martedì 18 giugno 2013

SESSUALITA' E DISABILITA'



 "I DISABILI FANNO SESSO. Quasi tutti sono in grado di scopare, chi più chi meno attivamente, ma tutti provano piacere nel fare sesso e ne hanno lo stesso bisogno di una persona ''normale''. Spesso sono anche più bravi, soprattutto quelli che non avendo più la sensibilità fisica, provano piacere nel soddisfare il partner e vengono trasportati in orgasmi diversi, ma ugualmente soddisfacenti, proprio dal godimento di chi hanno vicino. Oltretutto sono meno distratti dalla ricerca del proprio piacere, e più sensibili e concentrati su pratiche alle quali l'abituale amatore dedica scarsa attenzione e superficiale applicazione.(...) sono per un risveglio delle coscienze, della sensibilità umana necessaria a capire il bisogno dell'altro. Sarebbe un grande passo avanti nella scala evolutiva della nostra specie, e sono ancora fiducioso che lo vedrò succedere." Lorenzo Amurri - http://tetrahi.blogspot.it



Il desiderio, il piacere, la sessualità delle persone con disabilità sono ancora avvertiti come tabù. Se ne parla poco, se ne parla principalmente dal punto di vista del maschio eterosessuale, se ne parla solo in ambienti molto specialistici, se ne parla sottovoce.
Oggi chi ha una disabilità, fisica o psichica, trova parecchi ostacoli nell’espressione del proprio desiderio e dei propri bisogni sessuali e affettivi.
Alle donne con disabilità il diritto all’amore e alla sessualità viene spesso negato , nella vita affettiva la donna con disabilità avrà meno opportunità e meno libertà di autodeterminarsi non solo rispetto alle altre donne ma anche rispetto agli uomini con disabilità. Le donne con disabilità sono soggette a una doppia discriminazione, una in quanto donne e una in quanto disabili.
Una mancata rappresentazione del “corpo disabile” o a una rappresentazione stereotipata del “corpo disabile” contribuisce a creare l’immagine di un corpo asessuato, infantilizzato, oggetto di cure e mai soggetto di desiderio.
Corpi “perfetti” utilizzati nelle pubblicità per vendere un’idea di perfezione, corpi non conformi al modello, perché grassi, bassi, deformi, vengono esclusi da ogni rappresentazione, vengono sottratti allo sguardo pubblico.
Il corpo con disabilità è considerato solitamente malato, “brutto”, oggetto di cure, percepito come poco desiderabile e nello stesso privo di desideri. Non esiste nell’immaginario collettivo che una donna con disabilità possa piacere, possa essere considerata sexy, possa suscitare desiderio e possa di conseguenza avere rapporti sessuali e relazioni sentimentali.
Far proprio il pregiudizio che le persone con disabilità siano asessuate significa anche assumere l’impossibilità di attribuire a queste identità lesbiche, gay, queer, ecc. 
I desideri  i bisogni la sessualità delle persone con disabilità devono essere ascoltati e  affrontati.
fonte : http://comunicazionedigenere.wordpress.com


"Le donne con disabilità sono invisibilizzate nella pubblicità e nei mass media. In una società dove la sessualità viene prodotta ed esibita … nella cultura popolare, l’invisibilità delle donne disabili … nega la loro sessualità". ( Holly Norris).
"Dal giorno in cui subii la fusione spinale da bambina, la mia colonna vertebrale fa resistenza sotto la pelle. Ho deciso di posare nuda su questa gru. Ero, e sono, proprio come voi. Sento. Rido. Amo. Cresco.
Quando mi dite che sono coraggiosa, non crediate che non abbia paura.
Avevo paura anche quel giorno. Il giorno che mi sono strappata i vestiti di dosso e ho iniziato a fare le foto. Se vi importa di capire, dovete sapere che non l’ho mai fatto: permettervi di vedermi nuda. Non mi sono neanche mai permessa di vedermi nuda, ma avevo bisogno di capire che cosa avevano da fissare tutti gli altri. Così quel giorno ho guardato. Con estrema attenzione, a lungo, fotogramma dopo fotogramma.
Sola, piena di cicatrici, bella.
Avete paura? Io ho paura ogni volta che cerco di amarmi completamente.
Se volete capire, dovete sapere che non c’è altro. Voglio che siate impaurit*. Voglio che guardiate queste foto e vediate voi stess*, e voglio che immaginiate di amare tutto. Ogni neo, ogni cicatrice.
L’ultima fotografia zooma sull’immagine di un tatuaggio sul suo petto: il contorno di un cuore con un nastro con sopra scritto: deforme."  Jes SachseLinguaggio del corpo" 





