venerdì 11 marzo 2011

SUZUKI HARUNOBU e JOHN MARIN ALL'ART ISTITUTE DI CHICAGO


L'Art Institute di Chicago ospita fino al 3 aprile la mostra Egoyomy: Japanese picture calendars, in cui sono esposte circa quaranta egoyomy: le stampe giapponesi che uniscono calendario e arte pittorica.
Fino al 1873 il calendario giapponese era basato su un sistema lunare diviso in mesi lunghi, costituiti da trenta giorni, e brevi, della durata di ventinove giorni.
Poiché la sequenza dei mesi lunghi e di quelli brevi cambia annualmente, l'ordine degli stessi è stato registrato sottilmente e abilmente nelle immagini lussureggianti delle stampe egoyomy.
Queste ultime fiorirono durante l'era di Meiwa (1764-1771) quando le leggi dello shogunato sancivano che solo e soltanto pochissimi editori potessero essere autorizzati a produrre calendari per il pubblico.
Il caposcuola della progettazione della stampa realizzata con questa tecnica è Suzuki Harunobu (1725-1770) la cui arte unisce graziose figure femminili e abili allusioni alle antiche leggende.
In una delle immagini presenti in mostra, il patriarca Zen Daruma è raffigurato in compagnia di una cortigiana e il particolare della nervosa bramosia insita nei suoi occhi, esalta il lato divertente della scena. I numeri dei mesi brevi dell'anno 1765 sono mimetizzati all'interno dei medaglioni della fascia della donna, mentre quelli dei mesi lunghi sono sparsi nel petto villoso del Daruma.


Altra mostra interessante, presente all'Art Institute di Chicago fino al 17 di aprile, è quella dedicata al modernista americano John Marin (1870-1953) uno dei più celebrati artisti statunitensi, la cui influenza ha caratterizzato la nascita e lo sviluppo, anche, del movimento astratto americano.
Per la prima volta il Museo espone al pubblico la propria collezione delle opere di Marin, il cui approccio alla tecnica dell'acquerello è reso dall'immediatezza del segno e del colore, dalla gestione perfetta dei pigmenti, della prospettiva e del movimento.

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