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PARTITA
A QUATTRO NELLA DARK ROOM
Linda
Canova
Gianluca
Capozzi
Ambra
Lorenzetti
Antonello
Matarazzo
a
cura di
Bruno
Di Marino
Venerdì
23 maggio 2014
Galleria
Allegretti
Torino
La
rappresentazione del corpo continua ad esercitare nell’arte
contemporanea un fascino indiscusso. Un corpo sospeso tra erotismo
pornograficizzato e pornografia eroticizzata, in un’epoca
“liquida”, per citare Bauman, in cui i confini si fanno sempre
più labili e il concetto di oscenità è diventato fin troppo
sfumato, lontano ormai dalla provocazione e dall’épater
les bourgeois.
I
quattro artisti che prendono parte a questa collettiva lavorano anche
su un altro confine, quello tra le diverse forme espressive e
rappresentano, anche dal punto di vista del dispositivo artistico, un
ventaglio di possibilità e mescolanze in campo creativo.
Non
a caso sono stati scelti due uomini e due donne, in modo da creare un
confronto tra maschile e femminile, una vera e propria partita a
quattro giocata negli spazi della galleria Allegretti, dominata dal
colore nero delle pareti che assorbe la luce e dona ai segni, alle
forme, ai colori e soprattutto ai corpi, una maggiore forza e
risoluzione visiva.
Pittore,
fotografo e in alcune occasioni videomaker, Gianluca
Capozzi nelle
stampe digitali in mostra ci mostra corpi femminili decomposti da un
caos controllato di chiazze digitali che esplodono o si spandono
sulla superficie.
Un
erotismo caleidoscopico ben controbilanciato dalle visioni di Ambra
Lorenzetti,
che invece utilizza esclusivamente il medium fotografico e che in
XXXX
ci
invita a una riflessione sul corpo colto nelle sue derive erotiche e
congelato nelle sue perversioni feticistiche.
Nella
conversazione intermediale interviene Linda
Canova –
che alterna il lavoro di fotomodella a quello di artista visuale –
allestendo la serie Microsolchi,
ovvero vecchi vinili su cui vi ha ridipinto immagini stilizzate,
fortemente infantili, con atti sessuali molto espliciti,
rappresentazioni violente e ingenue al tempo stesso, dai colori
accesi, che aggrediscono lo spettatore con la reiterata
riproposizione di pompini e penetrazioni varie.
Ma
la Canova diventa protagonista con il suo corpo anche di Sex
Machine,
l’installazione video che Antonello
Matarazzo ha
concepito appositamente per questa mostra. In questo lavoro l’artista
allude alla riduzione del corpo femminile ad oggetto di piacere
mediatico, un piacere maschile solipsistico soddisfatto soprattutto
attraverso la rete.
I
quattro stadi di cui si compone la collettiva XXXX
incarnano
altrettante modalità di messa in forma dell’osceno, un topos tanto
rimosso quanto ricorrente nella storia dell’arte fin
dall’antichità. Tra pop e fetish, colore e bianco e nero, naif e
iperrealismo, materico e digitale, macchinico e organico, il viaggio
nella dark
room della
Galleria Allegretti può essere visto come un rito di passaggio,
un’esplorazione delle nostre fantasie sessuali più recondite che
l’arte rende visibili, lasciandole affiorare dall’oscurità.
GLI
ARTISTI
Linda
Canova (Asolo,
1985) artista visuale. Ha iniziato nel 2007 ad intraprendere la
professione di modella, avvicinandosi al contempo a sperimentazione
ed a realtà artistiche. Dal 2008 è impegnata nella sua ricerca
attraverso disegni ed espressività corporea, con l'ausilio di
immagini e video. Canova pone al centro della propria riflessione i
temi della sessualità, della pornografia e degli attuali status
sociali.
Gianluca
Capozzi (Avellino
1973. Studia all'accademia di Belle Arti di Firenze e alla Facoltà
di Belle Arti di Granada, Spagna. Tra le recenti mostre personali
“The Passenger”,
Bulart
Gallery, Varna, Bulgaria, “East of Eden”, Palazzo Ducale, Genoa,
Italy, Città “Brownian Motion”, Velan Art Center, di Torino,
“Frame Store”, Galleria Artra, Milano. Ha partecipato a mostre
collettive tra cui “Time is Love” Talmart gallery, Paris; Pink
Gallery, Seoul; Torrance Art Museum, California, Photon, Slovenia,
“Premio Cairo”, Palazzo della Permanente, Milano, “The Name,
The Nose”, Museo Laboratorio, Città S. Angelo, “Under the
Volcano”, Andromeda Contemporaneo, Costa Rica, “Spam”,
Fondazione Pastificio Cerere, Roma “But no one ever”, Spazio
Natta, Como, “ArtWiki project” 7th Berlin Biennale, “Imagine
and Create” galleria Artra, Milano, “Impresa pittura”, CIAC,
Roma, “Urban jealousy” Biennial of Tehran, curata da Amirali
Ghasemi, Serhat Koksal.
Ambra
Lorenzetti (Siena,
1983). Nel 2006 inizia ad usare il mezzo fotografico, prima
analogico, poi digitale (reflex). Dal 2007 al 2010 fotografa di scena
al Sonar la Casa della Musica, Colle val d’Elsa. Nel 2009 partecipa
alla mostra Il
lavoro e la mercificazione umana e
nello stesso anno espone un reportage dal titolo Fashion
moments reportage
sull’elite modaiola fiorentina. Nel 2010 collabora con la rivista
Tag
Magazine come
fotografa freelance per Pitti Immagine Uomo, seguendo tutti gli
eventi. Nel 2010 collabora con la rivista Insound
per
Disconnect-music
festival,
tenutosi a Venezia ed espone a Liberaccolarte il lavoro Sacchetti
di carne vuota (ritratti
e nudi). Nel 2012 vince Blidonkey
e
partecipa ad una collettiva alla galleria Rita Castellote di Madrid.
Nel 2013 viene selezionata come vincitrice del premio Bop Decameron,
Premio Celeste: partecipa ad una collettiva ed è in mostra a Palazzo
Pretorio di Certaldo Alta (Firenze).
Antonello
Matarazzo (Avellino,
1962) è pittore,
regista e video artista. Ha preso parte al movimento medialista
teorizzato da Gabriele Perretta, grazie alla sua ricerca volta ad
integrare i vari media (fotografia, pittura, video ecc.). Dal
2000, data del suo cortometraggio d'esordio, The
Fable (18°
Bellaria Film Festival) –
prodotto da Fuori Orario
(Raitre) – i suoi video sono
stati accolti da numerosi festival cinematografici nazionali ed
internazionali (Mostra
Cinematografica di Venezia, Festival Cinéma Méditerranéen
Montpellier, Torino Film Festival, Festival des Cinémas Différents
de Paris, InVideo, Locarno
ecc.), alcuni dei quali come la Mostra
del Nuovo Cinema di Pesaro,
il Festival Internacional de
Cine de Mar del Plata e
Signes de Nuit
di Parigi hanno proposto sue retrospettive. Il suo lavoro è stato
presentato nelle edizioni 2009 e 2011 della Biennale Arte di Venezia.
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