sabato 6 ottobre 2012

Amália da Piedade Rebordão Rodrigues



«Il fado non è né allegro né triste, è la stanchezza dell'anima forte, l'occhiata di disprezzo del Portogallo a quel Dio cui ha creduto e che poi l'ha abbandonato: nel fado gli dei ritornano, legittimi e lontani...»
(Fernando Pessoa )





Questa "Canto delle lavandaie del Vomero" viene fatta risalire addirittura al 16° secolo ed è considerata dagli studiosi come il primo esempio di canzone popolare, così come la intendiamo oggi




 Amália da Piedade Rebordão Rodrigues (Lisbona, 23 luglio 1920 – Lisbona, 6 ottobre 1999) fu una cantante e attrice portoghese, considerata la miglior esponente del genere canoro noto come fado e, a livello internazionale, riconosciuta come la voce del Portogallo; attiva per sessant'anni, dopo la sua morte, avvenuta nel 1999, fu inumata nel Pantheon nazionale tra altre personalità che hanno dato lustro al suo Paese. 
Nacque in una famiglia numerosa di poveri immigrati dalla regione della Beira Baixa nel quartiere operaio di Alcantara, in un imprecisato giorno del 1920, nella "stagione delle ciliegie". Il suo stato civile infatti riporta come data di nascita il 23 luglio, ma la cantante ha sempre festeggiato il proprio compleanno il 1º luglio
Fu allevata dai nonni materni e frequentò solo tre anni di scuola elementare, iniziando presto a lavorare come venditrice di arance, poi in una pasticceria di Lisbona. Intanto cantava da sola, sognando malinconicamente le storie che riusciva a vedere al cinema e modificando e rielaborando testi e musiche secondo la propria sensibilità. Poco a poco si fa notare per la sua voce in piccole manifestazioni locali alle quali prende parte facendosi chiamare col cognome della madre: Rebordão. A diciannove anni, con la complicità di una zia, riesce a farsi ascoltare dal proprietario di un famoso locale di Lisbona e comincia una straordinaria carriera che la porta quasi subito a livelli altissimi di notorietà e di cachet. Sposa immediatamente, contro il parere dei familiari, Francisco Cruz, un operaio che si dilettava con la chitarra e dal quale si separerà dopo tre anni (si risposerà, quindici anni dopo e per tutta la vita, con l'ingegnere brasiliano César Séabra che la precederà nella tomba di qualche anno) e diventa subito famosa come "Amália Rodrigues, a Alma do Fado". Entro un anno è già pagata venti volte di più che i maggiori artisti del momento ed è una vedette del teatro di rivista e perfino del cinema, ma per i primi sei anni della sua carriera non incide neppure un disco, per l'opposizione del suo agente che lo ritiene controproducente
Pur avendo inciso i suoi primi dischi a 78 giri solo nel 1945, gode già di una certa notorietà anche all'estero (Spagna, Italia, Brasile, Stati Uniti) quando il film Les amants du Tage, di Henri Verneuil, le apre le porte del mitico teatro Olympia di Parigi, dove ottiene un trionfo che la consacra diva internazionale di prima grandezza. La sua popolarità in tutto il mondo è già immensa quando, nel 1960, si risposa e pensa di lasciare le scene. Dopo due anni, tuttavia, è già di ritorno con un repertorio nuovo, creato su misura dal geniale musicista franco-portoghese Alain Oulman che mette in musica per lei i testi dei migliori poeti portoghesi. Questa nuova fase della sua carriera la impone anche all'attenzione della critica e la consacra fra le grandi artiste di tutti i tempi. Al suo repertorio originario, composto quasi unicamente di Fado, aggiunge ben presto le canzoni popolari e folcloristiche, scatenando in tutta Europa il revival di questo genere.
La sua carriera durerà più di cinquanta anni, con centinaia di concerti in tutto il mondo ed almeno 170 LP pubblicati.  Innumerevoli sono le persone che si accostano, per interesse verso di lei, alla lingua ed alla cultura portoghesi.
Alla metà degli anni settanta, la "Rivoluzione dei garofani" la prende a bersaglio e la discrimina duramente per esser stata, pur senza sua colpa, un simbolo del Portogallo di Salazar. Amália, praticamente esiliata, intensifica le tournée all'estero fino al momento in cui scopre di essere affetta da un tumore. Pur riabilitata - dopo dieci anni - dal nuovo governo socialista, dovrà rassegnarsi a lasciare il palcoscenico e vivrà i suoi ultimi anni in ritiro nella sua celebre casa di Rua S. Bento, a Lisbona, dove morirà la mattina del 6 ottobre 1999. 
Alla sua morte vengono proclamati tre giorni di lutto nazionale e i suoi funerali vedono la commossa partecipazione di decine di migliaia di persone. Attualmente riposa fra i grandi portoghesi di tutti i tempi nel Pantheon di Lisbona, ma lei avrebbe certamente preferito essere tumulata fra le rose del Monastero dos Jerónimos, che tanto amava.
Amália Rodrigues sarà per sempre conosciuta come la "Regina del fado".
 Il suo testamento spirituale è contenuto nelle parole della splendida Cansaço, ma ancor più nei testi che lai stessa aveva composto, fin dai primissimi anni: emblematica la sua Estranha Forma de Vida; ma imperdibili anche Ai, esta pena de mim, Ai, as gentes; ai, a vida!, Grito e soprattutto Lágrima, ormai divenuta un classico che tutti hanno cantato e canteranno. 
Oltre al fado, Amália ha prestato la sua voce anche alla musica italiana, interpretando brani moderni come La tramontana di Antoine, ma soprattutto la musica popolare come La bella Gigogin, inno del Risorgimento italiano, brani siciliani come Vitti 'na crozza e Ciuri ciuri e napoletani come La tarantella e i due splendidi duetti con Roberto Murolo, Dicitincello vuje e Anema e core.
Nel 2001 il regista spagnolo Pedro Almodovar apre la sceneggiatura del film Parla con lei (Hable con ella) con una citazione di Amália:
«Quando morirò, voglio che la gente pianga per me.»

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