martedì 13 marzo 2012

arte e follia

Richard Dadd (1817-1886), pittore inglese dell'Ottocento, trascorse molti anni in manicomio per aver ucciso il padre con un coltello a serramanico durante una pacifica passeggiata in campagna, perché lo aveva scambiato per un principe delle tenebre, nemico della sua divinità, il grande Osiris, alla quale aveva eretto come santuario la sua camera d'affitto a Londra. Dadd argomentava che il compito di difendere Osiris gli era stato suggerito dalla Sfinge, che gli aveva sussurrato alcune sillabe misteriose. E pensare che Dadd per tutta la vita ha disegnato fatine, folletti gnomi, elfi, un mondo strano fatto di piccole creature. Dadd diede i primi segni di malattia mentale durante un viaggio in Oriente, in Egitto, e si pensò allora a un'insolazione. Tornato in patria, prima di uccidere il padre, assaltò con intenti omicidi varie persone che a suo parere complottavano contro Osiris. Dadd passò in manicomio gli anni dal 1844 al 1886, dove morì settuagenario. Qui dipinse sempre, e la sua opera più famosa è “Il colpo da maestro dello spiritello”, in cui si vede un folletto che colpisce con un'ascia una nocciola: un'opera in formato piccolissimo portata a termine in nove anni.

(fonte: il ritratto della follia) (vedi anche popsubculture e blog lines and colors )

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