Ed è così che nasce l'associazione e il progetto e Venditti  gira il cortometraggio “Socialmente pericolosi” in cui racconta la storia dei ragazzi dei quartieri poveri che non riescono a trovare un posto di lavoro; il film è arrivato al secondo posto al Film Festival di San Benedetto del Tronto e verrà presentato al Film Festival di Giffoni .
 Dopodichè nascerà la “scuola dei mestieri della televisione” che organizzerà corsi di recitazione, fotografia, ripresa. “Vogliamo creare un’azienda che produca film dall’ideazione alla distribuzione - sottolinea Venditti, che ne è il vice presidente-. I ragazzi sono dei talenti naturali e investire nel progetto può rivelarsi un affare oltre a rappresentare un gesto di responsabilità sociale”. Nino Forte ha scritto e musicato l'inno dell'associazione "Ce la farò" con la voce dei ragazzi coinvolti nel progetto, verrà anche girato un video artistico curato da Gaetano di Vaio dei figli del Bronx. 
Loro ce la stanno mettendo tutta per emergere da un presente desolante ed evitare un futuro senza prospettive dobbiamo fargli caapire che non sono soli perchè il loro futuro appartiene un pò anche a noi.

lunedì 23 aprile 2012

…….manifesti….







QUANDO IL SI' E' UNA VIOLENZA



LA PRATICA DEI MATRIMONI FORZATI


Siamo un paese civile?
davanti a certe notizie non credo si possa affermare.
In Italia il numero di ragazze che subiscono abusi, violenze psicologiche, fisiche e costrizioni è di molto aumentato negli ultimi anni. si puo' constatare dall'aumento del flusso migratorio verso i paesi in cui le giovani donne vengono rimpatriate forzatamente e assoggettate ad una pratica tanto crudele quanto lesiva del piu' grande  diritto universalmente riconosciuto per ogni essere umano : la libertà
e invece cosi' non è: non è ancora giusto e naturale ai nostri giorni pensare che una donna sia libera di scegliere, che sia uguale all'uomo per desideri, sentimenti e sogni.

L' ambizioso progetto di lotta e sradicamento di certe pratiche è stato avviato dall'associazione TERRE LONTANE, in collaborazione con ACTIONAID ITALIA e sponsorizzato dalla FONDAZIONE VODAFONE ITALIA.



“Un progetto legato al sostegno ed al recupero di giovani donne vittime di maltrattamenti e violenze all’interno dell’ambiente familiare. Fondazione Vodafone Italia e’ impegnata dal 2002 nel sostegno di iniziative volte a ridurre il disagio sociale, anche attraverso la creazione di reti di solidarietà sviluppate sui diversi territori, come quella di Action Aid e Trama di Terre, nella convinzione che, se affrontate attraverso una responsabilizzazione collettiva, queste situazioni potranno nel tempo restituire valore alle comunità creando un circuito virtuoso di radicamento”

domenica 22 aprile 2012

Io ti chiesi



Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.

Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste
.

                                                                     HERMAN HESSE

non avere timore per me: io sono felice!
non ho bisogno di pietà
ma di normalità
non credere che la mia paura sia di non poter gioire
sappi che forse lo faccio piu' di te...nonostante.. tutto!