"Non vi ho mai confidato sino a che punto le stampe giapponesi sono state per me fonte di ispirazione. Non mi sono mai liberato dall'effetto prodotto dalla prima impressione che mi procurarono e probabilmente non me ne libererò mai. Era l'incedere della grande dottrina della semplificazione, dell'eliminazione di tutto ciò che è insignificante" Wright
"Le tracce del pennello per la scrittura durano per migliaia di anni" recita un motivo ricorrente della poesia giapponese. Immagini e simboli quelli offerti dalla poesia fermati come d'incanto nei Surimono giapponesi in mostra da Casabella Laboratorio fino al 20 dicembre 2011: primo fra tutti il densissimo "Poetessa intenta alla scrittura" di Yahima Gakuti (1825). Una forma espressiva quella dei Surimono che riassume il meglio dell'arte della stampa giapponese, quale evoluzione più ricercata dell'Egoyomi (calendari stampati).
"Oggetto dipinto" è la traduzione del termine, riassume in sé un intero mondo raffinatissimo, fatto di specchi e giochi di rimando tra parole e raffigurazioni, così da trovare proprio nell'arte poetica il terreno e la committenza ideale.
Stefano Blolchini
Casabella laboratorio, Milano, fino al 20 dicembre 2011.
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