"Lo sguardo, nella sua accezione migliore, ha in realtà il potenziale di creare nuovi significati e società più aperte. Lo sguardo ha il potenziale per aiutarci a ridefinire il linguaggio che usiamo per descrivere noi stessi e gli altri, creare spazio per coloro che si trovano più spesso esclusi dalle comunità, e forgiare le nostre identità. Lo sguardo è più dinamico e produttivo quando il soggetto dello sguardo, la persona che viene guardata, è in grado di esercitare un certo controllo sull’interazione, e così facendo presentare la propria storia alla persona che guarda." Rosemarie Garland-Thomson, studiosa di disabilità e women studies,





"Sono passati 30 anni, da quando, Camillo Valgimigli, neuropsichiatria modenese, per la prima volta, in una rubrica del Corriere della Sera, argomentando le diverse problematiche riguardanti le persone disabili, mise finalmente in risalto quella della sessualità, segnalando all’opinione pubblica i pregiudizi che si nascondevano dietro questo silenzio:
“Ammesso che al disabile rimanga un po’ di tempo libero inteso nella accezione comune e ammesso che, abbattute le barriere, questo fortunato possa trovarsi in giro e vedere che aria tira, a questo punto può anche rendersi reale la possibilità di chiedersi cosa farne della sua persona sessuata.”
Forse senza rendersene pienamente conto, Valgimigli sottolineava una svolta culturale. Questo argomento iniziava infatti a diventare fonte di ricerca e di studio. Nel 1978 venne peraltro organizzato un congresso internazionale al Centro di Educazione Matrimoniale e Prematrimoniale di Milano, al quale intervennero studiosi di livello internazionale dell’handicap sia fisico che mentale. Il tema suscitò la curiosità dei mass-media, che se ne appropriarono con toni spesso morbosi. Forse anche per questo motivo, e nonostante il fatto che nel 1993 pure l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato un documento nel quale viene riconosciuto a tutti i portatori di handicap “il diritto di fare esperienza della propria sessualità, di vivere all’interno di una relazione, di essere genitori, di essere sostenuti nell’educazione della prole da tutti i servizi che la società prevede per i normodotati, compreso il diritto di avere un’adeguata educazione sessuale”, il dibattito non ebbe significative ripercussioni sui due sistemi di sviluppo e di crescita più importanti per l’individuo con disabilità: la famiglia e le associazioni.
Diventa necessario quindi, trattare di affettività e sessualità in altri modi, in grado di aprire nuove prospettive, iniziando innanzitutto a riflettere su cosa questi temi significano per le persone- target.
L’handicap rappresenta una difficoltà che ogni persona disabile incontra nel proprio percorso di sviluppo umano tendente alla realizzazione di sé. Eppure i disabili fisici e psichici che stanno percorrendo un cammino di emancipazione rispetto alla famiglia e alla società molto spesso incontrano pochissime possibilità di ascolto per parlare e confrontarsi sull’affettività e sulla sessualità; trovano anche una scarsa preparazione culturale ed emozionale del mondo dei normodotati ad accogliere questo aspetto della loro vita. Spesso si mira a facilitare la loro emancipazione in termini di inserimento scolastico e lavorativo, di raggiungimento di autonomia e abilità, lasciando in secondo piano aspetti di rilievo per la crescita personale quale la “consapevolezza e l’affermazione del sé emozionale ed affettivo” (Veglia, 2000)."
fonte: http://www.lelleri.it/report/abilidicuore



Approfondimenti:
American Able Project and Holly Norris Photography
Envisioning New Meanings Project
Jes Sachse Blog
Gruppo donne Uildm
Love Affair un video documentario su donne, corpi e disabilità
Beatriz Preciado video-conferenza (in spagnolo) su disabilità, rappresentazione, sessualità, normatività.
Scarlet Road pagina del documentario che racconta la storia di una sexworker australiana che lavora come assistente sessuale
Intervista a un assistente sessuale per donne che lavora in Svizzera



Intervista  a Francesca http://societa.panorama.it/Abile-ad-amare-e-a-fare-l-amore


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