"La mostra di Mike Kelley potrebbe sembrare ostica, ma non lo è assolutamente. C'è una potenza nelle opere, una forma di meraviglia, una forma di rivelazione e di intensità che spero travalichi le stratificazioni che Mike Kelley stesso metteva nelle sue opere". Andrea Lissoni
"Eternity is a Long Time" la mostra all'Hangar Bicocca di Milano , lo spazio milanese voluto da Pirelli, che rende omaggio all'artista americano grande eclettico del contemporaneo Mike Kelley (Detroit 1954- Los Angeles 2012) , un progetto espositivo molto ambizioso curato da Emi Fontana e Andrea Lissoni che si snoda tra installazioni, video e sculture realizzate dall’artista tra il 2000 e il 2006. In mostra dieci opere, due delle quali raramente esposte in Europa: l’installazione video – dipinti e disegni – Profondeurs vertes, presentata solo al Louvre, e Light (Time) - Space modulator, una scala a chiocciola che ruota nello spazio, a cui sono agganciati tre proiettori che diffondono una luce cangiante formata da immagini sovrapposte.
"John Glenn Memorial Detroit River Reclamation Project"( 2001) ispirata al monumento dell’astronauta John Glenn (a cui era anche intitolato il suo liceo) ricoperta di frammenti di vetro e ceramica recuperati dall’artista stesso nel fiume di Detroit. Un gigante che racchiude la piccolezza e l’immensità dell’uomo.
"Se c’è un termine con cui definire il terreno comune fra Oursler e Kelley è "cangiante". Cangiante, slittamento fra una dimensione e l’altra, e assemblaggio di tecniche e discipline: Kelley, da post moderno, è un artista del pastiche, in cui fonde video, performance, oggetti, suoni, sculture e musica. Per questo abbiamo voluto sganciarci dal Mike Kelley più incasellato, quello per esempio degli stuffed animals – serie la cui opera più grande, Deodorized central mass with satellites, è stata di recente acquistata dal MoMA, che la inserirà a ottobre nella retrospettiva dell’artista, ora in corso al Centre Pompidou di Parigi fino al 5 agosto e nel 2014 al MOCA di Los Angeles. Abbiamo voluto liberarci da alcune forzature sulla lettura di Kelley, come quella dell’artista che reagisce alla sindrome della memoria repressa". Andrea Lissoni
Il titolo scelto per la mostra, Eternity is a Long Time, frase pronunciata da uno dei due attori del video
Extracurricular Activity Projective Reconstruction (Domestic Scene) al suo partner prima che entrambi si tolgano la vita, è particolarmente toccante.
Mike Kelley - "Eternity is a Long Time"
HangarBicocca, Milano
fino all'8 settembre
Info: www.hangarbicocca.org
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