lunedì 8 ottobre 2012

Paul Klee e l'Italia







Alla Galleria nazionale d'arte moderna in esposizione le opere dell'artista , i viaggi nella penisola e i suoi soggiorni romani.
A cura di Tulliola Sparagni e Mariastella Margozzi, l'esposizione raccoglie oltre cento opere anche di altri artisti italiani e stranieri, da Kandinsky , Moholy Nagy, Max Bill, Albers, Licini, Soldati, Perilli, Novelli ecc., intorno al tema del rapporto del maestro con l'Italia.
Furono sei i viaggi di Klee in Italia, in luoghi diversi e distanti, dalla Sicilia alla Lombardia.
La mostra analizza l’influenza della cultura e dei paesaggi del nostro paese sul lavoro dell’artista rapportandosi alle varie fasi della sua biografia artistica dagli inizi al periodo Bauhaus e agli ultimi anni solitari a Berna.





Paul Klee, Du gris de la nuit surgit soudain, 1918





Paul Klee nacque l’8 dicembre 1878 a Münchenbuchsee presso Berna, da un maestro di musica tedesco d’origine e operante nella capitale elvetica, dal quale Klee, che fin da ragazzo era un ottimo violinista, ereditò l’amore per la musica. Nell’autunno del 1898, dopo l’esame di maturità, cominciò a Monaco gli studi di pittura, prima nella scuola privata del pittore Knirr, in un secondo tempo all’Accademia sotto la guida di Stuck. Passò l’inverno tra il 1901 e il 1902 in Italia, fermandosi a Roma, Napoli, Firenze e sentì soprattutto il fascino dell’architettura della prima Rinascenza, di Michelangelo, dei primi maestri del Quattrocento. Tornato a Berna nel maggio 1902, vi lavorò duramente per alcuni anni raggiungendo la sua completa formazione: frutto di questi studi è una serie di 15 incisioni ad acquaforte eseguite in uno stile rigido, che mette in rilievo i dettagli e con forti accentuazioni satiriche. Viaggi occasionali lo portano a Monaco, dove scoprì, nel 1904, Beardsley, Blake, Goya, Ensor, e a Parigi, nel 1905.
Tornato nuovamente a Monaco alla fine del 1906, vi sposa Lily Stumpf, maestra di pianoforte
Nelle opere, prevalentemente grafiche, di questi anni, Klee sviluppa un gusto per la linea mossa, sensibile ad ogni movimento psichico: lo stile della libera “improvvisazione psichica” che culmina nelle illustrazioni per il « Candide » di Voltaire, eseguite nel 1911-12. All’esposizione di Monaco vede Van Gogh e Cézanne, il cui insegnamento sente subito come eccezionale. Si accosta, nell’inverno 1911, al gruppo dei pittori del Blaue Reiter (Cavaliere Azzurro) e si lega d’amicizia con Kandinsky, Marc, Macke e Jawlensky; nell’aprile 1912 si incontra a Parigi con Delaunay e conosce le opere di Rousseau, Picasso, Braque; vede a Monaco l’esposizione dei Futuristi ed entra in contatto con il circolo degli Espressionisti, raccolti intorno alla rivista berlinese « Sturm »: vive insomma a fianco di un gruppo di artisti tutti fortemente occupati dal problema del colore, libero ed espressivo. E proprio al problema del colore è spinto, nella primavera del ’14, da un breve viaggio in Tunisia che costituisce per lui una prepotente esperienza ottica.
 
Dal 1921 al 1930 Klee insegna alla Bauhaus di Weimar e Dessau, nei settori della pittura su vetro e poi della tessitura: più tardi gli sarà personalmente affidato un corso di pittura, in collegamento con Kandinsky tiene delle lezioni regolari sulla teoria della forma e sviluppa la prima teoria sistematica dei mezzi pittorici puri che porta ad una eccezionale chiarificazione delle possibilità evocative insite nei mezzi astratti.
Nuove molteplici sollecitazioni gli sono offerte oltre dall’amico con Kandinsky, Feininger, Schlemmer, anche  da nuovi viaggi in Sicilia (1924, 1931), in Italia (1927), in Egitto (tra il 1928-29): eperienze che si riflettono nella sua pittura. 
Nel 1931 Klee è chiamato all’Accademia di Düsseldorf, dove può dedicarsi più liberamente al suo proprio lavoro: ma comincia la reazione nazista e, nella primavera del 1933, questo artista, che era il più tranquillo di tutti gli artisti, fu accusato di “bolscevismo culturale” e destituito. Ritornò allora in dicembre, come emigrante, nella nativa Berna.
E comincia l’ultima fase della sua arte: il formato delle sue opere si ingrandisce, una estrema semplicità elimina tutto ciò che è superfluo, la lieve tessitura lineare si rinforza in grandi segni.

"L'arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è."


 Nel 1935  i primi indizi di una maligna affezione della pelle della quale Klee morì il 29 giugno 1940.





Paul Klee , paesaggio con uccelli gialli 




"Paul Klee e l'Italia"
Gnam , Galleria nazionale d'arte moderna di viale delle 
Belle arti 131. Roma
 Dal 9 ottobre al 27 gennaio 2013

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