domenica 19 febbraio 2012

Niente è mai veramente perduto



Il Signore salva senza porre nessuna condizione
Vangelo: Mc 2,1-12

"Una fede che non prende su di sé i problemi d'altri non è vera fede. Non si è cristiani solo per se stes­si; siamo chiamati a portare uomini e speranze. A credere anche se altri non credono; a essere leali anche se altri non lo sono, a so­gnare anche per chi non sa più far­lo. 

«Sei perdonato» Lui, come tutti i malati, domanda la guarigione, un corpo che non lo tradisca più. Invece: fi­glio, ti sono perdonati i peccati. 
Perdonare è nel Vangelo è un ver­bo di moto: si usa per la nave che salpa, la carovana che si rimette in marcia, l'uccello che spicca il vo­lo, la freccia liberata nell'aria. 
Il perdono di Cristo non è un col­po di spugna sul passato, è molto di più: un colpo di remo, un colpo di vento nelle vele, per il mare fu­turo; è un colpo di verticalità, se si può dire così, per ogni uomo im­mobile nella sua barella. Il pecca­to invece blocca la vita, come per Adamo che dopo il frutto proibito si rintana dietro un cespuglio, pa­ralizzato dalla paura. Finita l'an­datura eretta, finiti i sentieri nel so­le! Il peccato è come una paralisi nelle relazioni, una contrazione, un irrigidimento, una riduzione del vivere. 
Sei perdonato. Senza merito, sen­za espiazione, senza condizioni. Una doppia bestemmia, secondo i farisei. Essi dicono: Dio solo può perdonare. E poi: Dio non perdona a questo modo, non così, non sen­za condizioni, non senza espiare la colpa!
Gesù per l'unica volta nel Vangelo dice apertamente il perché del suo mi­racolo: lega insieme perdono e guarigione, unisce corporale e spi­rituale, mostra che l'uomo biblico è un'anima-corpo, un corpo-ani­ma, un tutt'uno, senza separazioni. E rivela che Dio salva senza por­re condizione alcuna, per la pura gioia di vedere un figlio cammina­re libero nel sole, perché la grazia è grazia e non merito o calcolo. 
Tutti si meravigliarono e lodavano Dio. Attingere alla meraviglia, sa­persi incantare per questa divina forza ascensionale che ci risana dal male che contrae e inaridisce la vi­ta, forza che la rende verticale e la incammina verso casa. Per sentie­ri nel sole." Ermes Ronchi


Max Ernst - Goldel Eye


Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto,
Nessuna nascita, forma, identità, nessun oggetto del mondo.
Nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile;
L'apparenza non deve ostacolare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.
Vasto è il Tempo e lo Spazio, vasti i campi della Natura.

Il corpo, lento, freddo, vecchio, cenere e brace dei fuochi di un tempo,
La luce velata degli occhi tornerà a splendere al momento giusto;
Il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
Alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
Con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.


Whitman

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