Il sogno di
Serena Speranzini, di Giovanni Massari e Luigi Bertazzoli, ha preso vita. Il sogno si chiama: Agricoltura sociale,
ritorno alla terra con tanto di addio alla occupazioni precedenti, in
poco più di due ettari di terreno, a Corte Maddalena, Curtatone. "Cencio molle" è una società agricola che ha come scopo l'inserimento
lavorativo di soggetti svantaggiati. In via Pilla
si coltivano gli ortaggi nel modo più naturale possibile, utilizzando i
cosidetti insetti utili e tenendo sott’occhio il risparmio idrico. La
filosofia che i tre giovani mantovani stanno seguendo è quella della
permacultura, una sintesi di ecologia, geografia, antropologia,
sociologia e progettazione. Più semplicemente creare coltivazioni che si sappiano rendere
ma, soprattutto rigenerarsi anche senza l’intervento dell’uomo (o
comunque con quest’ultimo ridotto al minimo). Perché il prodotto, come
dicono Serena, Giovanni e Luigi, deve essere sano, buono, etico. Perchè il progetto si chiama Cencio molle è presto detto.
Il "cencio molle" (abutilon theophrasti medicus) è una pianta originaria
dell'Asia ma ormai diffusa in gran parte d'Italia. Può raggiungere
oltre un metro d'altezza ed è una tenace infestante dei campi per la
quantità di semi che produce e per la capacità di propagarsi tramite gli
ingranaggi dei mezzi agricoli. «Per il nostro modo di concepire
l'agricoltura, basato sul rispetto dell'ambiente e della biodiversità,
ci siamo chiesti se questa pianta, contro la quale vengono impiegati
diserbanti e prodotti chimici a volontà, potesse in realtà avere una sua
utilità e quale fosse, come per tutte le specie vegetali, il suo
apporto nell'ecosistema - spiegano i tre ragazzi, che hanno costituito
la società agricola pochi mesi fa - Abbiamo scoperto che il cencio molle
facilita la cicatrizzazione delle ferite, è un antinfiammatorio e, come
tisana, favorisce la digestione e la diuresi. In Cina da molti secoli
se ne usano le fibre, robustissime, per creare corde, spaghi, reti da
pesca, panni grezzi, carta. Sia i semi che le foglie sono fonte di cibo,
soprattutto nella regione del Kashmir. Il cencio molle è dunque una
metafora del nostro fare agricoltura sia a livello sociale che a livello
ambientale». Capita l'antifona? In fondo spesso ci si sente cenci molli...o no? Auguriamo alla azienda agricola di diventare presto una solida realtà economica.
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