fossile
metti una mano qui come una benda bianca, chiudimi gli occhi,
colma la soglia di benedizioni, dopo che
sei passata attraverso
l’oro verde dell’iride
come un’ape regale
e – pagliuzza
su pagliuzza,
d’oro e grano trebbiato –
hai fatto di me
il tuo favo di luce
una costellazione di api ruota sul tiglio
con saggezza inumana, un vorticare di intelligenze non si stacca
dall’albero del miele
– sarebbe riduttivo dire amore
questa necessità della natura –
mentre un vuoto anteriore rimargina
tra fiore e fiore senza lasciare traccia:
usa la bocca, sfilami dal cuore
il pungiglione d’oro,
la memoria di un lampo che ha bruciato la mia forma umana
in una qualche preistoria
dove i pazzi accarezzano le pietre come fossero teste di bambini:
avvicinati, come la prima
tra le cose perdute
e quel volto si leva dalla pietra per sorridere ancora
Maria Grazia Calandrone
Maria Grazia Calandrone è nata a Milano nel 1964 e vive a Roma. E' autrice di testi poetici, radiofonici e teatrali e conduttrice per Radio 3. Oltre che di poesia, si occupa dell'organizzazione di eventi culturali e di spettacolo. La sua produzione poetica comprende numerose raccolte e sperimentazioni, che le sono valse molti fra i premi più prestigiosi in Italia. Fra queste segnaliamo: Pietra di paragone (Tracce, 1998 – edizione-premio Nuove Scrittrici 1997), La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini Opera Prima, finalista premi Dessì, Montano e Torri di Quartesolo), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005 – finalista premio Valeri) La macchina responsabile (Crocetti, 2007 – finalista premio Mario Luzi), Sulla bocca di tutti (Crocetti, 2010 – premio Napoli, premio Città di Sassari, finalista premi Sandro Penna e Città di Fabriano), Atto di vita nascente (LietoColle, 2010) e L'infinito mélo, pseudoromanzo con Vivavox, cd di sue letture dei propri testi (luca sossella, 2011)
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