L’opera con la quale l’artista celebra il 150° anno dell’Unità d’Italia è intitolata Le voci dell’arte e intende rendere omaggio a tutti quegli artisti che con la volontà delle proprie idee e opere, ricerche, studio e sacrificio, hanno lottato per l’Italia e la sua unità, ne hanno ritratto i volti e i fatti storici, i paesaggi e i costumi, gli interessi intellettuali e le questioni politiche, documentando un’epoca a noi ormai lontana, ma in cui ogni giorno hanno creduto e confidato di poter contribuire anche con il proprio apporto artistico, a far evolvere e migliorare un mondo in cui, ancora, le distanze tra le geografie della penisola italiana non erano dettate solo dal numero dei chilometri da percorrere per raggiungere altri luoghi, bensì anche da marcatissime differenze regionali e non solo.
Voci.
Di un popolo, quello italiano, che da sempre porta in se’ la greve e meravigliosa eredità di una tradizione artistica per cui si è sempre distinta, di un’eredità culturale di cui ciascun italiano ha il dovere di sentirsi fiero, sempre e comunque, di cui ogni italiano deve sentirsi ambasciatore per esportare la tradizione del buon gusto, delle tecniche e delle discipline artistiche e del sentire tutto italiano, poiché sono foriere di eccellenza e civiltà.
Come non ricordare il senso di alcune righe scritte da Benedetto Croce sul suo Breviario di estetica in cui sosteneva che solo dalle più grandi differenze può nascere un’unità... ergo solo la sinergia delle tante differenze regionali italiane, unite, rendono possibile udir fonemi e poi parole... voci... proferite dalle tante bocche di Sigis Vinylism, apposte su di un supporto a formar la bandiera italiana: verde, bianca e rossa.
Ecco che quelle innumerevoli e diverse “bocche dell’arte”, fluiscono in coro e la melodia è quella di un canto polifonico e armonico, ritmato dal suono della lingua di Dante, Petrarca e Boccaccio, abbellito dal decoro delle tante cadenze dialettali.
E la musica? Si, ora c’è! È silenziosa eppur squillante!
È quella di Sigis Vinylism ed è scritta su di un unico, grande spartito: il suolo italiano.
Renata Panizzieri Lanza
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