In occasione del ventennale della scomparsa, il Castello di Rivoli Museo d’Arte contemporanea, dedica al grande fotografo italiano Luigi Ghirri un convegno e una mostra, si parlerà della sua opera e del suo metodo compositivo insieme ad ospiti come Marco Belpoliti, Mario Cresci, Elena Re e Andrea Bellini. L’iniziativa è la seconda tappa del progetto Le scatole viventi, inaugurato con un omaggio a Luigi Ontani.
Nanografie di semplice vita quotidiana per paesaggi interiori. La mostra «Luigi Ghirri - Project Prints, un’avventura del pensiero e dello sguardo» sarà aperta fino all’11 marzo 2012.
Per 12 anni Ghirri ha operato dell’ambito dell’arte Concettuale, esperienza che ha influenzato il suo modo di lavorare. Quindi la mostra non è soltanto una sequenza di scatti ma l’esposizione della sua esperienza anche attraverso gli appunti, gli oggetti e le maquettes che hanno accompagnato l’evoluzione del suo progetto.
Fu tra i primi, per esempio, a sottolineare l’importanza, negli Anni Ottanta, del senso del luogo da indagare, anzi, da guardare, oltre le apparenze fino a incorporarlo e a identificarvisi: «Il racconto di Borges che dipinge paesaggi e oggetti per poi scoprire, alla fine della vita, che aveva composto un mosaico del suo volto, può essere accostato al mio progetto-opera fotografica».
Sulle pareti 160 foto ottenute con il semplice contatto della pellicola sulla carta da stampa: piccole quindi, al punto da sembrare nanografie rispetto ai pannelli ben più grandi di altri autori esposti nella Manica Lunga.
Un accostamento voluto per spiegare il significato di project prints, la realtà in miniatura con cui l’autore creava le scenografie del proprio mondo da guardare come preziose carte da gioco. Ma anche per sottolineare un passo della storia della fotografia di cui oggi si ripercorrono, con altra tecnologia, le orme.
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