domenica 25 maggio 2014

d: poesia





Questo atto solitario

Posso creare qualunque cosa
 quando mi immergo
 in questo atto solitario

e con “creare” intendo
 che posso restar seduto e lasciare 
che qualunque cosa si sollevi si alzi e

cada dalle mie dita
sulla pagina. Non si tratta di un trucco,
 né si tratta esattamente di una disciplina.

Mi piace questo star solo. Forse 
più di ogni altra cosa. Più
 persino di te. È come essere

chiaramente vivo 
 e allo stesso tempo morto.
Un ronzio nel mio orecchio

mi ricorda anche che
 persino un robot ha orecchi.
 Sto sulla riva di questo fiume

in una scena naturale
 quanto qualsiasi cosa che spinga
la mia penna 
attraverso l’acqua. Sono anche

sul ponte e sto per saltare. 
Nulla mi può aiutare, e
 lo fa. Atterro nel tempo

da cui ho tanto cercato di fuggire. 
Nulla è rimasto lassù 
che mi spinga in avanti.
  Non posso scrivere

un’altra parola senza baciare 
il fantasma di me stesso sul culo
 nelle tenebre che hanno il sapore

di domani con le mani
 alzate, che si arrende all’alba
con i denti in un bicchiere

di acqua trasparente. Ve l’ho detto: 
posso creare qualunque cosa, 
incluso queste vecchie labbra.


Jack Hirschman







Jack Hirschman,  uno dei maggiori poeti americani contemporanei,  nato il 13 dicembre del 1933, nel Bronx a New York. Poeta, scrittore, pittore, traduttore, attivista politico a favore dei poveri e degli emarginati, ha pubblicato, tra poesia, saggi, traduzioni, antologie, più di 100 libri. Membro trainante della Union of Left Writers, fondatore e redattore della rivista internazionale Compages, redattore di Left Curve, del People’s Tribune, ha anche una ampissima attività di traduttore (Pasolini, Scotellaro, Paul Laraque, Antonin Artaud, Mallarmé, Roque Dalton, Celan, ecc.). Vive tra gli Stati Uniti, l’Inghilterra, l’Italia. Ha pubblicato con la Multimedia Edizioni, Soglia Infinita (1993) e Arcani (1999) e nel 2004 12 Arcani e Volevo che voi lo sapeste.

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