domenica 3 marzo 2013

d : poesia







La nave di Rasmussen

 
Sfidando la morte, affronta ostinato
la bufera dalla forza d'acciaio,
pensando al porto pieno di fiori:
lo salutavano mille fazzoletti.
Sa che questa volta non c'è scampo,
da questo viaggio non c'è ritorno,
il suo corpo sarà imprigionato
dalla vittoriosa catena di ghiaccio.
 
Sto sulla nave di Rasmussen
sul ponte esposto al temporale,
e, come Childe Harold, mando sulla riva
il mio canto che la notte inaugura.
Ogni tanto guardo indietro,
era bella la vita? Non lo so.
Si rincorrono giganti di nebbia
dietro di me sulla buia via.
 
 
Manderei nella notte un grido
ma non arriva alcun'eco,
Nella solitudine, come fantasma,
scivola la nave corazzata.
Nel porto bianco dove attracca
non c'è fiore, non c'è donna,
sotto di noi il ghiaccio
scricchiola all'infinito.
 
Sul mio cuore un ricordo
del Sud schizza indeciso,
al polo Nord mi aspetta
qualcuno con bandiera nera.
 
 
Lajos aprily



 


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