La filosofia del vero fotografo di strada, quello che lascia lo studio per correre lungo i marciapiedi e cercare il ritmo nelle insegne al neon o nei visi dei passanti, sembra disegnata su misura, a Saul Leiter. Il suo lavoro è un insieme di immagini coerenti che lui compone, foto dopo foto, con rara originalità. Le sue trasparenze sono sofisticatissime e semplici. Come i titoli delle sue foto: suole, semaforo rosso, cappello di paglia. Perché è proprio un particolare, sistemato magari al lato estremo dell’inquadratura, che rende significativo quello scorcio, quello sguardo, quel lampo di luce, quella particolare giornata. E poi, quando i titoli non bastano più, ci saranno tante foto chiamate semplicemente strada, strada, strada: palcoscenico straordinario, regno del voyerismo e del distacco.
Fino al 4 marzo il museo storico ebraico di Amsterdam ospita una retrospettiva dedicata al grande maestro.
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