«Se non riconosciamo lo straniero che ci abita, avremo sempre paura di quello che incontriamo per la strada»
MONI OVADIA RIFLETTE SU EBREI E ZINGARI CON DUE RECITAL IN MUSICA
"«E brei e zingari, il destino di due popoli accomunati dallo stesso disprezzo, ma c' è una differenza, i primi sono riusciti a entrare nel salotto buono dei vincitori, i rom ancora oggi subiscono crudeltà e calunnie». Moni Ovadia torna in scena per riflettere sulla questione che gli sta più a cuore, la diaspora, al di là di ogni nazionalismo. Per parlarne l' artista bulgaro propone «Senza confini» (da oggi al 27/11) e «Cabaret Yiddish» (dal 29/11 al 4/12) , cult del suo teatro musicale.
Con sei musicisti di cui quattro rom, il primo spettacolo è un concerto di canti, musiche, poesie e storie ebraiche, sinti e rom, «il mio modo per raccontare l' esilio, una vocazione che oggi impone un' urgente presa di coscienza», sottolinea l' attore. Un recital di teatro civile dove il confino diventa una condizione elettiva, ma anche lo spunto per indagare dentro e fuori di noi... "
Grossi Livia- Corriere della Sera
http://archiviostorico.corriere.it
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