Una collettiva da Lachapelle alla Skoglund
Il tema è proprio la poliedricità di questa forma artistica che è strumento d’indagine e meditazione attraverso la rappresentazione di soggetti tra loro differenti e grazie all’uso di tecniche più disparate. L’esibizione curata da Flaminio Gualdoni parte dal piano pop sino ad arrivare a quello postavanguardistico contemporaneo. Una mostra dal largo respiro, dunque, che esplora il fittissimo mondo delle pratiche fotografiche.
Presente in mostra la stravagante artefazione di David Lachapelle, l’erotismo accattivante di Nobuyoshi Araki, l’infantilismo inquietante di Loretta Lux, le strane composizioni di Stefano Arienti, l’umanità digitale di Matteo Basilé, le performance visive di Vanessa Beecroft, le logiche composizioni di Maurizio Galimberti, le solitudini e la drammaticità favolosa di Hiroshi, le immagini surreali di Luigi Ontani. E ancora Andy Warhol, Mattew Barney, Bernd e Hilla, Monica Bonvicini, Gregory Crewdson, Sante D’Orazio, Robert Gligorov, Nan Goldin, Andreas Gursky, Candida Höfer,Kim Joon, Huang Kehua, Seydou Keïta, Sally Mann, Robert Mapplethorpe, Tracey Moffatt, Yasumasa Morimura, Vik Muniz, Shirin Neshat,Helmut Newton, Steven Parrino, Andreas Perlick, Paola Pivi, Arnulf, Rainer, Gerhard Richter, Thomas Ruff, Sebastião Salgado, Jan Saudek, Andres, Serrano, Cindy Sherman, Sandy Skoglund, Jemima Stehli, Thomas Struth, Sugimoto, Wolfgang Tillmans, Grazia Toderi, Giovanna Torresin, Paolo Vegas, Massimo Vitali.
Fino al 19 febbraio Galleria M&D arte, Gorgonzola (Milano)
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