sabato 21 gennaio 2012

Chi ha paura di Brian the Brain?

E' il Bio Lab, a cui la mamma di Brian Brane ha venduto il proprio corpo, la scaturigine di tutta la vicenda (algida, cinica, eppure tenerissima) che narra le epiche avventure di Brian, "the thinking thing", il mutante senza calotta cranica che dispone di capacità telecinetiche e telepatiche fuori dal normale. Miguel Angel Martin racconta avventure che sembrano minimaliste e invece sono il più alto e sconcertante esempio di arte massimalista nel panorama fumettistico contemporaneo. Per questo Brian The Brain disegna un'epica: è il canto disperato, modulato secondo la dolcezza lirica, del nostro presente, di tutti noi che, ancora umani e non ancora extraterrestri, siamo sottoposti a una macchina globale che ci stritola con cinismo soffice e un'inusitata inavvertibile violenza. Le storie di mancata integrazione di Brian (cioè: i tentativi di disintegrazione a cui è sottoposto il bambino supernormale) passano attraverso il falso mito dell'infanzia innocente, toccano le corde del cuore e del pancreas, affondano nell'indifferenza con cui gli alienati attorno a noi non guardano alla loro esistenza come a uno stato di alienazione. personaggi universali, empaticamente riconosciuti come componenti del nostro più bruciante presente, la mamma ambigua di Brian o i contraddittori legami di gruppo dei compagni di scuola tracciano, con disegni stilizzati e sceneggiature semplici e secche, l'impossibilità a distinguere il male dal bene secondo sguardi superficiali. Ma la lezione di quest'opera d'arte che è BTB è che è necessario uno sguardo non superficiale per delineare la differenza tra l'onestà e l'ottusità, tra ciò che è umano e ciò che non lo è più. La matita di Martin designa le leggi etiche di un nuovo tempo umano: leggi tutte da decrittare, con sensibilità e idealismo e tanta pazienza nei confronti di noi stessi e degli altri, e che costituiscono il codice di una resistenza all'assalto di quel qualcosa di artificiale che, attraverso la genetica e il mercato e l'utilitarismo e l'individualismo atomizzato, esprime un proprio e aggressivo stile: lo stile del Dominio.

edizioni Topolin

 

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