martedì 22 marzo 2011

…Emozioni….

Le emozioni sono esperienze fortemente coinvolgenti che appartengono alla vita di ciascuno di noi. Conoscerle e viverle meglio ci aiuta ad affrontare con maggiore consapevolezza le esperienze quotidiane.Forse non tutti sanno che fin dall’antichità medici e filosofi avanzavano l’ipotesi che le emozioni eccessive avessero conseguenze negative sulla salute fisica e mentale. Ad esempio, in epoca greco-romana, Esculapio attribuiva la causa dei disturbi mentali a problemi emotivi. Galeno considerava le passioni come la sesta causa non naturale di malattia. Nel diciassettesimo secolo Wright (1601) affermava nel suo “Passions of the Minde in Generalle” che le passioni potessero alterare le funzioni e la struttura del corpo. Era convinto che la sede delle passioni fosse il cuore e che, se la gioia moderata potesse essere considerata benefica per la salute, la gioia eccessiva era causa, alcune volte, di morte istantanea, mentre la tristezza, il timore o la disperazione erano considerate pericolose perché possibili cause di restringimento del cuore.Successivamente Burton, con il suo saggio sulla melanconia (1621), poneva ancora l’accento sui fattori emotivi come causa di malattia mentale, indicando però il cervello e non il cuore come la parte del corpo colpita dal male. Dobbiamo arrivare alla fine del 1800 perché la scienza inizi e studiare le emozioni, finalmente, riconoscendo la loro importanza in senso positivo nel comportamento umano.Oggi il mondo scientifico, e quindi anche la psicologia, riconoscono che le emozioni sono delle esperienze complesse che comprendono modificazioni fisiche e specifici pensieri correlati. Dànno ricchezza alle esperienze umane e svolgono una funzione adattiva a situazioni ed eventi importanti per il benessere dell’organismo nella sua storia evolutiva.Tutte le emozioni umane sono convenzionalmente suddivise in due categorie: le emozioni fondamentali (o anche di base) e quelle complesse. Le emozioni di base si manifestano già nel primo periodo di vita del bambino e ci accomunano anche a molte altre specie animali. Vediamo quante e quali sono le emozioni fondamentali:- Paura, si percepisce in presenza di un pericolo;- Disgusto, è generalmente una reazione nei confronti di sostanze o oggetti potenzialmente nocivi, anche se con lo sviluppo cognitivo l’uomo prova disgusto anche in relazione a pensieri o immagini particolari;- Gioia, è legata al raggiungimento di scopi;- Tristezza, è legata a scopi non (ancora) raggiunti;- Rabbia, è generata dalla frustrazione e si manifesta attraverso l’aggressività.Le emozioni complesse invece sono:- Imbarazzo,Vergogna- Senso di colpa,- Invidia,Gelosia.Queste emozioni, nello sviluppo umano, insorgono con l'introduzione di un sistema di valutazione cognitiva esplicita di tipo psicologico. Sia in senso ontogenetico, sia filogenetico, per percepire le emozioni complesse è necessario che il cervello raggiunga uno sviluppo maggiore. Dal punto di vista neurobiologico, i sistemi alla base delle emozioni complesse si valgono dell'interazione della neocorteccia con i circuiti neurali delle emozioni primitive. Oltre al talamo sensoriale e all’amigdala, coinvolti nella percezione delle emozioni di base, viene coinvolta la corteccia sensoriale permettendo una elaborazione più precisa dello stimolo emotivo ed una elaborazione più complessa e mirata della risposta emotiva.Ogni emozione ha in sé delle componenti fisiologiche costituite da risposte autonome (circolazione, respirazione, muscoli lisci viscerali), ormonali e scheletriche (postura, espressioni faccia, ecc), e componenti cognitive, caratterizzate dalla tonalità dell’esperienza, la memoria, la focalizzazione dell’attenzione. Il risultato di ogni emozione è comunque un cambiamento, tendenzialmente rapido e (almeno in parte) involontario, sia esterno sia interno, diretto all’azione.Esistono degli aspetti universali nelle emozioni, questi sono: le risposte fisiologiche, ossia come il nostro corpo modifica i suoi paramentri quando sentiamo una certa emozione (pressione, battito cardiaco, sudorazione, ecc), le espressioni del viso (studi transculturali hanno dimostrato che tutti gli esseri umani nel mondo esprimono le principali emozioni nello stesso modo: rabbia, tristezza gioia, ecc), e le situazioni prototipiche attivanti ossia sembra che di fronte a certe situazioni tipiche tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla cultura, tendano a provare le stesse emozioni. Facciamo un esempio: veder ridere qualcuno suscita allegria, vedere un cucciolo o un bambino suscita tenerezza, perdere un affetto genera tristezza e disperazione, ecc). Ci sono anche, nelle emozioni, aspetti che variano da persona a persona e sono condizionati dalle differenze individuali e culturali. Ne sono alcuni esempi la valutazione soggettiva di situazioni o eventi specifici (es. avere paura o meno attraversando una galleria), le regole di espressione (es. differenze tra nord e sud Italia nelle manifestazioni della tristezza o del dolore, ad esempio durante una veglia funebre), e il significato delle emozioni nei diversi contesti: cioè sapere quando è positivo e opportuno provare determinate emozioni in una specifica situazione.Le emozioni si esprimono attraverso i canali dell’espressione emotiva, cioè le risposte fisiologiche (es: arrossire, respirazione accelerata, ecc), la voce, le espressioni facciali, la postura e il linguaggio. Mentre i primi sono considerati involontari, man mano che si procede verso il linguaggio i canali sono considerati sempre più volontari, cioè soggiacenti al controllo dell’individuo. Questo permette all’essere umano di modulare l’espressione di alcune emozioni per essere e sentirsi maggiormente adeguato nelle relazioni sociali che si trova ad affrontare quotidianamente.

Dott.ssa Sabrina Parasporo
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