sabato 15 giugno 2013

Bruno Cattani


B. Cattani, Museo Anderson, Roma, 2002
© Bruno Cattani, Courtesy Museo Anderson, Roma


 "da sempre la memoria è il sottile fil rouge che lega indissolubilmente il mio lavoro. A tutti è capitato di ritornare in luoghi dove abbiamo passato la nostra vita e che ci richiamano la storia come se fosse incisa sulla pietra: la malinconia di momenti che non rivivremo più, il rimpianto del passato che si trasforma in sottile piacere, l’immagine impallidita, solo accennata, che riemerge ad un tratto tra le pagine di un libro sfogliato. Ricercare e fotografare questi luoghi significa recuperarli dal passato salvandoli dall’oblio". Bruno Cattani




Bruno Cattani nasce a Reggio Emilia nel 1964. 
Inizia a fotografare dal 1982 e nel 1995, dopo alcuni anni di ricerca e mostre personali, partecipa alla mostra collettiva Musica in Fotografia organizzata da IF Immagine Fotografia a Milano. Nel 1996 partecipa ad una ricerca fotografica collettiva sui Musei Civici di Reggio Emilia che si concluderà con la mostra Metti il fotografo al Museo. Continua in questi anni il suo percorso sui Luoghi dell'arte arricchendo la sua raccolta di immagini in vari musei d'Europa. E’ selezionato da Italo Zannier per l'esposizione Giovani e sconosciuti che si tiene a Spilimbergo nel 1997. 
Nel 1998 è invitato a realizzare una ricerca sul Pergamonmuseum di Berlino, dove esporrà parte del lavoro. Seguono, negli anni, numerosi incarichi di ricerca fotografica in musei quali il Musée Rodin (1999), il Musée du Louvre (2000), l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, l’Istituto Nazionale per la Grafica e Calcografia a Roma e la Soprintendenza Archeologica di Pompei (2001). 
Nel 2003 espone alcune delle fotografie commissionategli dal Musée Rodin di Parigi nella mostra, curata da Sandro Parmiggiani, Camille Claudel. Anatomie della vita interiore tenutasi a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, partecipa alla collettiva Ritratto di una collezione presso la Fondazione Maeght. Nello stesso anno il Museo Archeologico Nazionale di Napoli acquisisce le fotografie ivi realizzate. Nel 2004 partecipa alla proiezione sulla scuola fotografica di Reggio Emilia alla Maison Europeenne de la Photographie. Nello stesso anno ha inizio una ricerca sui luoghi della follia: la sua tensione è ora volta alla ricerca dei segni lasciati da coloro che hanno vissuto, a volte per un’intera vita, negli ospedali psichiatrici, in quei luoghi testimoni di ingiustizia e sofferenza umana. Una selezione di questi scatti è presente nella mostra collettiva Il volto della follia esposta nel 2005 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia. Nel 2005 partecipa alla collettiva Architettura come paesaggio, che espone i lavori più importanti realizzati dallo Studio Gabetti e Isola Isolarchitetti di Torino e che porta alla realizzazione di un volume con testi di Valter Bordini, Federica Dal Falco, Carlo Olmo e Paolo Portoghesi (Allemandi Editore). 
Nel 2006 partecipa alla mostra collettiva Uno sguardo sulla città nell’ambito della manifestazione “Reggio Emilia - Settimana della fotografia europea”. Nello stesso anno partecipa alla mostra collettiva ITALIA 1946-2006 organizzata dal CRAF di Spilimbergo e curata da Cesare Colombo, Claudio Emè e Walter Liva. Nel 2007 è invitato ad esporre alla Biennale della fotografia di Salonicco e partecipa alla collettiva Italia-Provenza organizzata dalla Fontaine Oscure di Aix En Provance. Partecipa, a Pordenone, ad una mostra collettiva curata da Elio Grazioli dal titolo Movimento- Emozione, che porta alla realizzazione di un catalogo. Nello stesso anno, una sua mostra personale dal titolo Figure nel tempo viene realizzata presso le Officine Fotografiche di Roma. 
Nel 2008, ai Musei Civici di Reggio Emilia, si tiene la mostra Dialogo di corpi, nell’ambito della III edizione di Reggio Emilia - Fotografia Europea.




Il colloquio del silenzio (A proposito delle fotografie di Bruno Cattani) Mai nessun fotografo come Bruno Cattani, si è interessato a ciò che gli storici e i critici hanno chiamato la vita dell'arte, a questa modalità propria che le opere hanno di comunicare in modo tacito e semplicemente con la loro sola presenza in luoghi a loro riservati. Robert Pujade



info:www.brunocattani.it

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