Io non sono normale,
amo troppo!
amo in modo sbagliato!
amo senza selezionare nulla!
amo anche quando non voglio!
amo senza nemmeno rendermene conto!
amo a sproposito!
amo stupidamente!
amo senza ritegno!
amo goffamente!
amo incessantemente!
Mi tornano alla mente tanti volti e tante storie diverse, tutte con la stessa disarmante richiesta:
“Voglio essere come tutti gli altri. Voglio essere normale!”
Angela, Sara, Matteo… i nomi e i racconti personali cambiano, la sofferenza è sempre la stessa.
“Quali risultati vorrebbe ottenere diventando “normale”?” domando ogni volta.
Mentre osservo i loro occhi, carichi di disperazione e di speranza, mi preparo a una lunga trattativa.
Dobbiamo definire insieme il punto di arrivo del lavoro psicologico e, finché non ci troveremo d’accordo sui risultati da raggiungere, non si potrà cominciare nessun percorso.
Angela, Sara o Matteo dovranno essere aiutati a comprendere che non si può cambiare la propria capacità di amare, se non per amplificarla.
Non si può ridurla.
Non si può lobotomizzare l’amore.
Si può solo farlo crescere!
E questo è esattamente il contrario di ciò che mi stanno chiedendo con tanta speranza e tanto desiderio.
Ecco perché il mio mestiere richiede pazienza…
“Come mai non le piace questo suo modo di amare?” chiedo.
“Sta scherzando? E come potrebbe piacermi?! Certo che non mi piace!!!! Mi crea un sacco di problemi inutili! Le sembra bello piangere guardando il TG?!”
Angela mi guarda innervosita.
“Eppure” rispondo “il telegiornale riporta notizie talmente tristi e catastrofiche che mi sembra difficile non piangere. Se una persona s’immedesima nella sofferenza degli altri, non può che sentirla dentro di sé come se fosse la sua.”
“Si, infatti…”
“La capacità di comprendere il dolore degli altri è una cosa buona. Chi la possiede ha una marcia in più. Significa che ha un cuore.”
“Ah! Be’… di quello io ne ho anche troppo!”
Andiamo avanti così. Lavoriamo sul valore e sull’importanza di saper ascoltare il proprio cuore e arriviamo alla fine dell’ora con un accordo costruito insieme.
Non ci occuperemo di cambiare i sentimenti, ma uniremo le forze per imparare a gestirli.
Imparare a gestire i sentimenti, senza censurarli e soprattutto senza vergognarsene è il primo passo verso una vita migliore.
Una vita dove le emozioni siano permesse, ascoltate, comprese e valorizzate.
Una vita libera dalla guerra contro il proprio cuore.
E’ il primo passo per costruire un mondo migliore.
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