martedì 24 maggio 2011

Anish Kapoor


L’architetto indiano nato a Bombay nel 1954 realizza oggetti “non oggetti” che finiscono per diventare gli emblemi delle piazze più famose del mondo. Giganteschi caleidoscopi, sculture marmoree, opere monumentali ed infine la commissione per la realizzazione del braciere delle olimpiadi di Londra del 2012 che una volta terminato dovrebbe avere un’altezza superiore a quella della Statua della Libertà.



Anish Kapoor sostiene che il rosso è il colore del sole che tramonta e che il blu rivela e custodisce la profondità più ancora del nero. Ha ragione, perché la profondità che egli ricerca non è quella fisica e visiva, ma quella psichica, carica di brividi e di presagi.
Del resto è cosa che gli artisti hanno sempre sottolineato, da Munch a Bacon. Ma il blu, il rosso, come d’altra parte il giallo di Kapoor, ricordano i toni cangianti delle carrozzerie delle auto e attingono magie ed evocazioni dalle lacche indiane che gli sono naturalmente familiari.
La sua monumentale installazione che prende il nome dal mitologico mostro,Leviatano, (mostro dall’incontrollabile potenza, capace di distruggere qualsiasi cosa incontri sul suo cammino) è un' inedita esperienza percettiva , filosofica, che mantiene intatta la sublime visceralità di una dimensione fisica e mentale ancora inesplorata. Per Kapoor è di assoluta importanza il coinvolgimento totale dello spettatore nell’opera, questi deve rimanere sopraffatto dall’esperienza artistica. Il forte senso di vulnerabilità provato di fronte alla rappresentazione delle forze della natura, la sensazione di essere vertiginosamente rapiti dall’opera sono infatti punti-cardine del lavoro dell’artista .

Al Grand Palais di Parigi
fino al 23 giugno 2011.





Nessun commento:

Posta un commento