1861-2011: centocinquant’anni di unità del Paese Italia.
Illuminazione, progresso, accordi politici, battaglie, guerre.
Sotterfugi, sorrisi, strette di mano, spari, ferite da taglio. Sangue!
Uomini uniti in un ideale di nazione unita, per superare confini regionali percepiti come troppo stretti e riduttivi, per tramutarli in occasione di alleanza e crescita comune. Italia!
I cui mecenati, intellettuali e artisti hanno concepito l’Umanesimo e avviato, così, la grande stagione del Rinascimento: orgoglio propriamente italiano, evento storico-artistico unico e solo, di cui ciascun italiano porta in se’ i cromosomi ed è testimonianza, purtroppo non sempre consapevole, di un profondo interesse per la cultura, l’amore per la conoscenza e la sensibilità alla bellezza e al gusto estetico.
Ricerche, sperimentazioni, scritti, confronti tra le discipline a tutto tondo.
Viaggi, accordi diplomatici, commissioni di manufatti artistici che passeranno alla storia. Matrimoni regali, discendenze nobiliari, omicidi, uxoricidi, suicidi. Sangue!
Tempo di fasti di corte e poi di Signorie, di Regioni e poi di Città Stato.
Tempo dei Lumi. La Ragione può spiegare ogni cosa:
al bando la ricerca fine a se stessa se non può essere confutata in formule scientifiche.
Al bando la fede, la speranza e ciò che non è tangibile.
Al bando la manifestazione dei sentimenti, l’uomo è razionale! Sangue!
Poi, il tempo del Sublime. L’uomo si perde nell’incanto della Natura e nella melanconia dell’Infinito.
Il sentimento del bello torna a farsi pagano e lo Spirito divino è rintracciabile in ogni epifania del Creato.
Ma la precedente razionalità intellettuale ha già definito gli schemi del sapere e del potere, o si è dentro, o si è fuori.
Ancora lotte, moti, guerre. Sangue!
1861. L’Italia ora è unita, il tricolore inneggia, la letteratura, l’Arte plastica, la musica, il teatro e l’opera lirica ne celebra i gloriosi eventi.
È il momento dell’amore per l’esotico, della curiosità già settecentesca dei grandi scavi archeologici, del piacere della riscoperta del passato.
Ma l’uomo ha sete di potere, di conquista e di dominio. Fomenta odio definendo nemici da eliminare e provvede a farlo, invasato da un’indomabile follia sterminatrice.
Sangue per ricchezza! Sangue per dominio! Sangue per sadismo! Sangue per pazzia! Sangue per paura!
Sangue perché così è!!!
Tempo della Liberazione, tempo della Ricostruzione, tempo del benessere e tempo della perdita dell’amore per le proprie radici: geografiche, culturali, etniche.
2011. L’Italia festeggia il centocinquantenario della propria unità. Si riscoprono l’inno nazionale e gli illustri nomi di un passato risorgimentale di cui, ormai, si associano solo più alle targhe delle vie a loro intitolate.
Le gesta degli uomini e delle donne che hanno creduto e combattuto fino a immolarsi per un ideale di Patria rimangono statico documento scritto sui manuali di storia: sfogliati, spesso, con noia e insofferenza da chi si domanda perché doverle leggere se, intanto, un futuro non ce l’ha.
Per i suoi 150 anni l’Italia ha demolito i valori di Patria, Arte e Cultura.
Ciò che davvero unisce il popolo italiano è il suo patrimonio artistico e culturale, la sua bellezza variegata e diffusa, l’unicità di essere un museo diffuso lungo tutto lo Stivale.
Eliminare la conoscenza: sia scientifica sia storico-artistica a tutto tondo, proprio come concepita nel periodo rinascimentale, equivale a perdere la propria identità e non essere in grado di apprezzare e accrescere se stessi, gli altri e ciò che si ha intorno: qui e ora e per progettare il futuro.
Renata Panizzieri Lanza
Nessun commento:
Posta un commento