domenica 29 settembre 2013

POESIA


Francesco Vaglica




Mi tengo il viso fra le mani; 

no, non sto piangendo. 

Mi tengo il viso fra le mani 

per tenere calda la mia solitudine:

 mani che proteggono,

mani che nutrono,

 mani che impediscono 

alla mia anima di lasciarmi

 nella rabbia.


Thich Nhat Hanh




"Cari amici, ho scritto questa poesia durante la guerra del Vietnam dopo che l’aviazione statunitense aveva bombardato la città di Ben Tre. Ben Tre è la città d’origine della mia collega Sister Chân Không: le forze aeree statunitensi la distrussero completamente perché in città vi erano cinque o sei guerriglieri. In seguito un ufficiale dichiarò che aveva dovuto bombardare e distruggere Ben Tre per salvarla dal comunismo. Questa poesia tratta della rabbia.
Ero molto arrabbiato. E la mia rabbia non era solo mia, era di un’intera nazione. La rabbia è un tipo di energia che fa soffrire noi e le persone intorno a noi. Sono un monaco e quando mi arrabbio pra- tico il prendermi cura della mia rabbia: non le consento di causare sofferenza o di distruggermi. Se vi prendete cura della vostra rabbia e siete capaci di trovare sollievo da essa sarete in grado di vivere in modo felice e gioioso." Thich Nhat Hanh Libero ovunque tu sia , discorso tenuto al Penitenziario di Stato del Maryland, U.S.A.

Thich Nhat Hanh, nato in Vietnam nel 1926, è monaco buddhista nella tradizione Zen. Ha sempre affiancato alla pratica religiosa un impegno sociale e politico per la pace, contribuendo alla creazione di uno dei più significativi movimenti di resistenza nonviolenti del secolo. E' stato candidato al Nobel per la pace da Martin Luther King. Vive in esilio in Francia, dove ha fondato una comunità di monaci e laici, Plum Village.

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